Lettera aperta in risposta al delirio e alla maleducazione di Cacciari

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Lo sfogo del filosofo Massimo Cacciari è andato in onda su LA7. La sua sfuriata sull’emergenza immigrazione: “Chi non s’indigna è un pezzo di merda”.

Ho assistito al suo delirio e rimando al mittente (lei) il “pezzo di merda” di cui ci accusa di essere e mi chiedo dove avesse preso la laurea per rapportarsi in questi toni? Si è comportato da maleducato e da cafone. Potrei rispettare quello che pensa, ma nella sua maniera ha inscenato una “pantomina” davvero offensiva.

Mai che uno di voi metta in evidenza i problemi che creano questa gente (migranti): degrado, violenze, prostituzione, spaccio, e anche da parte di italiani scaltri che speculano e sfruttano su di loro.

Siete degli ipocriti soprattutto voi che non avete capito che l’accoglienza selvaggia è un danno colossale.

Invece di fare il paladini di voi stessi perché non vedete le problematiche degli italiani? Sarebbe sufficiente che andaste nei patronati e farvi dire quanti italiani sono in difficoltà serie.

È invece pensate di fare politica e di risalire la vostra strada che ormai pende in una discesa a picco.

E lei, dare del demente a tutti gli italiani che non si indignano? Ma siamo noi indignati di lei. Guardi che non né splendido né meraviglioso tentare di fare il protagonista come lo fa lei. Prenda invece esempio da Gad Lerner che pur essendo un personaggio che non mi sta simpatico, ha tirato i remi in barca dissociandosi dal PD e dal quelli dei salottieri radical-chic che vogliono riprendersi la simpatia degli italiani. Come ha detto Gad Lerner, dovete sparire e dare spazio a nuove persone che intraprendano gli interessi del popolo, e guadagnereste tanto ma tanto se appoggiaste il nuovo governo a intraprendere una strada di onestà e umiltà per il bene del paese.

Perché non studiate strategie che beneficerebbero tutti mirate ad evitare che i migranti partano dalle loro terre? Eppure non è una cosa impossibile, come non lo sarebbe interrompere il business mondiale del traffico di esseri umani. Ma questo non conviene, vero?

Vergognatevi, e quando parlate di populismo che avanza, vorrei ricordarle che i politici lavorano per il popolo. Quindi altro mix di ignoranza che esce dalle vostre bocche, quando dite che bisogna fermare questo populismo.

La vostra posizione di sinistroidi arricchiti vi ha fatto perdere la visione del mondo, e naturalmente visto che lei ed altri pensate che il popolo sia una massa di fessi, la inviterei a riflettere.

Volete imporre le vostre vedute per opprimere la libertà di un popolo che ha deciso di mandarvi via con le buone maniere, e nonostante ciò vi comportate da bambini maleducati ai quali è stato tolto il lecca-lecca.

Offendere gl’italiani perché hanno scelto dei leaders che invece di voler fare per forza la prima donna, hanno deciso invece per il bene del paese, di mettere da parte le loro differenze e unire le loro forze, è davvero vergognoso e indegno.

Non c’è niente da fare, siete una casta e non avete niente a che fare con gli italiani.

Continuate con le vostre tesi che non prediligono gli italiani, ed affonderete definitivamente. SPERIAMO PRESTO.

Lettera aperta in risposta al delirio e alla maleducazione di Cacciari di Nico Colani

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Nico Colani nativo di Genova. Si diploma elettricista e in elettronica ed in seguito la sua passione per il digitale lo vede applicarsi da autodidatta in informatica e sviluppo web, poi è titolare per vari anni di una piccola impresa di trasporti. Nico assiste al fiorire di periodi di grande boom industriale ed economico per l’Italia partecipando anche a varie attività sindacali per la tutela dei diritti lavoratori. Eterno pensatore e provocatore, Nico Colani si è sempre impegnato, attraverso vari mezzi di comunicazione come il suo blog decennale di satira “Guanot” e più recentemente con “Il Macigno” ad individuare i grandi paradossi sociali nella vita contemporanea fino ad estrapolarne le sue dissonanze. Il suo è non solo un invito a meditare, ma a sollecitare pareri al fine di aiutare la propria società a ristabilire gli equilibri sociali, culturali ed economici persi nei cambiamenti generazionali dove si è scelto di crescere e maturare senza consapevolezza storica e culturale del proprio paese di origine. Il suo motto è sempre stato “Ruit Hora”, ovvero “Il Tempo Fugge”. Isabella Montwright