IL CASO gioca anche con una treccina

Il caso gioca spesso con le persone, ma io ho smesso di pensare al caso, che determina strani intrecci.

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Sabaudia: oggi il mare è un po’ mosso. Sono gli ultimi giorni di maggio. Un’estate che già le è scoppiata dentro.

Dalla capitale Carla fugge sempre più spesso. Incredibile Roma così vasta, così enorme, ma a lei ogni angolo sembra parlarle di lui. Quando sei in fuga da una storia, ogni cosa sembra sussurrarti il suo nome. Anche leggendo un libro, ti sembra che lui spunti fuori come protagonista. Il caso gioca sempre con il destino dei fuggiaschi. Un latte e menta al chiosco. Francesco un ragazzo romano si avvicina a lei: “posso disturbarla un attimo? Non si spaventi, credo che io debba restituirle qualcosa di suo. Una treccina, aspetti la tengo da mesi nel portafoglio, sono sicuro che sia la sua. Una sera sul regionale a Roma Termini, il treno era affollatissimo, lei era seduta, un libro, stava con il cellulare in mano: “Ma allora scendo”. Si è fatta largo tra la folla, sembrava la scena di un film romantico, quelli che le donne prendono il fazzoletto e piangono.

La scena in quel vagone non è passata inosservata ed ognuno cominciò a tracciare scenari.

La mia amica sentenziò: “questa storia non arriva a Pasqua, lui è uno inconcludente, che arriva sempre tardi agli appuntamenti”. Io confesso rimasi colpito dall’esplosione delle sue tette e raccolsi questa treccina. Carla ride, pensando tra lei, più fuggi e più qualcosa ti tira dentro i ricordi. Si era proprio sua quella treccina, ne semina in ogni dove, finora aveva ritrovato solo quelle seminate nella casa romana di lui. Ricorda bene quella discesa da un treno in partenza, lui era rimasto a dormire, lei pensando che non la raggiungesse, aveva preso il treno. Per poi scendere all’ultimo fischio. Lui con la treccina in mano: “Mi chiamo Francesco, vivo a Roma lavoro in un’agenzia di scommesse, posso sedermi? Finita la sua storia?”

Carla lo guarda, il mio blocco notes è pieno di incipit, ma non ho ancora scritto il finale, sono peggio del Boiardo nell’ORLANDO INNAMORATO che fine farà Angelica?”

Lui: “ma il caso sta giocando con noi, pensi ho tenuto per mesi la sua treccina.” Il caso gioca spesso con le persone, ma io ho smesso di pensare al caso, che determina strani intrecci. Il coinquilino della mia amica alla stazione Termini ha conservato una fototessera per tanto tempo, poi quella ragazza si è materializzata alla sua vista, le ha restituito la foto, nella Roma oceanica uno scusi nella ressa ti intrappola. Quest’incipit di questa treccina si va ad intrappolare nel romanzo sabaudiano ancora senza titolo e senza finale. Un bip sul cellulare di Carla: “Buongiorno oggi ricordiamo, esercitiamo la memoria, i segni zodiacali sono dodici, scrivili in ordine”. Carla sorride: “Questa spina neanche lui in fondo vuole staccarla, cosa intreccerà il caso questo fine settimana?”

Il caso gioca anche con una treccina.