Così discesi dal Limbo giù nel secondo cerchio.

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Così discesi dal Limbo giù nel secondo cerchio, che cinge uno spazio minore e una sofferenza tanto intensa, che stimola ai lamenti.

Vi sta Minosse in modo orribile, e digrigna i denti: prende in esame i peccati quando e nel punto in cui si entra; decreta la pena adeguata alla colpa e spedisce i dannati nel luogo loro assegnato secondo il modo in cui avvolge la coda.
Riporto che quando l’anima dannata viene al suo cospetto, gli espone tutti i suoi peccati; e Minosse valuta quale cerchio dell’Inferno le spetti.

Si arrotola la coda intorno al corpo con successive ripetizioni, in tanti giri quanti cerchi stabilisce che sia posta in basso.

Di fronte a lui ne stanno sempre molte: a turno tutte si recano davanti a Minosse a ricevere il verdetto conseguente alla pena, confessano i peccati, odono la sentenza e poi sono mandate in fondo.
“O tu che vieni all’Inferno”, mi disse Minosse quando mi vide, sospendendo un compito di così grande rilievo, “sta’ attento al modo in cui entri e a chi ti affidi; non ti tragga in errore la comoda entrata!”.
E Virgilio a lui: “Perché minacci ancora? Non ti opporre al suo cammino stabilito dalla Provvidenza Divina: si è deciso così in Paradiso, e non chiedere altro”.


Così discesi dal Limbo giù nel secondo cerchio.

Da LA STRADA DEI DANNATI
PARAFRASANDO LʼINFERNO DANTESCO

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Carlo Rocchi

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