La strada dei dannati

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Rivisitazione straordinaria e, per dirla nel linguaggio letterario contemporaneo,

la prima parte di una trilogia.

“LʼInferno di Dante come non lo avete mai letto… su Amazon”.

Questo potrebbe essere l’incipit perfetto di un battage pubblicitario a tamburo battente, atto a far conoscere la parafrasi della prima cantica della Commedia, così come curata da Carlo Rocchi.

E infatti lo è. Niente di più, niente di meno.

Mi pregio di parlarne perché l’ho appena finita di leggere, apprezzandola notevolmente, e ritengo che dovrebbe essere divulgata al più presto in tutte le scuole di ogni ordine e grado – e non a caso, parlandone tempo fa con il curatore, lo spirito che lo animò anni or sono per cotanta impresa fu proprio questo -.

Sicuramente i nostri studenti, e perché no? Anche gli adulti, trarrebbero un gran giovamento nella comprensione di un’opera fondamentale che tutti dicono di conoscere, e invece se ricordano appena qualche verso sparso qua e là, uscito dalla cortina di fumo delle reminiscenze scolastiche, è già un successo.

Qualcuno dirà: ʻOh no! Un’altra parafrasi. Concordo.

Ma questa ha qualcosa di diverso.

Non è stata curata da un ʻdantistaʼ di fama, né da un professore d’italiano delle nostre scuole, ma da un ʻdilettanteʼ nel senso nobile del termine – e, infatti, fa un altro mestiere – in ciò stimolato dai figli allora studenti liceali. Con la mente sgombra da ogni impaccio intellettuale, che avrebbe potuto svilupparsi dalla troppa ʻconfidenzaʼ con il tema trattato, nonché con la dovuta umiltà nel maneggiare una materia che definire complessa è un’attenuazione.

Questa parafrasi è il frutto maturo di un percorso di studio iniziato oltre dieci anni fa, il cui solo fine è di far entrare i più, appassionati di Dante e non, nella magica atmosfera della Commedia attraverso un lessico attuale, spedito e chiaro. Ci si è riusciti? Al lettore l’ardua sentenza”.

Ora, sulla scia di Carlo Rocchi, il quale sul retro di copertina de LA STRADA DEI DANNATI – essendo questo il titolo della parafrasi – ha presentato così la sua fatica, anchʼio mi domando:

“Riuscirà nel suo intento? Sì!”.

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