Divagazioni sulle droghe psichedeliche

Nuove leggi e quindi norme animano il dibattito sulle droghe "ritenute" leggere

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Divagazioni sulle droghe psichedeliche
Salvia divinorum

A cavallo tra il 2017 ed il 2018 abbiamo visto l‘impressionante fenomeno dell‘apertura di numerosissimi negozi di vendita di cannabis “leggera“ e come al solito si è aperto il prevedibile dibattito tra i favorevoli ed i contrari alla cannabis legale. Questo dibattito è emblematico della pluridecennale vicenda delle droghe psichedeliche e dei diversi approcci al loro uso e consumo.

Di Paolo Nicoletti

Nuove leggi e quindi norme recentemente introdotte hanno consentito l‘apertura di negozi e catene commerciali ed addirittura nuovi tipi di brand il cui cavallo di battaglia è la cosiddetta cannabis light. Come è noto la marijuana si ricava dai fiori essiccati, o meglio dall‘infiorescenza (gruppo di rametti recanti fiori) essiccata di cannabis, ossia la canapa.

Molte persone hanno quindi avuto nuove occasioni di guadagno, dai coltivatori agli industriali della canapa fino a nuove categorie di commercianti ed imprenditori, che hanno trovato nuovi modi di utilizzare le varietà di canapa già abbondantemente usate per i tessuti o per la carta, oltre che in edilizia.

Secondo un copione già collaudato abbiamo assistito ad interviste di passanti e persone comuni che si sono dichiarate pro o contro la cannabis legale, che è caratterizzata da ridotte percentuali di principio attivo ( THC ) ed elevati contenuti di CBD, un cannabinoide dagli effetti positivi.

Ora, coloro che sono stati ad Amsterdam sanno che ci sono decine e decine di negozi che vendono legalmente vari tipi di droghe leggere, tra cui la cannabis, in base ad un approccio olandese fondato sulla libertà più ampia dei cittadini e sulla estensione massima dei loro diritti e facoltà, approccio che si esprime anche nel famoso quartiere a luci rosse in cui le vetrine permettono di vedere ragazze che si auto-espongono in attesa di clienti.

Il tempo e le capacità di coloro che interverranno nelle adeguate sedi di tale dibattito determineranno il futuro di ciò che in Italia potrà essere l‘approccio alle droghe psichedeliche.

Nell‘intento di fornire al lettore le stesse notizie che hanno attratto chi scrive, ricordiamo che le droghe psichedeliche appartengono alla grande famiglia delle sostanze allucinogene, e si caratterizzano per gli effetti e le alterazioni che provocano alle nostre percezioni, alla nostra mente, alla nostra psiche ed al generalizzato uso dei nostri sensi. Ragazzi maturi che hanno vissuto gli anni 50 e 60 del ventesimo secolo sanno che le sostanze psichedeliche ( LSD, DMT, mescalina, psilocibina etc. etc. ) ed il loro uso ed impiego hanno fortemente influenzato la cultura e la scienza del 900, tanto che perfino il termine psychedelic fu inventato da due intellettuali, ossia dallo psichiatra Humpry Osmond mentre scriveva negli anni 50 al famoso scrittore Aldous Huxley.

Secondo la scala ed i criteri di Leo Hollister (americano, professore emerito di farmacologia, psichiatria e medicina), perché una sostanza possa dirsi psichedelica essa deve:

  • avere come effetti predominanti le alterazioni di pensiero, percezione ed umore (thought, perception and mood);
  • avere un impatto minimo sulla memoria e sulle capacità intellettive;
  • non avere tra i suoi effetti intrinseci o sostanziali la narcosi o lo stupore o l‘eccesso di stimolazione,
  • avere minimi effetti collaterali sul sistema nervoso centrale (autonomic nervous system);
  • assolutamente non provocare dipendenza (addictive craving, desiderio inducente al vizio: “addictive craving should be absent“, ossia la sostanza psichedelica non dovrebbe provocare vizio o dipendenza di essa).

Quando qualcuno ci parla di sostanze psichedeliche, pensiamo subito all‘LSD e ai famosi complessi e bands musicali, perché l‘LSD ha avuto una notorietà mondiale grazie ai numerosi riferimenti culturali e cinematografici ed a causa della sua storia singolare. Ricordiamo che l‘LSD (dietilammide-25 dell‘acido lisergico; 25 era il numero del campione di LSD) fu sintetizzato dallo scienziato svizzero Albert Hofmann nel 1938 durante ricerche condotte per una nota casa farmaceutica, e gli effetti psichedelici di esso furono scoperti nel 1943, quando una minuscola dose di LSD cadde su una mano di Hofmann. Hofmann ci ha lasciato recentemente all‘ età di 10 anni e le storie delle sue ricerche sull‘LSD sono raccontate in un suo libro, “LSD, il mio bambino difficile ( “LSD, my problem child“ ) “.

Da rilevare che Hoffman è originario di Baden, le cui terme erano il ristoro di ufficiali e legionari romani, una città che per secoli è stata punto di attrazione cosmopolita, un centro all‘avanguardia nella cultura e nella tecnologia (tanto che la prima ferrovia svizzera fu inaugurata a Baden).

Nel 1947, negli Swiss Archives of neurology, lo psichiatra Werner Stoll scrisse il primo articolo scientifico sull‘LSD (in ordine a possibili applicazioni dell‘LSD nel trattamento di alcune patologie psichiatriche), e dopo la pubblicazione del lavoro di Stoll in tutto il mondo vennero scritti articoli ad alto livello scientifico sull‘LSD, articoli e lavori di ricerca che potevano e possono essere contati a centinaia, e che oggi vengono rivalutati e riesaminati come una preziosa risorsa per le nuove ricerche che in questi ultimi anni vengono intraprese ( vedasi il coraggioso e documentato materiale di Erika Dyck del 2005, “ Flashback: Psychiatric Experimentation with LSD in Historical Perspective “, in The Canadian Journal of Psychiatry “,50 (7): 381-388 ).

Dopo aver parlato di Hoffman e dell‘LSD, cominciamo dalla fine: nel mese di gennaio 2018 un gruppo di insigni scienziati cinesi specializzati in oftalmologia ha condotto ricerche sull‘LSD, ed ha verificato che l‘LSD può provocare danni ai fotorecettori inducendo risposte infiammatorie e stress ossidativo (Lysergic acid dhietylamide causes photoreceptor cell damage through inducing inflammatory response and oxidative stress, Cutan Ocul Toxicol, 2018 Jan. 19 . 1-7).

Le ricerche degli scienziati cinesi potrebbero essere inquadrate in un processo storico incisivamente e giornalisticamente riassunto nella famosa rivista PopSci ( Popular Science, Why doctors can’t give you LSD But maybe they should, articolo di S. Ferro del 6 aprile 2013 ). Come è noto, Popular Science è una rivista che dal 1872 informa i lettori di ogni categoria sui progressi della scienza e della tecnologia, è stata tradotta in 30 lingue ed insignita di molti ed anche recenti premi per l‘eccellenza giornalistica.

Nel citato articolo su PopSci viene ricordato come nel 1970 Richard Nixon abbia firmato il Controlled Substances Act, ossia una legge diretta a controllare la produzione e distribuzione di sostanze farmacologiche negli USA, conferendo al Governo ampie facoltà per vietare e bloccare i farmaci a seconda del loro inserimento in apposite tabelle: quelli inseriti nella tabella o Schedule I sono considerati come potenzialmente pericolosi e quindi ne viene vietato l‘uso in medicina e non possono essere prescritti con ricette mediche, mentre quelli inseriti nella tabella o Schedule II possono essere prescritti con ricetta. Mentre in questa tabella meno restrittiva sono stati inseriti la cocaina e la morfina e l‘oppio, alle sostanze psichedeliche come l‘LSD ( e la mescalina, la psilocibina etc.) è toccato l’inserimento in Tabella o Schedule I. Il lettore può agevolmente ricordare che oppio e morfina e cocaina danno dipendenza fisica, crisi di astinenza etc., mentre le sostanze psichedeliche non generano dipendenza (almeno, non quella fisica ).

Già nel corso degli anni 60 il governo USA aveva introdotto limitazioni e divieti all‘ uso dell‘LSD e delle sostanze psichedeliche, tanto che nel 1963 Richard Alpert e Timothy Leary, famosi scienziati di Harvard, vennero espulsi dall‘università a seguito delle loro sperimentazioni con psilocibina ed LSD. E nel 1971 l‘ONU introduceva forti limitazioni e restrizioni all‘uso delle sostanze psichedeliche ed agli studi sperimentali su di esse, provocando di fatto il brusco e timoroso arresto dei promettenti filoni di ricerca scientifica che riguardavano le proprietà e potenzialità terapeutiche delle sostanze psichedeliche, filoni di ricerca che sono stati faticosamente ripresi e resuscitati solo in questi primi vent‘anni del ventunesimo secolo.

In base ad uno di tali filoni di ricerca, l‘LSd potrebbe aumentare il processo primario del pensiero tramite attivazione del recettore della serotonina 2A (“LSD increases primary process thinking via Serotonin 2A Receptor Activation“, Kraehenmann R. et Al, PMID 29167644, DOI 10.3389/fphar.2017.00814).

In futuro vedremo quindi nuove ricerche scientifiche sulle sostanze psichedeliche, che sono comunque difficili e pericolose da usare se si è privi di competenza ed esperienza. Ad esempio, l‘LSD comincia a dare effetti già usandone 20 microgrammi, ed un microgrammo è un millesimo di milligrammo, ossia un milionesimo di grammo. Inoltre, alcune sostanze psichedeliche influiscono sui livelli di zucchero nel sangue, sulla temperatura corporea e sul ritmo cardiaco.

E se in futuro vedremo nascere (sul modello olandese) degli LSD Shop per il consumo tollerato di LSD ed altre sostanze psichedeliche, è auspicabile che ciò venga fatto in modo oculato, tanto che già Albert Hofmann (l ‘inventore dell‘LSD ) avvertiva che “l‘uso delle droghe che agiscono sulla coscienza è qualcosa che deve essere preso con la massima serietà“.

E se noi, qui ed ora, andiamo in palestra solo dopo aver ottenuto un certificato medico ed andiamo al poligono di tiro a segno dopo aver ottenuto idonea documentazione amministrativa e medica, potremmo prevedere che i futuri negozi Psichedelic Shop potrebbero consentire l‘ingresso solo ai detentori di libretti di Pubblica Sicurezza attestanti, ad esempio, le dosi massime di LSD tollerate dal detentore del libretto ( dosi certificate da un medico di medicina legale o sportiva o di altra specialità ) nonché i tempi di recupero ed altri dati importanti e significativi, tanto da evitare che i consumatori appena usciti dallo shop possano mettersi troppo presto a guidare automobili e svolgere altre attività pericolose.