La spiaggia dei dispersi

A Sabaudia c'è una spiaggia dei dispersi.

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La spiaggia dei dispersi

A Sabaudia c’è una spiaggia dei dispersi. Non è indicata su google map. Una voragine mi attrae, dopo le sabbie mobili, un passo avanti, uno indietro e la signora voragine mi accoglie. Mi brucia dentro il fuoco di un demone che mi divora con le fiamme, contemporaneamente mi congelo. Il mio corpo è un meccanismo diabolico, si taglia da solo. Dei crateri pieni di pus maleodoranti esplodono. Lo zaino della vita fuori protesta. Sono le persone che hanno investito tempo ed energia per te. Sono deluse, non accettano che tu sia precipitata nella voragine.

In camera da letto due stampelle mai più, andavo in bicicletta, è passato un motociclista con il casco, sono salita sulla moto, poi tornavo in bici. Un giorno è passato senza casco, mi ha portato con lui su un deltaplano, mi ha condotto sul crinale di una cometa. Mentre dicevo “è bellissimo qui, non ci sono mai arrivata”.

Quel congegno che regge il deltaplano si è rotto, il paracadute non si è aperto, il cuore non aveva il preservativo, la montagna è diventata un oceano di lacrime. I cellulari quando servono hanno la batteria scarica, non hanno rete, non hanno credito sono irraggiungibili. Poi un bip, un messaggio “non è colpa tua, ho bisogno di solitudine, dopo un po’ non reggo più. Abbi cura di te, non conosco il futuro”. Una voce: “te l’avevo detto io”. Un’altra: “fuggi finché sei in tempo,… è un bipolare”. Un’altra: “soffre anche lui nella solitudine dorata”.

Sono un chicco di caffè, nella voragine.

La spiaggia dei dispersi.

Di Fausta Insognata Disumano