Alla finestra la speranza – lettere di un vescovo – Antonio Bello

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Alla finestra la speranza – lettere di un vescovo – Antonio Bello


Con la mente affollata da una miriade di pensieri, in un giorno come tanti (a volte sembrano tutti uguali, piatti, monotoni !!!), per sottrarmi alla solita routine, ho pensato:

”Quasi, quasi ricorro al cibo per la mente: leggo un libro”.

La scelta del libro non è stata poi così difficile e per scuotermi dalla dimensione soporifera del quotidiano, non potevo fare scelta migliore: “Alla finestra la speranza – lettere di un vescovo – di Antonio (Tonino) Bello – con la presentazione di David M. Turoldo (uno dei più rappresentativi esponenti di un cambiamento del cattolicesimo nella seconda metà del novecento, definito “la coscienza inquieta della Chiesa).

E’ un libro non libro nel senso che, sarebbe meglio definirlo, una raccolta di lettere.

Lettere di fuoco vergate con freschezza, che in punta di piedi entrano nella tua vita per trasformarla, per invitare ciascuno di noi, visto che siamo stati chiamati per nome (e non per cognome!!!), a sollevare la testa dalle sabbie mobili del nostro egoismo, del nostro perbenismo, dal nostro cattolicesimo di facciata, molto simile allo stile dei farisei, pronti ad additare Tutti senza avere l’umiltà di mettersi in ginocchio davanti all’infinitamente Altro.

E’ facile cancellare o far cadere una consonante, ad esempio la D, da Dio, e, furbescamente, trasformarlo in “Io”, quell’io che non ha bisogno di Dio, anzi, avverte un senso di fastidio, quasi quasi, anche il Vangelo possiamo modificarlo a misura d’uomo, tanto anche Gesù è stato tollerante verso gli uomini di dura cervice e poi, quando ci fa comodo, Dio è Padre misericordioso, e io sono simile ad un figliol prodigo. Alle prime luci dell’alba, come una sentinella mi sono chiesto:

“Quid noctis?”.

A che punto è la notte, per mio cugino Gennaro che si sta consumando nel letto della sofferenza nell’ospedale di Erba, (la sede di Radio Maria e tristemente nota per i coniugi Rosa e Olindo), che da fan di Vasco Rossi, ha vissuto una vita spericolata e ora pur avendo qualche anno più di me, coetaneo di mio fratello Luigi, spericolato anche lui, stroncato da un infarto all’età di 43 anni di 18 anni fa, adesso sembra un vecchio sulla via del non ritorno.

Ma che centra tutto questo mio scrivere con il libro!!! Non sto vaneggiando!!!

Tutto l’articolo nasce da una profonda riflessione su una lettera di don Tonino dal titolo: “Buio a mezzogiorno”. Don Tonino parla di un giornalista ungherese, Arthur Koestler, autore di un celebre libro dal titolo emblematico…”Buio a mezzogiorno” e scrive testualmente ” Koestler si è suicidato insieme con sua moglie. Un’allucinante comunione di morte. Un segno dei tempi a rovescio. l’uomo di oggi non riesce a far comunione vivendo. la realizza morendo insieme. ”.

Quindi non riuscendo a trovare una risposta, una soluzione ai problemi, “…non ce la fa più ad intitolare il romanzo della vita: Luce a mezzanotte. Allora ne scrive un altro: Buio a mezzogiorno”. E noi, noi credenti che aspettiamo alla finestra, i segni dei tempi, non ci rendiamo conto che invece“…

E’ tempo di segni! Di segni forti. Di gesti concreti e di esemplarità nuove!.

E l’esemplarità nuova è quella della comunione”. In realtà, siamo troppo divisi, in tutto e su tutto, ognuno rimane chiuso nel suo guscio protettivo (ghetto, casa, parrocchia,…) come se andare incontro all’altro (barbone, migrante, drop out…) fosse pericoloso, soprattutto perché stiamo bene, paghiamo la decima, facciamo l’elemosina…siamo diversi dai pubblicani, dai peccatori…

Concludo, anche se mi piacerebbe continuare, con un’esortazione di Don Tonino: “Ritroviamo le cadenze smarrite del dialogo interpersonale. Riscopriamo la gioia della corresponsabilità. Assaporiamo il gusto della collaborazione. A tutti i livelli. All’interno della casa. Tra una famiglia e l’altra. Tra parrocchia e parrocchia…altrimenti, sui fratelli, che battono i denti per il freddo, continuerà il buio, anche nella pienezza del mezzogiorno”.

Francesco Amendola – OFS – Gravina in Puglia


Alla finestra la speranza – lettere di un vescovo – Antonio Bello