Gordana Pavlović – “Legato al mio genere serbo”

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Gordana Pavlović (1971)– È nata a Sarajevo. Inizia a scrivere circa vent’anni fa, mentre la sua prima pubblicazione è datata solo al 2013. D’allora fino ad oggi ha scritto più di 80 recensioni di diverse opere letterarie in Serbia e all’estero. E’ stata anche redattrice di numerose Antologie e Raccolte poetiche e prosastiche. La sua poesia è stata tradotta nelle lingue macedone, inglese, tedesco, bulgaro, albanese, sloveno. È membro dell’Associazione degli scrittori di Serbia e membro di Matica Srpska di Novi Sad. Membro onorevole del Club Letterario “Duško Trifunović” di Kikinda, Presidente onorario dell’Associazione dei liberi artisti “Aleksa Šantić” – Repubblika Srpska.

Gordana Pavlović

Opere pubblicate:

  • Legato – poesia, 2013 – “Dosije”, Beograd,
  • Quando l’anima inizia a parlare – poesia e prosa , 2013- SVEN Niš,
  • La trama della vita – poesia, 2014, SVEN Niš,
  • Scrigno di ricordi – corti conti, 2015, SVEN Niš,
  • Le fessure del cuore – poesia multilingue, 2015, SVEN Niš,
  • Voglia d’acciaio – romanzo, 2015, SVEN Niš,
  • Legato al mio genere serbo – conti ,2016, SVEN Niš,
  • Lume della candela – pensieri spirituali, canti, 2017 – SVEN , Niš
  • 4320 minuti del genio serbo – romanzo scritto insieme con Olga Zorić – SVEN Niš,
  • Stigmatizzazione della verità- 2017 –fotoromanzo – sofferenze dei giornalisti, insieme con Radomir Smiljanić- Sven Niš;
  • Con la provvidenza divina guidati – 2017 – forza della donna serba, forza della fede raccontati attraverso il destino di una ragazza negli anni novanta del secolo passato – Sven Niš;
  • Tesla ieri, oggi, domani – 2017 – un testo drammatico sulla vita e le invenzioni di Nikola Tesla in collaborazione con scrittore Nikola Lončar– SVEN Niš.

Vive e lavora a Belgrado.

Nella sua enorme opera letteraria, in questa occasione per il lettori di BombaGiù abbiamo scelto alcuni versi più significativi della sua silloge “Legato”- 2013.

Preghiera senza parole

Mani ruvide, ferite,
nel pugno serrate,
sotto le unga il nero,
tracce della terra arata
per far crescere il seme
girato verso il  cielo
e senza parole prega.

I piedi pesanti, scalzi,
lungo le strade fangose
tracce di sangue lasciano,
freddo dell’alba primaverile
sotto la pelle si annida.

Il dosso curvato,
l’inetro campo su di esso
e focolare
e pianto dei bambini negli orecchi,
verso il cielo guarda
e senza parole prega.

Nei peti solo l’anima
batte fortemente sui polsi
il resto languisce,
essa non dimentica
non abbandona
e continua come prima.

Gli occhi neri,
guardo inchiodato sull’orizzonte,
dinanzi a lui una altra battaglia
e combattenti non ci sono,
mentre si prepara la bufera
con le mani ferite
raccoglie suoi semi,
e la terra nera e vuota,
non vuole ancora abbracciarlo,
spezzato e privo di speranza – vive,
e senza parole prega.

LACRIMA PIETRIFICATA

Silenzio e oscurità
vuotezza dolente,
dal pensilina del cuore
sgocciola lacrima pietrificata
cade per terra
per rompere il silenzio.

Avanzo del buio
si spezzo
la brama s’incarno
e divenne ombra,
mi tocca le spalla
parti lacrima pietrificata.

Cade sul palmo
e rimane lì,
tuo sguardo si nasconde in essa
scopre mie debolezze,
invano sono come roccia
sola e snudata.

Silenzio e buio
e dolente vuotezza,
l’anima del corpo si stacca,
è da lungo che non mi appartiene
in te seppelita
per me rimane
lacrima pietrificata

Introduzione e traduzione dal serbo all’italiano da Biljana Z.Biljanovska