“Eroi Ordinari” – Un evento da ricordare

Diamo spazio a Ljubomir D.Frckoski, un personaggio fondamentale per la storia contemporanea della Macedonia.

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Ci sono occasioni ed eventi che si intagliano nella memoria tramite sigilli permanenti che si cristalizzano per lungo tempo e non si possono cancellare mai. Un evento del genere si è tenuto alla fine del mese scorso a Skopje, capoluogo della Macedonia, dove fu inaugurata una esposizione straordinaria intitolata “Baywatch”(“Salvatori”).

Preparata in cooperazione tra il Centro di ricerca del post-conflitto (Bosnia e Erzegovina), il Media Social Justice e l’Università di Yale(USA), l’esposizione ci ha presentato una collezione delle fotografie dei ritratti dei “baywatch” che facevano parte dei conflitti in Bosnia e Erzegovina, Cambogia, Ruanda e una parte di Olocausto.

Questo progetto nel 2014 fu premiato con il primo posto da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e dal Segretario Generale Ban Chi Mun, per le innovazioni culturali.

Per renderlo ancora di più attraente, le parole d’inaugurazione sono state quelle pronunciate da un personaggio egualmente straordinario, Ljubomir D.Frckoski, che merita la dedica di un spazio ancor più importante tra gli eventi culturali del paese. Ragion per cui voglio trasmettervi il suo discroso integrale su queste pagine:

“In questo momento vi state muovendo attraverso blocchi di conoscenze e sistemi di etica, vi state muovendo lungo i binari tra i blocchi grigi di monumenti di Auschwitz – avete due opzioni: o vi adagiate per definire criticamente la loro posizione, creando un sistema alternativo di conoscenza, sforzandovi di capire cercando assumendo un atteggiamento etico nei suoi confronti, oppure succede qualcosa che chiamereste:

INDULGENZA.

Lasciate che la gravitazione emozionale provocata dalle pietre, da quei personaggi e dalle loro azioni, vi trasporti dove vogliono loro! Portate all’estremo questa “decisione maniacale” di non essere VOI, soggetto che criticamente sta guardando, auto-poetico dunque, ma di cercare di essere, attraverso loro, voi stessi.

SUL POSTO DEL DELITTO, sul luogo del MALE, dove nella tenebrità del campo tutto sembra essere possibile, dove i corpi biologici degli “altri” sono trasformati nei tronchi o cadaveri futuri – dove stupiti ed attraverso un urlo “muto” state vedendo come la gente ordinaria si trasforma in mostri ordinari – è proprio qui che vi state scontrando con gli EROI ORDINARI!

E vi state rimettendo a loro come l’unica salvezza possibile – per la nostra umanità demolita che, come un infezione si espande su di voi, a voi che siete stati osservatori o contemporanei delle pulizie etniche, degli omicidi massicci, dell’oscurantismo o dell’odio etnico.

Omicidi etnici massicci, campi di detenzione per uccidere lo stupore – non solo luoghi per uccidere ed infierire dal punto di vista fisico e psicologico – sono i posti per la produzione del non-uomo, non–human dal materiale umano che avete pensato fosse un uomo!

Sono i luoghi di collasso assoluto del diritto e dell’umanità individuale e loro sostituzione con mitologie nazionali, religiose ed etniche quasi poetiche convertite in licenza generale di uccidere.

Coloro che sono morti, hanno toccato il fondo е sono testimoni assoluti dell’orrore – del delitto che non può essere espresso con parole. I salvatori presenti su queste potenti immagini (nella mostra “BayWatch”) non sono testimoni – loro sono PARTECIPANTI DEL SALVATAGGIO DEL MONDO, secondo ciò che, colui che ha salvato una vita – salva il mondo. Per loro Aristotele usa l’espressione “Dei tra gli uomini”.  Sono loro stessi ed il loro gesto che si perde nella biopolitica della pulizia etnica. Questi personaggi hanno la forte autonomia di ristabilire la posizione etica: l’altro – sono – io! Essi sono topos dell’eterno ritorno dell’uomo a se stesso e dell’altro – in – se! Essi sono PERSONE, di fronte all’OMBRA DELLA TENEBRITÀ. Tale principio, il loro principio, è più pericoloso per l’ordine degli etneo-nazionalisti, scisma collettivo di odio e di violenza. Ed è loro reale alternativa.

Ma queste immagini intorno a voi sono anche il fronte di una lotta che sta avanzando! Li usano come un esempio per stabilire la storia e la memoria. Sono la resistenza al damnatio memoriae – ovvero al tentativo di bandire dalla memoria il male ed il grido della vittima. Loro sono lotta contro la violenza del dimenticare organizzato. Come dice Deleuze, non ci manca la comunicazione, ne l’abbiamo anche troppa. Ci manca la creazione, la creazione dei topos della memoria designativi, luoghi che dovrebbero essere ricordati, di cui ed intorno a cui è costruita la storia. Noi abbiamo bisogno dei topos della verità sulle sofferenze dei nostri vicini, verità vista come realtà della storia dell’uomo e del suo tempo.

Infine, queste immagini sono pezzi d’arte di cui non si può dire nulla, tranne che semplicemente SONO (come dice Maurice Blanchot). Sono l’evento di Badiou che crea una nuova realtà.

Non lo so se posso augurarvi di godere queste immagini potenti, o forse auspicarvi ciò che B.Koneski diceva, ovvero di passare attraverso un emozione amara? Vorrei ringraziare gli organizzatori che, portando questa mostra in Macedonia – hanno aperto una ferita attraverso cui la luce può raggiungere le nostre anime stanche. Per ringraziare i nostri eroi che si sono dati da fare scientificamente sul campo, con la nuda vita, con la biopolitica e che ci hanno permesso di ricevere queste immagini e l’intero evento – in un modo diverso dall’indifferenza.

A tutti loro ancora una volta, un grande ringraziamento.

Nota sull’autore:

Ljubomir D.Frckoski è un personaggio fondamentale per la storia contemporanea della Macedonia. Dottore e docente di scienze, professore presso l’Università statale del paese (con una cattedra di diritto internazionale). Diverse volte ha eseguito importantissime funzioni per il nuovo Stato Macedone (a seguito dell’indipendenza). E’ stato anche nominato presidente del nuovo Stato. Autore di più di una decina di libri dedicati ai temi importantissimi del diritto internazionale. Membro perpetuo dell’Associazione di diritto internazionale. Ha svolto anche la funzione di segretario generale del Foro per i diritti dell’uomo. Non ultimo è anche un grande pensatore contemporaneo molto importante in questi periodi cruciali dello sviluppo della Macedonia. Vive e lavora a Skopje.

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