La paura, la decisione, la calma, la rabbia,
l’ansia e l’indifferenza controllano la mia vita,
come se fossi schiacciato in una gabbia
la mia mente si perde percorrendo una strada infinita,
e piccoli ma taglienti granelli di sabbia
mi accecano impedendomi di proseguire la salita
mentre il cuore impazzito mi scoppia nel torace
rendendomi sempre più vulnerabile e sempre meno capace.

Capace di intendere e di volere
dopo quello che ho affrontato:
deriso e privato di quel sublime piacere
di sentirmi finalmente ciò che ho sempre desiderato;
svuotare gli occhi delle lacrime più amare e lasciarmi cadere,
non è più quel che voglio fare perchè ora preferisco essere incoraggiato piuttosto che tormentato,
vorrei solo fermare il tempo per averne di più a disposizione,
invece di crescere e deteriorarmi fino a diventare solo altra polvere sparsa in questa costellazione.

Potrei, però, tornare indietro con l’immaginazione,
gioire dei ricordi più vividi ed insistenti,
senza farmi ingannare dalla convinzione
che quei momenti siano ancora presenti.
E mi ritrovo qui a ricordare la mia infanzia,
come se da un momento all’altro potesse ritornare
con il suono soave delle dolci foglie
e degli uccellini cinguettare.
Vorrei che il tempo fosse una gomma da poter facilmente modellare
e farlo a pezzettini per poter ricominciare
cento volte od anche mille se fosse necessario,
ma voglio farlo affinchè tutto smetta di essere ordinario.
A mio malgrado è inevitabile però la collisione
pronta a scagliarmi contro le mie sfumature più esigenti.
La realtà mi abbraccia stritolandomi e togliendomi il respiro,
e con il solo scopo di togliermi un peso, con la testa fra le nuvole, sto scrivendo questo lungo papiro.

Spero un giorno di poter realizzare tutto,
di velocizzare i tempi adesso non è il caso,
tenterò di ricreare ciò che in parte ho distrutto
e di non essere nuovamente dalla negatività pervaso.
Con un salto azzardato sul finale mi butto
da nuove parole mi sento persuaso,
immagino che riuscirò ad andare avanti,
sono deciso ad eliminare le mie paure costanti.

Il pensiero che mi stringe – Di Giordana Martemucci

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