Un’altra notte ancora,
come le altre d’altronde,
con la luna che fa capolino in questa piazza vuota
e la gente che si rintana in fredde case buie.

E questa maledetta macchinetta per sigarette
che c’ha fottuto il resto un’altra volta.

Niente di nuovo amici, tutto sotto controllo, come sempre.

C’immergiamo nel fumo bluastro
scolando lattine di birra economiche
mentre seduti sulle rotaie di un futuro rubato aspettiamo
treni persi che non arriveranno mai più.

E dalla televisione altre dosi ipnotiche di spazzatura:
calcio,
film di serie b,
mercificazione sessuale della donna,
slogan pubblicitari per oggetti inutili

– comprate gente!

tg, pil, prezzo del barile,
acronimi incomprensibili riguardanti mercato e quotazioni azionarie,
terrorismo psicologico su terrorismo reale,
Trump, Putin, Assad,

calcio.

Niente di nuovo amici, tutto sotto controllo, come sempre.

Da qualche parte si dice che la guerra abbia vinto ancora,
e che la vita stia con la carne smembrata
sotto i massi pesanti di una casa bombardata,
e che abbia la faccia mulatta,
di una bambina triste
di quelle che non ci propongono tra le riviste.

Il mondo si sgretola
come il fumo nelle mani di “Mohamed”
che mi racconta com’è fuggito dalla fame.
“In quel Medio Oriente dovrebbero calare altre bombe”
mi dice lui
“quelle che vendo io!” e ride.

– è paradossale come qui
dal kebabbaro
non esistano confini
ma solo sorrisi, confronto e panini.