Lavoro occupazione e ripresa. Ecco perché l’Italia non ce la fa

Forse ha ragione l'Europa quando ci etichetta come il paese della Cuccagna dove galleggiano i furbi ed i disinformati.

Il Bel Paese definito il Paese della Cuccagna dove tutto è da rifare, cambiano soltanto le pedine per non cambiare nulla.

Lavoro Occupazione e Ripresa.

Sogni e speranze sprigionate e condivise da incapaci mantenuti da disinformati che non si arrendono dinanzi all’evidenza di un totale ed imminente fallimento Nazionale.

I malfattori ossia quelli che continuano a credere nella Democrazia di gruppi di Potere ed istigano ad incolpare l’Unione Europea, l’Euro, la Crisi, per coprire la realtà nel Paese della cuccagna, diviso in tre livelli di cittadini di serie “A”- “B” e “C”, ed oggi per madornali errori politici, si aggiunge uno ulteriore quarto livello d’assalto rappresentato dagli immigrati senza documenti, organizzati nella conquista del Bel Paese.

Per indurre questo Paese al cambiamento occorrerebbe un uomo dal polso duro per risolvere l’impossibile:- Vediamo insieme dove hanno origine i nostri grandi problemi Nazionali.

1) la Kasta dei Partiti Politici che include i vari Governi, Centrale, Regionali, Provinciali, Comunali, i Sindacati, Organizzazioni e Associazioni esterne di appoggio e la Chiesa Cattolica, tantissima gente che non produce ma gode della maggior parte delle risorse Nazionali. (Circa 24,7 miliardi all’anno fonte ISMU 2016).

(2) Il cittadino medio: il solo che lavora e produce per mantenere un Paese Politicamente programmato alla disfatta. Su una popolazione di 60 milioni e 441 mila nel 2016, gli italiani al lavoro erano 22 milioni e 465 mila, cioè, in termini percentuali, il 37,2%. Di questi, soltanto 16 milioni e 988 mila persone sono dipendenti (pari al 28,1% della popolazione italiana) mentre 5 milioni 477 mila (cioè il 9,1% degli italiani) sono indipendenti.

(3) I poveri in aumento di cui tanta sofferenza, suicidi, ritorsioni. (Oltre 5 milioni di poveri al 2019).

(4) Gli immigrati, dei quali i profughi di guerra dalla Siria assorbiti dalla Germania, mentre gli altri non profughi guidati ad abbandonare i propri Paesi ex Colonie Francesi del Continente Africano, aiutati da Organizzazioni di lucro Francesi, Tedesche e Vaticane, fonti ISMU del 2017 confermano che gli immigrati in Italia senza permesso di soggiorno sono 491 mila che bivaccano dei quali in maggioranza clandestini.

I principali ostacoli creati al Paese da una Kasta Politica di incapaci di cui tanti ipocriti i quali se ne infischiano altamente della situazione impostata come tradizione speculativa del Potere per spogliare l’Italia, accentuando la situazione di sofferenza in un Paese ormai spolpato delle sue migliori Industrie con la perdita dei mercati interni, dove le cause di tanta sofferenza sono da evidenziare nel sistema di tassazione Italiano che rende tutti i nostri prodotti in affanno paragonati alla concorrenza Mondiale.

Si può ben notare che il prodotto Italiano è presente sul mercato interno in proporzione dell’uno su dieci prodotti di importazione. Capitalista o Imprenditore, se ne guarda bene di investire in attività produttive nel Paese, dove a gran voce il desiderio prioritario sta nel chiudere o spostarti in Paesi sicuri e ordinati, dove le Leggi sono chiare e dove le tasse sono la dimostrazione di onesti e qualificati programmi Economici che infondono fiducia e sicurezza.

Per capirsi meglio: se il prezzo di mercato di un prodotto è 100 e devi sottostare al pagamento del 65/75% di tasse, dovrai produrre con tecnologie scadenti esattamente come quelle che fanno cascare i ponti, oppure chiudere o spostare i tuoi interessi in Paesi con principi più attenti ai costi e alla qualità della vita.

Da uno Speciale Report sul Paese, si rilevano le cause in cui l’Italia affonda sempre più, mettendo a confronto il sistema di Tassazione Italia e Stati Europei.

Il Risultato del nostro evidente fallimento si centralizza sul sistema fiscale italiano, più esoso ed anche il più complesso in Europa e qualunque ulteriore intervento nell’aumento della pressione fiscale, non può che avere effetti recessivi.

La crisi fiscale italiana non ha origine nella carenza di entrate:- anzi, le cause in toto sono da addebitare alla bulimia generale della Kasta ad attanagliare il Belpaese, afflitto da una spesa incontrollata in rapporto al PIL che lo colloca tra ipeggiori dell’Unione Europea, oltretutto incapace di offrire servizi pubblici di livello paragonabile al resto dei principali Paesi dell’UE.

In aggiunta: il cronico peso legato al debito pubblico più alto d’Europa, dopo la Grecia, può essere risolto soltanto tagliando i Costi della Politica rispetto al PIL, indirizzando l’avanzo primario generato alla riduzione delle tasse e alla riduzione del Debito Pubblico per ripristinare la fiducia nella ripresa.

Nota Bene: Tra i paesi dell’area euro, l’aliquota più bassa sulle imprese è in Irlanda (12,5%) che non a caso, viene scelta come la sede europea di famose società multinazionali.

I COSTI DELLA POLITICA” diretti e indiretti esclusi quelli rinviati o nascosti ammontano ad oltre 24,7 miliardi di euro all’anno (2016), tra funzionamento di organi istituzionali, società pubbliche quasi tutte fallimentari tipiche di ALITALIA, consulenze e costi (per mancati risparmi) derivanti dalla “sovrabbondanza” del sistema istituzionale.

Nel dettaglio, per il funzionamento degli Organi Istituzionali (Stato Centrale e Autonomie Territoriali), si spendono oltre 6,1 miliardi di euro; per le consulenze 2,2 miliardi di euro e per il funzionamento degli organi delle società partecipate, 2,6 miliardi di euro; altre spese (auto blu, personale di “fiducia politico”, Direzione ASL, ecc.) 5,2 miliardi di euro; per il sovrabbondante sistema istituzionale 7,1 miliardi di euro. Una somma pari a 957 euro medi annui per contribuente, che pesa l’1,5% sul PIL.

Sono oltre 1,1 milione le persone che vivono direttamente o indirettamente di politica, il 6% del totale degli occupati nel nostro Paese. Un esercito al cui vertice ci sono oltre 144 mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali di cui 1.041 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.270 Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali; 3.446 Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 138.834 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali.

A questi si aggiungono gli oltre 24 mila consiglieri di amministrazione delle società pubbliche; oltre 45 mila persone negli organi di controllo; 39 mila persone di supporto degli uffici politici (gabinetti degli organi esecutivi nazionali e locali, segreterie di Ministri, Sindaci, Presidenti di Regioni e Province, Assessorati ecc.). Inoltre, sono 324 mila le persone di apparato politico (“portaborse”, collaboratori gruppi parlamentari e consiliari, segreterie partiti, collegi elettorali ecc.) e 545 mila coloro che hanno contratti di consulenze e incarichi, tutti fedeli al Partito Democratico per tanta generosità estorta prepotentemente ai lavoratori, ai Pensionati, ai servi della Patria.

COSTI PER IL FUNZIONAMENTO ORGANI CENTRALI DELLO STATO

Per il funzionamento degli Organi dello Stato centrale (Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Corte Costituzionale, Presidenza del Consiglio, Indirizzo politico dei Ministeri), secondo il budget preventivo,  quest’anno i costi saranno di quasi 3 miliardi di euro. Per il funzionamento della Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Corte Costituzionale, sono previste spese per 1,8 miliardi di euro.

Nello specifico, il costo relativo per la Presidenza della Repubblica, è pari a 228 milioni di euro; le spese per la Camera dei Deputati ammontano a 943 milioni di euro; le spese relative al Senato della Repubblica a 505 milioni di euro; I rimborsi per le spese elettorali ammontano a 91,4 milioni di euro. Le spese relative alla Corte Costituzionale ammontano a 52,7 milioni di euro. Per il funzionamento della Corte dei Conti, Consiglio di Stato, CNEL, CSM, Consiglio Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia, sono previste spese per 501 milioni di euro, in aumento dello 0,3%.

In particolare, per il funzionamento della Corte di Conti la spesa è di 269 milioni di euro; le spese per il Consiglio di Stato ammontano a 176,3 milioni di euro; quelle per il funzionamento del CSM ammontano a 34,7 milioni di euro; le spese del CNEL ammontano a 19,1 milioni di euro; le spese per il Consiglio Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia sono 1,8 milioni di euro. Per il solo funzionamento della Presidenza del Consiglio, sono previste spese per 458,6 milioni di euro, in aumento dell’11,6%.

I costi per l’indirizzo politico dei Ministeri (che comprendono esclusivamente i costi di funzionamento dei Centri di responsabilità amministrativa quali il Gabinetto e gli uffici di diretta collaborazione all’opera del Ministro) ammontano a 201,7 milioni di euro.. In particolare la spesa diminuisce in 8 Dicasteri (Economia, Esteri, Istruzione, Interno, Ambiente, Agricoltura, Beni Culturali e Salute); mentre aumenta in 5 Dicasteri (Sviluppo Economico, Lavoro, Giustizia, Infrastrutture, Difesa).

COSTI PER IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANI DELLE AUTONOMIE TERRITORIALI 

Per gli Organi di Regioni, Province e Comuni (funzionamento Giunte e Consigli), i costi ammontano a 3,1 miliardi di euro. Nel 2013, dopo gli scandali che hanno travolto molte Regioni, il costo stimato nei Bilanci preventivi per il funzionamento dei Consigli e Giunte Regionali, escluse le spese elettorali per il rinnovo di alcuni Consigli, è comunque di oltre 1 miliardo di euro. Per le Province il costo per il funzionamento dei rispettivi Consigli e Giunte, come si ricava dai Bilanci di previsione, è di 409 milioni di euro. Per i Comuni, comprese le forme associative (Comunità Montane e Unioni dei Comuni), il costo per il funzionamento delle Giunte e Consigli è stato di quasi 1,7 miliardi di euro.

INCARICHI E CONSULENZE 

Per le consulenze, gli incarichi, le collaborazioni (riguardano sia gli incarichi e collaborazioni affidati dalla Pubblica Amministrazione agli esterni, sia gli incarichi e collaudi retribuiti affidati a dipendenti interni, nonché le 5 consulenze affidate dalle società pubbliche), le spese ammontano a 2,2 miliardi di euro, di cui: 1,3 miliardi di euro per incarichi e consulenze della Pubblica Amministrazione, 350 milioni di euro per incarichi retribuiti a dipendenti pubblici; oltre 580 milioni di euro per incarichi e consulenze conferiti da società pubbliche.

Qui si pone un grande problema, persone non qualificate che ricoprono posizioni di comando, devono ricorrere a consulenze esterne con oneri stellari, per seguire ordini dettati dalle Lobby di Potere.

SOCIETA’ ED ENTI PUBBLICI Per i compensi, le spese di rappresentanza e il funzionamento dei consigli di amministrazione e degli organi collegiali di Società, Consorzi, Enti e Fondazioni pubbliche o partecipate dalla Pubblica Amministrazione, la spesa ammonta ad oltre 2,6 miliardi di euro.

ALTRE SPESE (AUTO, BLU, PERSONALE DI NOMINA POLITICA, ASL ECC) I costi per la “mobilità” (auto blu e grigie, taxi, vetture a noleggio, ecc.), secondo una stima UIL molto prudente, ammontano a circa 2 miliardi di euro l’anno (il Formez stima a Novembre il costo a oltre 1 miliardo di euro escludendo però le spese per i noleggi, taxi, le auto di sicurezza e quelle assegnate ad personam).

Il costo per il funzionamento della “Direzione” (Direttore Generale, Direttore Amministrativo, Direttore Sanitario) delle 222 Aziende Sanitarie e Ospedaliere, è di oltre 390 milioni di euro; mentre il costo dei Consigli di Amministrazione degli Ater/Aler (edilizia pubblica) è di circa 45 milioni di euro. Si noti che per mantenere soltanto i Consigli di Amministrazione Ater/Aler inutili, si possono Costruire Città. I costi per il personale contrattualizzato di nomina politica (Dirigenti, Direttori, Funzionari), secondo nostre stime, si aggirano intorno a 2,8 miliardi di euro l’anno. Fin qui i costi diretti ed indiretti della politica.

Ciò significa che oltre alle rimunerazioni stellari del personale assunto in abbondanza, spesso non qualificato al comando di posizioni di servizio, anche per i servizi inutili al Paese, vengono riconosciuti privilegi aggiuntivi: Vetture, Taxi, Pranzi, Aerei, ecc., oltre al personale di copertura Body Guards.

COSTI DEL SOVRABBONDANTE SISTEMA ISTITUZIONALE

Si possono e si devono, inoltre, ottenere risparmi di spesa, che la UIL quantifica in almeno 7,1 miliardi di euro, approntando una riforma per ammodernare e rendere più efficiente il nostro sistema istituzionale. Basti pensare che, se si accorpassero gli oltre 7.400 Comuni al di sotto dei 15 mila abitanti, il risparmio ammonterebbe a circa 3,2 miliardi di euro: per il solo costo della “Funzione generale di amministrazione” (anagrafe, segreteria generale, stato civile, uffici elettorali, uffici tecnici), la spesa ogni anno è di oltre 15 miliardi di euro.

Per quanto riguarda le Province – al di là della revisione circoscrizionale contenuta nel Decreto sulla “Spending Review” – se la loro spesa fosse indirizzata esclusivamente ai compiti che la Legge gli attribuisce, il risparmio sarebbe di 1,2 miliardi di euro annui, come viene ormai riconosciuto anche dalla stessa UPI. Infatti, già da qualche anno a questa parte, è iniziata una cura dimagrante che ha portato il livello della loro spesa dai 14,1 miliardi di euro agli 11,6 miliardi di euro. Sul fronte delle Regioni, negli ultimi due anni ci sono stati timidi segnali di risparmi relativi ai costi “istituzionali”, seppur a macchia di leopardo.

Così come va segnalato il fatto che, in quasi tutte le Regioni, si è deliberato per il superamento dei vitalizi, ma a partire dalla prossima Legislatura. C’è stata una riduzione (Decreto Monti), del numero dei Consiglieri, che però, fa da contraltare all’uso delle nomine di “Assessori esterni” (120 Assessori non Consiglieri). In ogni caso, al di là dei costi istituzionali, con una più “sobria” gestione del funzionamento degli uffici regionali, tra spese per il personale delle segreterie degli Assessori, sedi di rappresentanza, ecc., si potrebbero risparmiare 1,5 miliardi di euro. Oltre 1,2 miliardi di euro l’anno potrebbero arrivare da una razionalizzazione del funzionamento dello Stato centrale e degli uffici periferici, anche a seguito del decentramento amministrativo avvenuto in questi anni.

Dal quadro sovra esposto si può dedurre come i miliardi sprecati dal sistema pseudo Democratico Istituzionale equivale ai bruscolini.

CONCLUSIONI Alla luce di questi dati, nonostante i timidi segnali fatti registrare negli ultimi tempi (non ultimo il decreto sul superamento del finanziamento ai partiti) la UIL ritiene che una parte preponderante della spesa improduttiva del nostro Paese sia rappresentata, ancora, dai cosiddetti “costi della politica”, che non sono riconducibili solo agli stipendi degli eletti, quanto all’abnorme numero di strutture e centri di costo spesso inefficienti ed inefficaci.

I vari Decreti approvati nell’ultimo anno (spending review, enti locali ecc.), insieme a quelli in discussione (superamento delle Province e assetto dei Comuni, finanziamento pubblico ai partiti), danno soltanto delle parziali e insufficienti risposte al tema dell’eccesso di costi di funzionamento degli Enti Istituzionali e della sovrapposizione di ruoli e funzioni. Ci vorrebbe più coraggio e soprattutto intelligenza da parte della politica italiana per ridare forza e credibilità al proprio ruolo, con delle vere riforme atte a riordinare e semplificare l’assetto istituzionale del Paese.

Da questo punto di vista, non è più rinviabile la revisione del Titolo V della Costituzione, a partire dalla revisione del numero dei livelli istituzionali e dalla ripartizione delle competenze tra Stato e Autonomie Territoriali. Così come non sono più rinviabili la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto e l’approvazione di un disegno organico dell’ordinamento degli enti Territoriali basato su “chi fa cosa” tra Stato ed Autonomie.

In quest’ultimo caso auspichiamo che, oltre al superamento dell’attuale assetto delle Province, si proceda con l’accorpamento dei Comuni sotto ai 15 mila abitanti e la soppressione o il riordino di tutti gli enti intermedi di area vasta (ATO, Consorzi, Distretti ecc.), con il “dimagrimento” del numero dei componenti degli organi elettivi ed esecutivi a tutti i livelli di governo. Bisogna ridurre all’essenziale gli incarichi e le consulenze di nomina politica, valorizzando le risorse umane già operanti, a tutti i livelli, nelle pubbliche amministrazioni.

Un altro grattacapo formulato dal sistema Pensionistico attuale a Contributi che premia esclusivamente coloro che detengono un lavoro continuativo con rimunerazioni di alto livello spesso immeritate, ai danni di chi occupa posizioni meno in vista o derubati dei contributi a causa di leggi improprie, mentre sarebbe più appropriato suddividere le risorse destinate ai cittadini in parti uguali, ossia un massimo di 1400 Euro per singoli e 2000 Euro per Coniugi sposati da oltre venti anni al raggiungimento dell’età della Pensione, poiché contrariamente alle convinzioni di tanti smidollati, anche chi non lavora paga le tasse e imposte sui costi di sopravvivenza.

 Va rivisto urgentemente, ed una volta per tutte, l’attuale sistema dei rimborsi elettorali ai partiti, legandolo, magari alle spese realmente sostenute in campagna elettorale in proporzione del 40% e contemporaneamente, va ridotto in maniera drastica il finanziamento dei gruppi parlamentari e consiliari regionali. E’ indispensabile mettere mano alla moltitudine di Enti e Società pubbliche, spesso improduttive e fonte di produzione di deficit, razionalizzandone il numero e le funzioni e favorendone il dimensionamento con l’intento di creare economie di scala.

È necessario sia diminuire il numero dei componenti dei consigli di amministrazione delle controllate pubbliche e abbatterne i compensi, sia chiudere le società che non svolgono funzioni essenziali per l’ente, anche in relazione alla riforma dei servizi pubblici locali, riportando nella gestione diretta delle istituzioni queste funzioni. Sono queste le scelte che avvicinano i cittadini alla politica e all’amministrazione del “bene comune”.

Quando pongono il tema del contenimento della spesa pubblica, i nostri governanti e il legislatore dovrebbero occuparsi di tutto ciò e dovrebbero introdurre i costi standard a tutti i livelli non solo per la spesa dei servizi, ma anche per i costi della politica. E’ un’operazione che “si può” e “si deve”fare perché ridurre i costi e, soprattutto, gli sprechi della politica, non sia un semplice slogan.

FORSE HA RAGIONE L’EUROPA SUL PAESE DELLA CUCCAGNA DOVE GALLEGGIANO I FURBI E I DISINFORMATI.

Non da meno tutti i prodotti essenziali di sopravvivenza gestiti o controllati dallo Stato, tali l’Energia Elettrica e il Gas, con costi moltiplicati per due, –  Combustibili e i sistemi di informazione RAI dove i costi riflettono i tradizionali sistemi speculativi gestiti da sciacalli moltiplicati all’invero simile.

(Segue con alcuni esempi di sprechi che ingrassano la Kasta).

(1)   Vitalizi, in Sicilia è scontro. Musumeci non impugna la legge sul taglio. Pd e FI: “Ricalcolo assegno? Vergognoso”. Fanno quello che li pare.

(2)   2019/02/26/ Sicilia-m5s-lars-costa-mille-euro-al-minuto-e-137-milioni-allanno-piu-della-casa-bianca-lavora-20-ore-al-mese.

(3)   https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/02/03/di-battista-tagliare-gli-stipendi-dei-parlamentari-e-quelli-di-fazio-e-vespa-risparmi-per-69-milioni-allanno

(4)   https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/02/01/air-force-renzi-etihad-farà-ricorso-contro-lo-scioglimento-del-leasing-voluto-da-alitalia-e-illegittimo

(5) https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/17/m5s-europa-commissione-ue-conferma-stipendi-record-al-presidente-27mila-euro-al-mese-osceni-tagliarli.

(6) https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/19/vitalizi-regione-lombardia-si-adegua-in-anticipo-gia-approvato-il-taglio-previsto-in-manovra-si-parte-ad-aprile-2019.

(7) https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/03/vitalizi-dopo-tre-mesi-si-discute-taglio-anche-al-senato-approvato-stesso-testo-base-della-camera-opposizione-non-vota.

(8) https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/20/vitalizi-i-pm-in-trentino-alto-adige-danno-per-dieci-miloni-ma-regione-e-province-non-si-costituiscono-parte-civile.

(9) https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/19/vitalizi-boeri-sistema-insostenibile-creato-consapevolmente-dal-parlamento-tagli-camere-regioni-valgono-100-milioni.

(10) https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/08/03/vitalizi-la-toscana-allavanguardia-nel-taglio-ma-ce-rischio-ricorsi-e-la-regione-accantona-2-milioni-per-i-risarcimenti.

(11) https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/31/partiti-la-proposta-di-legge-di-paragone-obbligo-di-dichiarazione-da-mille-euro-in-su-e-trasparenza-sulle-fondazioni.

(12) https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/26/enit-per-i-30-dipendenti-di-roma-90-metri-quadrati-a-testa-la-sede-costa-un-milione-e-800mila-euro-l’anno.

(13) https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/16/auto-blu-vincenzo-de-luca-prende-a-noleggio-una audi-a4-iper-accessoriata-costo-1200-euro-al-mese-per-due-anni.

(14) https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/26/referendum-lombardia-maroni-compra-24mila-tablet-per-il-voto-elettronico-spesi-23-milioni-di-euro. La Giustizia non interviene.

(15) https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/29/basilicata-i-consiglieri-restaurano-i-vitalizi-per-i-loro-predecessori-che-li-abolirono e /videro-sacrificato-un-diritto-acquisito

(16) https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/26/bolzano-condannato-a-due-anni-per-i-sex-toys-comprati-con-soldi-pubblici-per-il-consigliere-un-vitalizio-mensile-di-4mila-euro.

(17) https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/21/trentino-alto-adige-giudice-da-ragione-a-consiglieri-che-non-vogliono-restituire-12-milioni-di-vitalizi-no-taglio-retroattivo.

(18) https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/11/veneto-l’abolizione-dei-vitalizi-per-la-maggioranza-in-consiglio-regionale-e-fuffa-mediatica-e-demagogia-politica.

(19) https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/29/ponte-sullo-stretto-oltre-300-milioni-di-euro-ecco-quanto-e-costata-sinora-la-sdm.

(20)  Centinaio di Progetti miliardari inutili al Paese con il solo scopo di ingrassare la Kasta.

(21)  Migranti, a chi tocca muoversi sul caso Sea Watch: l’Italia potrebbe chiedere un risarcimento danni dalle Ong che operano ai danni del Paese.

(22)  Dove sono i controlli partendo dalla Presidenza della Repubblica, la Corte dei Conti, il Consiglio di Stato, e le varie Organizzazioni responsabili per la corretta applicazione della Giustizia Economica, Civile, Penale, ecc.

(23)  Alle Forze Politiche: Quale futuro avete in serbo per i giovani e le nuove generazioni se vi siete mangiati il ieri, l’oggi e il domani.

Forse è necessario Istituire un Ministero della Riduzione Costi con potere esclusivo, per salvare il Paese da tanta negligenza, prima di perdere del tutto i pantaloni e divenire gli straccioni dell’Unione Europea.

Vi sono tanti Progetti innovativi che darebbero impulso alla ripresa, ma non é possibile lavorare in questo Paese.

Anthony Ceresa Italia International Association