Per chi non si accontenta.

Tutti noi abbiamo il nostro commercialista, avvocato, consulente aziendale o semplicemente una persona di fiducia che nel momento del bisogno ci rivolgiamo per una consulenza, un parere, o un consiglio, altri rimettono le proprie decisioni nelle loro mani, nella speranza che, essendo appunto dei tecnici, siano in grado di avere la giusta soluzione.

I consigli o i pareri tecnici che dir si voglia, scaturiti dall’esperienza possono rivelarsi più che validi nei momenti di stabilità economica. Soprattutto al verificarsi del cosiddetto Cigno Nero, ovvero nel momento in cui si dovessero verificare condizioni di mercato completamente non preventivabili. Situazioni dovute appunto all’avverarsi di un evento di tipo straordinario o non convenzionale. In qeusti casi tali “consigli o indicazioni” possono dar corso ad ingenti perdite di capitale se non addirittura al default aziendale.

Pertanto al pari di quando andiamo a comprare una nuova autovettura, prima di procedere alla stipula del contratto, ci informiamo praticamente non solo su tutte le caratteristiche dell’auto in questione, ma facciamo altresi una comparazione con altre vetture similari appartenenti alla stessa fascia.

La mia domanda è, perché fidarsi di un solo consulente al momento di effettuare una qualsivoglia forma di investimento? Sia che si tratti di capitale di rischio, sia che si tratti della sostituzione di un macchinario all’interno della propria azienda o semplicemente scegliere la polizza vita più confacente alle nostre esigenze.

So che non è facile essere d’accordo con questa mia esposizione, e non vi chiedo di essere d’accordo con me. Sono io, al contrario, che vi chiedo se fosse possibile poter valutare forme di consulenza alternative prima di prendere qualsiasi decisione.

Per chi non si accontenta.

Marco

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