L’apprendistato

Tanto la mamma quando tornava la sera era troppo stanca per occuparsi di lui e poi c’erano i fratelli più piccoli che lei doveva prendere all’asilo o dalla sorella.

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Le speranze del piccolo narcos erano riposte nel gruppetto che, nonostante la giovanissima età, gli aveva permesso di stare lì con loro.

All’entrata della favela, tra la via Apia e la Traversa della Libertà, Joaozinho se ne stava seduto affianco a questi ragazzoni che vendevano coca e erba. Erano in quattro, sui sedici, diciassette, due con le pistole infilate nei bermuda, uno accovacciato in un banchetto con davanti un cesto pieno di carta stagnola appallottolata (contenente le preziose sostanze stupefacenti) e il terzo con un grosso fucile a tracolla, e l’atteggiamento guardingo da soldato. Joaozinho, non avendo niente di meglio da fare, essendo appena tornato da scuola, non avendo voglia di stare a casa a giocare ai videogame mentre la mamma lavorava come domestica a Barra da Tijuca nell’appartamento di una professoressa, non piacendogli affatto la compagnia dei cugini e della zia, aveva deciso di darsi all’avventura.

Ed era un’avventura e tanto gironzolare per le vie trafficate della favela, scorrazzare tra i moto taxi, entrare nei numerosi minimarket per rubare un’arancia o una pera, era una bellissima avventura sentirsi libero tutto il pomeriggio e condividere l’esperienza con gli amici occasionali del momento, uccel di bosco come lui.

Tanto la mamma quando tornava la sera era troppo stanca per occuparsi di lui e poi c’erano i fratelli più piccoli che lei doveva prendere all’asilo o dalla sorella. Dalla zia lei si fermava sempre a chiacchierare e a bere qualche birra … Joao era furbo e alle nove di sera, quando la madre e i due fratelli varcavano la soglia della porta di casa nella Rua Dois, di fronte al meccanico e al negozietto di frutta e verdura, lui si faceva trovare già sotto le coperte. La madre non capiva o non voleva capire qual era l’attività pomeridiana del figlio, quali erano le frequentazioni. L’avevano anche avvisata, era stata una delle poche amiche sincere, Donna Maria Rosa, quella della panetteria:

– Guarda che Joaozinho l’ho visto nella Bocca di Fumo che divideva il pranzo coi banditi!

La madre di Joao non aveva replicato ma in cuor suo aveva pensato cosa vuoi che sia, e poi il padre di Joao era stato un narcotrafficante ed era grazie al suo lavoro che erano riusciti a comprare quella casa …
Così ora Joaozinho se ne stava bello e orgoglioso a dividere le schiscette coi narcotrafficanti ed era stato lui che le aveva comprate, l’avevano mandato loro e lui si era tenuto qualche spicciolo di resto che gli sarebbe servito più tardi per le caramelle e le patatine.
Dei suoi nuovi compagni gli piaceva la postura: parevano essere padroni dei loro destini, il denaro entrava e usciva davanti ai suoi occhi, entrava quando gli acquirenti venivano a comprare le sostanze proibite (venivano dalla favela, e non solo) e usciva quando un altro bandito veniva a ritirare i soldi.

I suoi nuovi compagni gli parevano padroni dei loro destini perché maneggiavano quelle belle mazzette di bigliettoni e si tenevano la loro parte ed avevano delle belle scarpe da tennis firmate, a parte Saracinesca (chiamato così perché gli mancavano i due denti di fronte).

Saracinesca infatti stava sempre con i sandali e con i calzettini di spugna, forse perché lui faceva su e giù, dal Largo do Boiadero risaliva fino alla Roupa Suja e poi scendeva di nuovo fino alla Traversa della Libertà. Joao non capiva perché Saracinesca si ostinasse a vestire le calze di spugna e i sandali, forse perché non voleva sporcarsi le dita di fango o perché ancora non guadagnava abbastanza per comprarsi le scarpe da tennis …
Joao mentre masticava avido i chicchi di riso ricoperti di fagioli pensava alle parole del suo ultimo compagno di scorribande:
– Mio zio ha detto che ci stiamo mettendo nei guai. Io seduto con te nella Bocca di Fumo non ci sto più.

L’amichetto l’aveva abbandonato dopo una bella settimana passata assieme a giocare a calcio, a correre dietro alle moto e agli altri bambini in skate, a cercare di distruggere i fili che mantengono gli aquiloni nelle mani degli amici e a recuperare poi l’aquilone caduto tra i vicoli, a tenerselo per sé come un trofeo.

L’amichetto dall’occhio sbilenco l’aveva mollato perché a Joao stare seduto con quei tipi piaceva proprio. Gli piaceva ascoltare i loro discorsi da grandi, forse perché gli ricordavano i discorsi del padre, morto ammazzato dalla polizia quando lui era molto piccolo.
– Te la sei scopata quella?
– No, ma sabato sera la voglio provare.
– Cosa le offri?
– Le pago la cena e poi ci facciamo un bel giro in moto a San Corrado. E quando le farò vedere quel pezzo di spiaggia … lei ci si vorrà sdraiare!

Joao ascoltava e fantasticava sul suo nuovo amico, sul suo nuovo idolo che, con i soldi della droga, si era comprato una bella moto rosso fiammante e ci portava sopra le fidanzatine del momento. Ogni sabato sera ne caricava una diversa …

Era quella la vita che lui voleva! Era quella la vita che suo padre aveva vissuto fino a quando quei bastardi della polizia l’avevano ammazzato. Quei corrotti. Il padre amava la sua famiglia, il padre non viveva con loro ma gli aveva comprato una casa e ancora oggi quando la madre parlava del padre le venivano le lacrime. Era stato un eroe il padre di Joao!

Joao consuma il suo pranzo e osserva i suoi nuovi amici, tutto orgoglioso di far parte del loro gruppo, felice di aver qualcosa di diverso da fare ogni pomeriggio, ci sono giorni infatti nei quali lo mandano a sorvegliare l’entrata della favela, gli dicono di osservare il movimento della polizia appostata lì davanti, gli dicono di contare il numero delle vetture, quando ne vede più di tre deve correre a riferirglielo … Ci sono giorni nei quali gli chiedono di andare a piedi fino alla metro con lo zainetto della scuola (che in realtà è un altro zainetto fornito da loro) ad incontrare degli adolescenti della Zona Sud che ormai lo riconoscono e, quando lo vedono, gli pagano pure il gelato … Poi gli strappano lo zaino dalle spalle e gli dicono frasi del tipo dì al tuo amico che i soldi glieli mettiamo sul conto.

Joao la sera torna esausto a casa dove mangia un hamburger o un bel piatto di zuppa preparato dalla madre e lasciato in frigo a congelare, Joao ormai è un ometto e sa scaldare il cibo nel microonde … Joao adora la zuppa coi piselli della madre, specialmente in giorni freddi come questo …

L’apprendistato…. I miei romanzi li trovate a questo link