Sotto tiro: l’utilizzo delle armi per protezione personale

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Sotto tiro. Edo fa zapping, tanto per far uscire dai gangheri la convivente. Gli piace stuzzicarla, vederla accigliare per poi coccolarsela mentre lei tiene duro per poi cedere rovinosamente.

“Dovunque giri, l’argomento è sempre lo stesso.” Gli dice.

Edo rallenta, cerca di cogliere il nocciolo dei discorsi. Almeno quattro emittenti su sette parlano dell’autodifesa.

“Invece di inneggiare alle armi, perché non pensano a far rispettare le leggi che già ci sono?”

“Perché Giulia nessuno ci guadagna, con le armi invece fanno affaroni.”

“Le solite lobby. Maledetti. Ci tengono in vita solo per il consumo dei loro prodotti. Ma che gioco deficiente è questo?”

Dal corridoio sbuca la canna di un mitra in plastica che li tiene sotto tiro.

“Mamma, papà mani in alto. Trump, trump, trump. Siete morti.”


Il tema della libertà di avere un arma in casa per proteggersi da eventuali pericoli è un dibattito che sempre alimenta e scalda gli animi. Esistono diverse correnti di pensiero. In particolare sappiamo che negli USA questa possibilità in alcuni stati è concreta. Il risultato di questa situazione è che spesso e volentieri queste armi vengono utilizzate non per difesa ma per attacco. Si rischia di sparare solo perché in quel momento si è nervosi.

D’altronde la vita ci mette sempre sotto pressione. A chi non è capitato di trovarsi sotto tiro e voler tirare una sberla o un pugno alla persona responsabile di questo nervosismo? Provate ad immaginare se in quel momento avete un’arma a vostra disposizione e invece di tirare il pugno possiate premere il grilletto?

Il tema del “sotto tiro” va affrontato seriamente perché sappiamo bene che non è con la guerra e con le morti che si risolvono i problemi sociali.

Tutto ciò che potenzialmente è incentivo alla violenza dovrebbe essere vietato da parte della società civile. Non solo, questi principi dovrebbero fare parte del nostro DNA. In altri termini, non dovremmo nemmeno avere dei dubbi in merito.