Per la rivoluzione … serve la spazzola

Carla pensa che la sinistra al potere si comporta come la destra.

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Incredibili certi intrecci quando il caso decide di giocare. Sveglia all’alba questa volta. Per Carla svegliarsi all’alba di domenica è quasi una tragedia, ma il fine è nobile.

La causa, a Trivigliano, un paesino ovattato, dai ritmi lenti e sonnechianti, attrezzati di tutto, la domenica nel centro troverai aperto solo un baretto. Un regista indiano, di origini libiche, che vive a Praga sta girando un corto Between the lines, titolo provvisorio. Cerca persone, delle comparse motivate per delle scene di festa di una “liberazione” di un’epoca senza tempo alcuni dettagli sul set sono però significativi nel determinare a Carla il periodo temporale. Inconsapevolmente sul suo blocco notes Carla si ritrova a scrivere quasi una trilogia sulla sinistra.

Il cast delle persone coinvolte sono tutti volti che conosce, sono espressioni di quella esplosione dell’atomo scisso in una miriade di particelle della sinistra.

Persone motivate a cantare Bella Ciao, per festeggiare Bella, una bambina color cioccolato, simbolo dell’inclusione di un’Italia moderna. Come tutti quei paesini che hanno ancora un centro storico, fatto di un dedalo di vicoli e scale, bisogna parcheggiare e farsela a piedi. Ah piccolo dettaglio, la costumista ha dettato delle regole per la festa di liberazione.

Bisogna avere qualcosa di rosso e la gonna deve essere lunga o un vestito.

Carla fa la prima scoperta sensazionale della sua vita, è impacciata a partecipare alla festa, camminare con una gonna lunga, sente un ostacolo tra le sue gambe. LEI da anni o leggins o gonne corte. La prima immagine che la colpisce arriva dal set del mondo reale “Via della Libertà ” è transennata, sapendo che è un vezzo arrivare in ritardo per il popolo della sinistra Ivano che l’ha trascinata in questa avventura ha dato appuntamento almeno due ore prima e ha rigorosamente mentito sui tempi. Un’oretta, ma la festa “della liberazione” li vedrà protagonisti tutta la giornata a Trivigliano.

Via della Libertà è transennata, sul blocco notes di Carla diventa un chiaro simbolo dei tempi moderni.

Appena arriva in piazza scopre niente Manifesto oggi, non esiste un’edicola, il bar sembra proprio di una Italia anni cinquanta. Il tempo sembra essersi fermato. Nella piazza da una finestra un signore affacciato dal volto corrucciato le richiama alla mente quello che si affacciava a Piazza Venezia, sulla sua porta dei manifesti che invitano a difendere la patria. La tentazione di strapparli è forte. Solo a fine serata Carla scoprirà che quel signore è tornato da ROMA, ieri nel paese il funerale della moglie. Il signore oggi resta imprigionato dal suo dolore, durante la festa di liberazione. Finalmente dopo due ore comincia il set vero. Primo incontro, supera subito la prova costumista.

Il suo look l’ha preso in prestito nell’armadio della bisnonna, partigiana vera. Sul suo blocco notes scrive il suo film.

Appena arriva il regista l’individua subito come quella dello striscione, che diventerà la sua coperta di Linus. Quello striscione l’accompagna per tutto il giorno, cambiano i volti. ma lei e lo striscione attraversano la storia. Piccolo dettaglio, lei inserisce nella ripresa gli occhiali da sole, interviene la costumista a toglierli. Carla pensa attorno a me sono cambiati tutti, ma gli occhiali fanno la differenza. Avevo cominciato a reggerlo con una militante del Pd, poi con uno di liberi e uguali, poi con le pensionate, ma la costumista nota che nella scena ci sono gli occhiali.

Come nella realtà in ogni manifestazione lo striscione resta a lei così nel set “DIVISI CADIAMO, UNITI VINCIAMO” recita lo striscione, è il film della sua vita.

Ha perso il conto delle scissioni che l’hanno attraversata. La festa della liberazione è dura, le scene vanno ripetute all’infinito, ci sono diversi operatori a dettare le regole spesso in contrasto tra loro. Troppi galli a cantare, la rivoluzione non si fa. Ogni tanto per le riprese viene sgombrata la piazza. Carla pensa che la sinistra al potere si comporta come la destra. Era arrivata in piazza con il “sol dell’avvenire” la sinistra per il caldo è diventata liquida, ogni tanto la costumista arriva con la spazzola a sistemarle i capelli. “Ecco perché non ho vinto la rivoluzione, in piazza con me non ho mai portato la spazzola”, dice a Daniele, giovane socialista, che nel set ha una bandiera rossa, senza simboli. Ho scritto un film e siete tutti scritturati dice Carla. Intanto ciliegina sulla torta sul set serve una donna che incita a strappare i manifesti.

Il regista guarda Carla: “Tu”. Giovanni, il presidente dell’Anpi, la guarda: “il regista è proprio Freud”.

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