È stata la subitaneità della tua apparizione

a rapirmi

e sottopormi alla fatalità

di un tumulto di sensazioni

che mi ha travolta e inviluppata

e liberata dalla mia coeterna condizione

di misoneistico solipsismo.

Tu sei come un sipario:

fai cadere la stoffa purpurea

e mi doni la vista.

E dopo il rossastro tramonto del velo

il buio è spezzato dalla madreperla della tua luce,

e l’occhio impavido non trema,

rassicurato dalla tremenda bellezza

della tua incertezza.

Non c’è bisogno di parole,

su quel palco,

il tuo silenzio è significante e significato,

perfetto muto monologo,

ponte tra me e l’immanente magia delle cose reali,

risoluzione della fatale dicotomia

che frattura la mia essenza.

Che possa,

il sipario,

non cadere mai più.

Sipario – Poesia di Zotti Marina