Aspettai che il sonno la pietrificasse, le buttai il braccio sopra il collo pesante come una catena.

Cercai di addormentarmi ci riuscii dopo mezz’ora e mi risveglia dopo qualche ora. Mia moglie si svegliò poco dopo di me, era felice di vedermi accanto a lei, come se non avessimo mai litigato prima o discusso negli altri giorni. “vuoi un caffè”-mi chiese, “si grazie! Mi serve proprio dopo questa dormita”, le risposi. Andò in  cucina lasciandomi sul divano, così decisi subito di andare a vedere che fine avesse fatto il murales. Aprii la porta della nostra camera da letto e notai che il mio pollice era quasi guarito, diventava sempre di più del colore della mia pelle non lasciando tracce sul nero/rosso che si era fatto intorno all’unghia.

Entrai in camera e andai direttamente alla parete del nostro letto, mi avvicinai sempre di più e notai che c’erano tutte le crepe di prima all’infuori di una, quella del mio pollice. Come per magia svanì.

Non potevo più dare la colpa a nessuno, nè tantomeno a mia moglie. C’eravamo so.o noi in  casa quel giorno, nessun’altro. Non sapevo cosa pensare, così decisi di non dirle nulla andando indifferente a bermi il caffè che aveva preparato per me. “ti piace?”-mi disse “si è più buono del solito”, era quello che pensavo, non so perchè ma era davvero più buono del solito. Mi diede un bacio, come per ringraziarmi per il complimento che le avevo fatto.

Passarono dei giorni e tra me e mia moglie le cose andavano più che bene, era sempre al settimo cielo.

Facemmo l’amore più volte in un giorno, mi sembrava una follia passare dall’odio all’amore in così poco tempo, però ero felice per noi che per qualche giorno smisi di andare a controllare quel maledetto murales. Passarono tre giorni, e un giorno distratto decisi di andare a cambiarmi i pantaloni che avevo sporcato col thè. Lo sguardo mi cadde sul murales, era come nuovo. Di tutte quelle crepe ne era rimasta solo una, sulla pancia di mia moglie. Rimasi perplesso a guardare quel muro, pensando al fatto che qualsiasi negatività che succedeva dentro la nostra casa non lasciava il segno solo a noi ma anche al muro sopra al nostro letto.

La negatività su un murales – di Elena Bianca