Ma con che bicchiere si fa un gin tonic?

Gli interessanti retroscena della storia del gin tonic

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Gin tonic grazie. Quante volte avete pronunciato questa frase in un bar o l’avete sentita nominare?

La storia del Gin tonic è romantica, almeno per quelli che, come il sottoscritto, sono dei fan sfegatati di questo distillato il cui nome deriva dalle bacche della pianta utilizzate per produrlo, il Ginepro.

Pare che il gin sia nato nei Paesi Bassi, attorno alla metà del 1600. Sembra, inoltre, che il suo uso fosse destinato ai soldati olandesi che nelle Indie Orientali si ammalavano di febbre e malaria.

Si, oggi accade più o meno lo stesso, solo che si viene contagiati da una malattia moderna, ovvero la febbre del Sabato sera!

La storia ci racconta anche che un momento storico battezzato come “The Gin Craze“, risalente ai primi del 1800, sia stato dedicato al famoso composto alcolico. Ci troviamo a Londra in un periodo in cui si manifestò un incremento spropositato nell’uso del Gin da parte della massa. Il Gin, nato per curare una malattia, ha creato dei malati al punto che il Parlamento inglese dovette promulgare ben 5 atti legislativi. Disincentivare il gin? Mentre oggi ci sono gli incentivi auto, allora si lottava contro la distillazione delle bacche di Ginepro.

“Il gin non era (come l’assenzio) la bevanda degli esteti con i pantaloni di velluto, non era (come il porto) il brindisi dei rispettabili mercanti e studiosi, non era (come la birra) la bevanda rinfrescante dei contadini della Merry England. Il gin è urbano e possiede, o si dice che possieda, tutti i vizi e le virtù della vita di città” (cit. http://ilgin.it/).

Gin tonicIl romanticismo arriva fino ai giorni nostri. Ovvero fino al momento in cui, seduto in uno speakeasy di Roma, un barman mi prepara un gin tonic chiestogli espressamente con Hendrick’s. Un amante di questo gin, giuro che non è pubblicità, sa benissimo che si serve con una fetta di cetriolo e non di limone.

E che cavolo! Lo sanno tutti dico tra me e mia moglie.

Non solo me lo serve col limone, ma nel bicchiere alto e stretto (tumbler stretto o high ball, il nome l’ho cercato su Google lo ammetto) mentre io me lo aspettavo in quello largo che pare si chiami highball Casablanca (sempre cercato su internet). Insomma con fare presuntuoso in un primo momento mi lamento, senza esternare troppo, promettendomi di fare una ricerca sul tema una volta rientrato a casa. Questo perché, in realtà, in un secondo momento mi sono chiesto se effettivamente ne sapessi davvero qualcosa di come si prepari un gin tonic. Ad esclusione dell’obbligatorietà del cetriolo abbinato al Gin Hendrick’s.

Sul cetriolo ci avrei scommesso anche un occhio!

Dopo qualche minuto di letture e ricerche scopro delle cose interessanti. Dietro al gin esiste un mondo romantico ed antico. Ma la cosa più stupefacente è che realizzo di essere con molta probabilità un discendente dei ragazzi inglesi vissuti durante il Gin Craze.

Intendiamoci non mi definirei un ubriacone come i miei antenati di inizio ‘800, ma direi piuttosto un illuminista del Gin.

E nella vostra lunga estate avete delle storie da raccontare legate ad un cocktail? Coraggio lo sappiamo che la notte succede di tutto.