L’ intransigenza quotidiana: male crescente

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Anche il meno necessario degli uomini s’è fatto Generale. Quanto più è intollerante per delle sciocchezze, tante più porcate nasconderà nella coscienza. Che non ha.

“L’intransigenza velenosa è un altrui diavoletto, annidato nelle pieghe del destino quotidiano da cui attende, implacabile, che si faccia solo un passo falso. Per cui bisognerebbe stare sempre all’erta, comportandosi da bravi scolaretti, senza sottovalutare l’altrui stupidità. Anche nelle situazioni più innocue. Ovvero, non confidando troppo sul buon senso e comprensione, che invece, a turno, la gente lascia meschinamente a riposo, in luogo della propria parte intollerante. Se possibile non diamole occasione: è terribilmente contagiosa!”

☆  Discount:

la cliente, a carrello pieno, passa inavvertitamente, con le ruote di destra, su certi sacchi vuoti arrotolati, e abbandonati a terra dall’inserviente, che riassetta uno scaffale. Evidentemente però non è troppo preso dal suo compito, se può vedere il fatal gesto (vile oltraggio!) e rizzarsi dalla scaletta come morso da una vipera! Di cui ha lo sguardo, che non stacca mai di dosso all’ignara donna, fino a che questa non scompare alla sua vista. La fissa con astio e commenta il torto subito come se quella poveretta gli avesse strappato il bene più caro! Il suo collega, da buon complice, anzichè magari togliere(!) l’ingombro dal pavimento. (quante volte ve li trovate fra i piedi in certi discount) No, lui sta pure lì ad ascoltarlo ed annuisce:

“—La gente non ha proprio riguardo!!” L’altro:—“Bisognerebbe ammazzarla!”

Con sbigottimento osservo la scena, e vi riconosco il tipico fottuto Tribunale Improvvisato, che ogni giorno viene eretto, con tanto di patibolo, specialmente sui luoghi di lavoro. Mosso da una complicità di gruppo, carburata dalle rivendicazioni e frustrazioni individuali fuse assieme. Quasi a fare una sorta d’opinione che diviene codice morale(soggettivissimo!)

Legge di gruppo.

Ma legge antisociale, come quelle degli Stati Canaglia, con cui i dittatori fanno passare qualsiasi porcata come legittima. Peccato che la rivincita, in questi microscopici staterelli estemporanei, non sia mai rivolta a danno di chi opprime, dei superiori. Ma va sui facili bersagli qualunque, di solito scelti fra i malcapitati estranei, ignoranti delle regole o erranti per banale distrazione, come può capitare a tutti quanti ogni giorno. Fatto sta che ignara di tutto ciò, la donna esce, dopo aver pagato il conto, senza sapere che gliene rimane un’altro in sospeso;un conto morale. Del quale neppure sospetta, ma che probabilmente scoprirà, la prossima volta che tornerà in quel posto a far la spesa. !

// Paesino turistico.

Dinanzi una chiesotta c’è un parcheggio non ufficiale. Cioè non essendovi cartelli di sorta, col beneplacito di parroco e vigili, non mancano mai meno di tre o quattro auto. Un turista arriva, occupando uno spazio appena liberatosi, nel mentre che sta salendo a piedi un residente ch’era giunto troppo presto, ed ha dovuto parcheggiare più lontano. A denti stretti, mentre cammina, volge uno sguardo d’invidia al turista, ma senza dir nulla. (E come potrebbe!?)

Raccoglie le sue doglianze una vicina.

Finita la sua visitina il turista riparte, ma dopo qualche metro imbocca una stradina a senso unico, e visibilità azzerata, sulla quale oppostamente giunge, fregandosene del segnale di divieto, un allegro furgoncino. L’impatto è evitato solo per la curiosità del turista, che s’era fermato solo un attimo per ammirare dei fiori sul ciglio della strada. A questo punto dovebbe esservi “la morale della favola” se non fosse che questa è la realtà.

//Ufficio provinciale.

Un trafelato cittadino riceve dall’impiegata alla reception un foglio da compilare, e su invito della medesima, piglia la prima penna che ha davanti. (Mai l’avesse fatto!) La vecchia biro era nel bicchiere dell’altro impiegato (posizionato a pochi centimetri dalla collega) il quale stava spiegando certe cose ad un anziana. Tuoni fulmini e saette: “Lesa maestà!!” L’utente irrispettoso non ha chiesto il permesso! (Semplicemente non voleva interromperti, c……e! Mentre che, nella piena funzione dei tuoi esercizi, t’intrattenevi con quella donna!) Ma non vi sono scuse; l’infame individuo viene associato alla categoria più ampia di tutti quei cittadini prepotenti, buoni solo a lamentarsi e senza riguardo per quelli che invece lavorano per loro.

Ma non finisce lì, perché l’Indignatissimo lavoratore continua la sua filippica a tono basso, cercando la solidarietà della pensionata che da brava piccola italiana lo asseconda.

(Mi chiedo: Ma non ha proprio niente da fare quest’uomo?!Non doveva esaudire le richieste di quella utente?) Invece continua a ciarlare alle spalle dell’altro, che va cercando di compilare il suo modulo alla meglio che può e facendo finta di non accorgersi, trattenendosi probabilmente dallo spaccar la faccia all’altro, il quale ostinatanente non gli ha distolto un attimo di dosso lo sguardo carico di stigma. Proprio come il commesso con la cliente del discount.

Per la cronaca.

L’utente era la prima volta che entrava in quell’ufficio, e sempre per la cronaca: Sua Eccellenza l’Impiegato Indignatissimo, che stava discutendo in verità solo del più e del meno, è il principale accusato per alterazione d’atti d’ufficio e truffa all’Ente per cui lavora. (cioè a danno dei cittadini)in quanto avrebbe causato un mancato introito per oltre mezzo miliardo(“carta canta!”) favorendo invece, con timbri e codici falsificati, dei personaggi notabili del luogo. Inutile dire che tutti quei danari sarebbero serviti a molti pensionati (fra cui proprio la donna con cui, quello là, aveva fatto comunella) ai quali, nel frattempo, la ragionieria ha decurtato l’importo per il solito “adeguamento”, sospinto dalle inevitabili(?) sofferenze di bilancio.

==== Morale.

Quando entrate in un ambiente estraneo, magari quando sarete in vacanza, vedete di fare tutto per benino, consci che vi sono regole non scritte, non ufficiali, campate in aria proprio a  mettere in difficoltà chi vien da fuori. E “trappoline” che chi di dovere si guarda bene dal rendere innocue. Poichè se i locali se ne infischiano essendone misteriosamente immuni, queste sembrano attendere esclusivamente gli ignari forestieri, per dar loro il degno benvenuto. In caso contrario, riempitevi lo zainetto di pazienza e camomilla, oppure portatevi dei bei guantoni rinforzati!.

Il locale imbecille frustrato intransigente è ovunque.

Aspetta l’estate come la stagione delle opportunità, per rifarsi dei tanti vaffa presi in patria ove lo conoscono ormai tutti. Lo capisci da come cammina lentamente a gambe larghe, mentre fissa i villeggianti invasori. O dal piglio da padrone, che gli/le trapela dallo sguardo, quando poggia il regale deretano sulla povera sedia del bar, che usa come scranno, o da qualsiasi altro punto di vedetta.

Lo riconoscereste dalla stella da sceriffo, che non s’è appuntata al petto solo perché, qualcuno, gli ha detto che oramai non s’usa più!.