Italia chiama, Europa non risponde

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La partita si gioca, perdono tutti.

Alcune considerazioni sul caso Diciotti, la gestione fallimentare comunitaria e l’Italia abbandonata a sé stessa.

Partendo dalla lieta notizia che i 150 migranti presenti sulla nave Diciotti, della Capitaneria di Porto, attraccata da cinque giorni a Catania, saranno presi in carico da Albania e Irlanda (20 ciascuno) e CEI (i restanti 100), previo riconoscimento nell’hotspot di Messina. Sono stati sottoposti a decreto in stato di fermo, nel frattempo, tre egiziani e un bengalese accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di esseri umani, violenza sessuale, procurato ingresso illecito, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Un messaggio di chiara lucidità diplomatica e di amicizia arriva proprio dai nostri “cugini” oltre l’Adriatico, il governo di Tirana, grata per l’accoglienza e l’integrazione degli albanesi emigrati durante il post-comunismo.

Sconvolge il totale disinteresse collettivo comunitario. Il vertice europeo, indetto tra 12 paesi per cercare di stabilire una quota di ricollocamenti dopo il rifiuto ad accogliere i migranti in territorio italiano da parte di Salvini, e del governo in genere, è stato solo fumo negli occhi. La risposta è un netto NO al mittente italiano, il fallimento dell’ingranaggio della solidarietà passa anche da questo. Aver chiuso le porte in faccia ad un paese di primo piano per importanza geopolitica, economica e militare come l’Italia. Stupisce l’ipocrisia francese e spagnola, Macron e Sanchez si sono dileguati nonostante la loro ortodossia di sinistra consiglierebbe il contrario.

Chiarito per esteso che urge una riforma del Regolamento di Dublino, oltre 700.000 migranti accolti in suolo italiano è una stima che garantisce all’Italia di essere guida e voce grossa tra i partner europei, Austria e Gruppo Visegrad in testa, nettamente oppositori alla politica dei ricollocamenti. Però, paradossalmente, un faro nel buio cosmico di Bruxelles arriva proprio da Budapest. E’ di queste ore la notizia che è volontà del Ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, di incontrare il suo omologo italiano, Moavero, a Milano nei prossimi giorni. Obiettivo ridurre la distanza tra governo italiano e Visegrad in materia di ricollocamenti, obiettivo difficile per la netta posizione culturale contraria all’immigrazione incontrollata e senza regole paventata dal collega magiaro.

Un altro tema che merita di essere visto è l’accusa a Matteo Salvini, titolare dell’Interno e Vicepremier, dei reati di Abuso d’ufficio, Sequestro di persona e Arresto illegale.

Il Pm di Agrigento, Patronaggio, ha interrogato in queste ore a Roma i funzionari del Ministero come persone informate dei fatti in un’inchiesta che vede coinvolte ben tre procure. In caso di assoluzione del Salvini, probabile, il suo cavallo di battaglia propagandistico consisterà nell’essere il martire della “causa italiana”, osteggiato dalle toghe rosse e la magistratura politicizzata, memore del passato berlusconiano in maniera. Lo stato di diritto non è minacciato dall’aggressiva propaganda del governo gialloverde che, a detta di alcuni, potrebbe sfociare nella deriva del ventennio.

Lo stato di diritto è minacciato dallo scontro dialettico derivato dalla vicenda giudiziaria del leader leghista (“Possono arrestare me, ma non la voglia di 60 milioni di italiani, indaghino chi vogliono. È una vergogna“), con chi minaccia di andare a prendere sotto casa i Pm e i giudici, chi invoca la lotta armata, chi chiede l’impeachment per il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Parafrasando Fusaro, filosofo marxista:

Mentre facciamo gli anticomunisti e gli antifascisti in assenza di comunismo e fascismo, vince la finanza“.

Finanza rappresentata dai vincoli bancari di questa Unione che, spacciata per unione dei popoli, ma in quanto a collaborazione e comunione d’intenti strategica per salvaguardare i suoi interessi, ha fallito su tutta la linea.

Dal canto suo, Luigi Di Maio (“E’ diritto dovere della magistratura portare avanti procedimenti giudiziari. Pieno rispetto per la magistratura” sull’inchiesta a carico di Salvini), titolare del Lavoro e Vicepremier, esprime la sua idea, un po’ visionaria, smentita dalla sua stessa intenzione di non procedere in qualunque caso verso una Italexit, dell’immediato blocco dei 20 miliardi di contribuzione italiana al bilancio annuale dell’Unione Europea, idea più inverosimile non poteva paventarsi tanto che il suo collega, Moavero, lo smentisce:”Versare i 20 miliardi all’UE è un obbligo legale”.

In Italia, oltre allo scontro di matrice populista dilagante, l’intervento emozionale di Laura Boldrini: “Salvini sii uomo, fai scendere quelle donne eritree” e di Maurizio Martina, segretario reggente del PD:”Così si limita la sovranità italiana, fate scendere subito quei migranti”, c’è bisogno di trovare unità nella soluzione di un problema, quello migratorio, che appare un rebus ancora complicato nonostante la diminuzione dell’85% di presenze rispetto al periodo precedente.

Italia chiama, Europa non risponde.