Se una “risorsa” di un altro pianeta atterrasse al Circo Massimo, credo che con molta lungimiranza i nostri governanti la accoglierebbero a cannonate. Spero soltanto che esista ancora qualcuno che ricordi la frase per fermare la distruzione della nostra bella Italia: «Klaatu, Barada, Nikto!»

Altre “risorse” sono invece accolte in alberghi a cinque stelle. Il governo da loro una diaria giornaliera, perché sia possibile a varie organizzazioni di lucrare su questo nuovo commercio di servizi elargiti. E così pian piano assistiamo ad una deriva della nostra identità nazionale, e guai a lamentarti perché, altrimenti, si è razzisti.

Ora mi domando perché ancora si persegue questo disfacimento?

Un’ardua domanda cui non esiste risposta. I dati Istat dimostrano, nel cinismo dei numeri, che le “risorse non hanno nessuna intenzione di integrarsi. Un piccolo esempio: gli over 50 islamici sono oltranzisti e non vogliono integrarsi, basta guardare i giornali e si viene a scoprire che per loro contano solo i dettami del corano. Cosa ne può derivare? Anche le seconde generazioni di figli di questi oltranzisti avranno sempre lo stesso modo di pensare. Non esiste un Islam moderato. Il corano è nato perché il loro profeta voleva riunire tutte le tribù arabe. L’integrazione, con una comunità islamica, non ci potrà mai essere perché il Corano non lo prevede.

Questo libro “sacro” è stato scritto da un solo uomo, con un intento ben preciso: riunire un popolo sotto la bandiera della religione, con norme che scandiscono ogni momento della società che si è venuta a creare.

Piccolo esempio: un mediatore culturale che dovrebbe essere un anello di congiunzione tra italiani e immigrati, a proposito dello stupro, ha detto “Lo stupro è peggio solo all’inizio, poi la donna si calma e si gode”. Eppure Abid Jee pakistano di 24 anni è iscritto all’Università di Giurisprudenza a Bologna. Ultimo fatto di cronaca a Roma: una coppia è stata picchiata da un musulmano “moderato”, perché stavano baciandosi davanti a una moschea all’Esquilino, peraltro abusiva. Il che fa riflettere. In Italia ci sono molte enclavi che rifiutano l’integrazione, parlo di tutte quelle etnie che mettono al primo posto le loro usanze.

Essere italiano non è un semplice pezzo di carta che lo conferma. Essere italiano è sentire l’appartenenza ad una cultura millenaria ed esserne fieri e consapevoli.

Questo vuol dire amare la propria PATRIA. Io non credo che queste “risorse” (come le chiamano i buonisti-opportunisti) abbiano mai letto la definizione che ne da il vocabolario. “Patria”:

Il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni.

E qui mi fermo, perché se continuo ad elencare come stanno distruggendo l’Italia, non basterebbero cinque anni, nate dall’ albero maledetto di questa legislatura non legittimata dal popolo. E per rifarmi, all’ inizio di questa riflessione dirò soltanto «Klaatu, Barada, Nikto!» . Sperando che serva a fermare la distruzione dell’Italica Cultura.

Alessandro Lemucchi ©