LO SCOPPIO DI UN BATTITO DI CUORE

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Per quanto lungo possa essere un respiro, mai sarà in grado di ingoiare tutta l’aria che circonda la testa. Per quanto forte possa eplodere un battito di cuore, mai riuscirà a sovrastare il frastuono del silenzio che fracassa la testa.

Banalità cariche di tutto e di nulla. Banalità che raccontano uno stralcio di esistenza sfiorita.
Un incedere lento, lo strascico di pensieri normali, il fermento furibondo di pressanti paranoie, di inutili paure. L’orologio decreta un ritardo, salasso del presente, debito futuro. Non si sa da chi, non si sa da cosa.
Una vita come mille. Una giornata come milioni.
Ci sei Tu.
Se muovi lo sguardo, nulla è nuovo: non i bus, i giornali, i vestiti, le smorfie; non le parole mai dette o quelle di troppo, non l’infinità di altri sguardi distratti almeno quanto il tuo.
Incombe uno scoppio, seguito da una spinta e una caduta.
Assordanti urla, vergognose urla, strozzate urla.

Soggiunge un ricordo, al profumo di rimpianto, che si fa teatro a scena aperta di insoddisfazione e rancore. Le mani cercano il cuore, il sangue ne indica la posizione.

C’è la vicinanza di tanti come te, esattamente uguali e diversi da te. E non c’è null’altro: non una spiegazione, non una ragione, non un perché; non c’è Dio, non ci sei più nemmeno tu. Ci sono solo l’aria e il silenzio che circondano la testa, e un battito di cuore. L’ultimo.
Banalità.
Accogli un pensiero travestito da sorpresa: l’assenza di colore nel disegno della fine. Opera prima e ultima, capolavoro dell’orrore, scena finale di uno straziante barcollare.
Perché ora l’umore non è nero, la rabbia non è rossa, il cielo non è azzurro.
Perché ora il viola non significa sfortuna, il verde non dona speranza, il cielo non è nemmeno grigio.
Perché ora gli occhi di chi ti ha strappato la vita non hanno colore. Come la sua pelle, come il suo credo.

Perché quando arriva la morte, non vedi nessun colore. Quando arriva la morte, vedi solo la morte…

No, non c’eri Tu.
Anche se Tu avresti potuto essere in quel posto, ovunque nel mondo fosse quel posto. Avresti potuto perdere la vita nell’apatia più totale, Tu come me.
No, sei qui. Siamo qui.