Quando la Rai umiliò Frizzi. L’ipocrisia a Viale Mazzini

Anche la storia d'amore con la Rai ebbe momenti bui

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Quando la Rai umiliò Frizzi. Ieri nella Chiesa degli artisti di Roma, colleghi della Tv, artisti di altre categorie e 10mila persone comuni, hanno dato il loro ultimo saluto a Fabrizio Frizzi. Stroncato da un’emorragia celebrale lunedì alle 4 di mattina. Fabrizio Frizzi aveva un tumore al cervello, di cui l’ischemia dello scorso ottobre era stata solo una terribile avvisaglia. Ma aveva ancora tanta voglia di combattere, per la giovane moglie Carlotta e la figlioletta di soli 5 anni.

Fabrizio Frizzi ci lascia a 60 anni, che nessuno gli avrebbe dato. In questi tre giorni sono stati una pioggia inarrestabile le dediche a mezzo Social. Perché Fabrizio Frizzi era uno che non si poteva odiare. Sincero, umile, professionale. Faceva tanta beneficenza senza mai ostentarlo. Anzi. Gli amici gli rimproveravano il fatto che esagerasse pure. Frizzi lascia un vuoto difficile da colmare in una Tv sempre più volgare, urlata, costruita. Lui era sincero, trasparente, pulito.

La Rai ha sospeso molti programmi nella giornata di lunedì e per tre giorni gli ha dedicato ampio spazio. Anche la D’Urso lo ha fatto, malgrado fosse di Canale 5. Per un periodo la Mediaset lo ha anche corteggiato, ma lui è rimasto sempre fedele alla Rai. Quella Rai che oggi lo omaggia, ma che da vivo non ha mancato di umiliarlo ed emarginarlo. Come ha ricordato anche il suo amico Pupo.

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