Dopo aver visto Erdogan acquisire pieni poteri grazie alle elezioni di fine giugno, i mercati si erano posti mille dubbi. Quale ricetta avrebbe preparato per tirare l’economia turca da una situazione esplosiva? La risposta è arrivata dalla riunione della Banca Centrale di Ankara, che ha deciso contro ogni previsione di non ritoccare i tassi di interesse, lasciandoli al 17,75%.

La mossa di Ankara e l’economia Turca

Malgrado l’inflazione turca continui a procedere a ritmo molto sostenuto (è arrivata a giugno a +15,4%), non c’è stato alcun ritocco al costo del denaro. Quello che lascia ancora più perplessi è che tale decisione è giunta da quella stessa Banca che negli ultimi 60 giorni ha ritoccato di 500 punti base il tasso di riferimento. Proprio per questo le attese erano per un rialzo di almeno altri 100 punti base, e proprio per questo la mossa dell’istituto centrale è sembrata così illogica. O forse sarebbe meglio dire preoccupante…

Bisogna infatti mettere in conto che ci sono state le elezioni, vinte appunto da Erdogan.

Inoltre non ci si deve dimenticare quello che ha sempre detto: “Sono i nemico dei tassi alti”. A questo si aggiunga il suo dichiarato desiderio di gestire anche le decisioni della banca centrale. Nonché la nomina di Berat Albayrak – genero di Erdogan – a capo del ministero del Tesoro e delle Finanze. Si comprende, quindi, come i mercati abbiano interpretato la scelta di lasciare il costo del denaro invariato come una mossa “guidata” dall’alto.

Questo spiega perché i mercati abbiano reagito penalizzando in modo forte la Lira turca. In base alle strategie parabolic sar forex si coglie in modo assoluto il declino della valuta turca, che ha perso un quarto del suo valore contro il dollaro da inizio anno. Dopo la decisione della CBRT la già debole Lira ha perso altri 3 punti percentuali contro il dollaro USA.

Erdogan vorrebbe continuare a sostenere la crescita dell’economia come ha sempre fatto, alimentando cioè il ricorso al credito e facendo deficit. Questo meccanismo però sta surriscaldando in modo eccessivo l’economia turca, come pare evidente guardando alla inflazione, arrivata al +15,4%. Come detto ha portato anche a una super-svalutazione della Lira, i cui grafici evidenziano pattern candele giapponesi figure sempre più spesso al ribasso. La crescita turca ha i piedi d’argilla, e se dovessero sbriciolarsi – e di questo passo accadrà – anche per l’Europa non sarà un bene.