2007/2017, caro Babbo Natale …

La crescita economica si fa con la spesa.

201

caro Babbo NataleCaro Babbo Natale,

10 lunghissimi anni dentro questa maledetta crisi: uffffffa!

Già, tu non centri ma, di questi tempi, forse puoi fare qualcosa.

Non dirmi pure tu, ti prego, che ne siamo fuori; ennò, questa ripresina ha tutt’al più un respiro congiunturale mentre i problemi di natura strutturale son tutti lì insoluti tanto che, oltre la crescita, cresce di più il “rancore” come dicono dal Censis.

Cosa puoi fare, dici?

Beh intanto conoscere il non ancora detto della crisi aiuta a non scambiar lucciole per lanterne.

Facciamo così, ti racconto una storiella poi vediamo….

“Il mercato in origine trova ragione nell’eccedenza; vendo, insomma, quel che a me non serve.

Poi passano i giorni, gli anni persino i secoli; di eccedenza (*) in eccedenza però si può morire.

Prima di morire le imprese tentano riducendo i costi, prevalentemente quelli del lavoro (**), di poter essere competitive e vendere il loro troppo in magazzino.

Per dar man forte, chiamano a raccolta tutte le politiche e le tecniche di reflazione che, per dar sostegno alla domanda, hanno alterato il meccanismo di formazione dei prezzi per non ridurli.

Vista l’aria che tira, il potere d’acquisto si riduce progressivamente, aumenta invece il debito fino a fare sboom.

Già, con l’ausilio di quel debito il Consumatore, pur di non mancare al ruolo, non ha lesinato la domanda e, di domanda in domanda, ha finito con l’affrancarsi dal bisogno.

Dunque, i 10 anni di crisi stanno tutti in questi fatti e dentro la contraddizione che si mostra.

Eggià, la crescita economica si fa con la spesa, che s’ha da fare con redditi da lavoro striminziti, in tasca a consumatori satolli che al mercato dovrebbero incontrare produttori ingolfati di merci: bella no?”

Carissimo, ciò detto, non ti chiedo di rimettere in sesto i cocci, manco il miracolo che non ti spetta. Mannaggia, non puoi portar loro manco il carbone perché spetta alla Befana.

Puoi però negare il solito regalo, quel “credito di ruolo” che li accredita da sempre con tutti, per portarlo… chessò ai Consumatori. Si, da ora in poi “credito”, non debito!

Cosa ne dici, Babbo? Beh, intanto buon onomastico!

(*) Dopo il primo produttore arriva il secondo poi via, via 10, 100, 100, 10.000 fino a “enne”; migliorano il loro fare, con lo sviluppo tecnologico migliorano i processi produttivi e la qualità del prodotto: nel 2016, al G20 di Hangzhou, in Cina, si prende atto degli eccessi, viene costituito un forum “per monitorare il processo” e tagliare le sovraccapacità.

(**) Tutte quelle eccedenze hanno prima svalutato il lavoro, inevitabilmente poi sgangherato con contratti a termine, impegno part time, precariato; tutti malamente retribuiti.

Mauro Artibani, l’Economaio