L’ uguaglianza della diversità

Guardarsi allo specchio e vedersi uguale pur senza riconoscersi.

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Ogni volta è sempre la stessa storia, cambiano le parole ma la sostanza resta la stessa.

Mi sembravano tutti uguali, tutti plasmati dagli stessi luoghi comuni, solo con lei non sembrava tutto uguale. Mi stupiva perché riusciva a tenermi testa. Gli altri mi annoiavano, sono prevedibili, ogni volta si ripete lo stesso copione, cambiano i gesti, gli attori, le maschere, le parole; ma la trama resta la medesima. Sempre stessa storia, cena fuori, parlare della sua vita, dei suoi problemi; che stranamente erano simili a quelli degli altri. Finita la cena, piccola passeggiata e solita domanda di sempre, “Dove abiti?”, naturalmente la mia risposta non cambiava.

E ci si ritrovava li, sempre nella stessa casa, sempre nelle solite mura con una persona diversa ogni sera.

Per non sembrare sgarbato offrivo sempre il solito drink e mai nessuno cambiava posto per berlo, mai nessuno scelse una sedia, la sdraio in terrazzo, tutti sempre il divano. Solita procedura standard, i discorsi si facevano sempre più corti, più spinti, più affannati, i nostri corpi sempre più vicini, più caldi. In breve ci si ritrovava a letto, nessuna emozione, nessuna sensazione, solo due corpi che si univano mischiandosi ad affanni e sudori. Ogni mattina sempre uguale, mi svegliavo prima di un’altra, lei che cambiava sempre. La mia testa non capiva, il mio cuore non riconosceva quel corpo scarno, quella carne nuda sul mio letto.

Mi avvio verso il bagno, guardandomi allo specchio i miei occhi non riconoscono quel viso sempre uguale ma così diverso ogni mattina.