Bella ciao

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Ninetta Pierangeli, Bella ciao, Scatole parlanti, Viterbo, 2017

L’anno è il 1976: il partito comunista italiano vince per la prima volta le elezioni amministrative a Roma. Alberto e Monica, due giovani uniti dai sentimenti e dalla fede politica, festeggiano con tutto il quartiere sulle note di “Bella ciao”. Ma gli eventi incalzano e nuovi gruppi, più radicali, extraparlamentari e terroristi, si insinuano nel movimento operaio e studentesco. Alberto, tecnico in fabbrica, e Monica, studentessa universitaria sembrano continuare insieme il loro percorso politico, ma, in realtà, Monica va verso una radicalizzazione che Alberto non condivide completamente. Monica diventa una brigatista e Alberto un fiancheggiatore.

Ma alcune azioni terroriste finite male e la morte improvvisa e violenta del papà di Alberto cambiano il destino dei due che si trovano separati per sempre dal giudizio del Tribunale.

Monica si dichiarerà prigioniera politica e non si pentirà mai della scelta fatta, Alberto maturerà una conversione che lo porterà ad accompagnare il movimento operaio in un’altra ottica: quella della fede. Un epilogo commovente e inaspettato ci condurrà alla fine della storia.

Il romanzo di Ninetta Pierangeli, alterna le voci dei due protagonisti che narrano la loro storia in prima persona. Il dramma della loro separazione si consuma in un breve periodo di tempo, ma le vite di Alberto e Monica resteranno segretamente intrecciate. Un racconto breve, che si legge di un fiato, riportandoci a quegli anni in cui passione, idealità e violenza facevano parte del tessuto quotidiano in cui ci si poteva anche perdere.

Il finale, che si compie nel 2007, ritrova i due personaggi in un tempo completamente diverso sulle note ancora di “Bella ciao”.