Scopriamo le caratteristiche nutritive, i benefìci, gli usi e le controindicazioni del kiwi, un frutto esotico dalle innumerevoli proprietà.

Il kiwi è un frutto tropicale prodotto dall’Actinidia chinensis, una pianta di origine cinese appartenente alla Famiglia delle Actinidiaceae. Si diffuse all’inizio del secolo scorso in Nuova Zelanda, dove prese il nome di kiwi, come quello di un uccello corridore di quelle terre particolarmente goloso della bacca.
In seguito il frutto del kiwi si diffuse anche in Europa, dove l’Italia, nel 2011, fu il maggior produttore mondiale. Oggi la Cina conserva stabilmente questo primato, seguita dall’Italia, Nuova Zelanda e Cile.

In Italia le coltivazioni più importanti si trovano nei centri della Provincia di Cuneo, di Borgo d’Ale (provincia di Vicenza) e di Cisterna Latina (LT). Il kiwi prodotto nella provincia di Latina è stato dichiarato dall’Unione Europea prodotto Igp (Indicazione geografica protetta).
Ma altre coltivazioni esistono in Trentino, Friuli, Romagna e Marche.

La pianta è una liana che, come la vite, è sarmentosa, cioè lunga, flessibile e rampicante, capace di raggiungere anche i 10 metri di altezza. Riesce a mantenersi eretta mediante il supporto naturale di altri alberi e piante, ai quali si avvolge.

Caratteristiche del kiwi

E’ una grossa bacca ovale con la forma di un uovo o di una patata piccola. E’ lunga fino a 8 cm e pesa dai 50 ai 120 grammi. Ne esistono numerose varietà di dimensioni variabili, coltivati in diversi Paesi.
In Italia sono diffuse il kiwi verde (green) e quello oro (gold).

Nel primo, la buccia, di colore marrone, è sottile e leggermente pelosa e protegge il frutto. Sebbene sia commestibile, in genere la buccia si toglie prima di mangiare il frutto. La polpa, di colore verde smeraldo, succosa, zuccherina e leggermente acidula, racchiude piccoli semi neri commestibili, disposti in modo decorativo attorno ad una parte centrale giallastra.
Il kiwi oro si differenzia dal verde nella forma, che è più allungata, nel colore giallognolo della polpa e nell’assenza di peluria nella buccia.

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