Jack, c’est moi! (in viaggio con Kerouac)


 

Viaggiai per lungo tempo

per le strade polverose dell’America

col mio pick-up

arrugginito e sbullonato

per ritrovar la quiete

nei corridoi obliqui della mia infelicità.

Bevvi moltissimo,

ettolitri di alcol putrefatto

per arginar la sete mia d’amore e d’amicizia,

che non bastava mai.

Ero curioso,

guerriero e religioso,

totem selvaggio e senza pace

per approdar, da solo,

in letti solitari e senza affetto,

avvolto da coperte lise e fumi artificiali.

Il mio destino

segnato già da tempo

decise che fossi simbolo irrequieto

per generazioni postume

cresciute a sesso e libertà. . Ma io non l’ho saputo mai,

ero già morto!


Jack, c’est moi! (in viaggio con Kerouac)

Poesia di Sebastiano Impalà

Donne a cavalcioni d’asino (di donne, di luoghi e d’incanti)