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Sono in piazza Maggiore e vorrei mettermi a cantare a squarciagola e a ballare e giuro che un giorno di questi lo faccio davvero. C’è anche la pioggia. Ora respiro. Ho perso il portafogli e il lavoro e vorrei che la sensazione che provo ora potesse durare il più a lungo possibile.
«E ora cosa farai?» Ilaria ha gli occhi tristi, ancora più del solito.
«Non lo so Baby, davvero non lo so, ma poco m’importa! Non ti preoccupare per me… Qualcosa vedrai che m’ invento!»
Potevamo essere felici. Ma, c’è sempre un cazzo di “ma”. C’è sempre un antagonista in ogni storia, il cattivo delle fiabe.
Sono all’incrocio tra Rizzoli e via Indipendenza, ho anche un ciclo del Niagara e, non essendo passata per casa, ho salviettine ruvide al posto del Lines, zuppe, le sento.

“Sono senza identitàaaahhh!!” Elettrica, accenno a qualche passetto di danza e le salviettine si muovono minacciose e umide.

Ma tanto, come sempre, sono vestita di nero e se mi sporco non si vede. Bologna brucia sotto la pioggia e io smanio di ballare. Sogno di diventare una fuorilegge. Una pirata con salviette ruvide al posto degli assorbenti e zero identità.

“Venderò tutti i miei vestiti e mi dedicherò full time alla scrittura”.

Penso, ma poi penso alla white room e a tutto il sudore versato per guadagnarmi una bella, spaziosa stanzetta appena fuori dal centro. Vista colli, dieci minuti di zampate dal Pratello e il portone più bello di tutti i portici di Bologna. Dimenticavo… il letto in ferro battuto bianco!

Penso allora alle marchette. Ma sì tanto il lavoro non è già di per sé prostituzione? Mercificare la propria manodopera, peggio, il proprio tempo? Eh però marchette, così, alla Pretty Woman… un po’ difficile che mi capiti Richard Gere, che non mi capita nemmeno se la do gratis!!

Allora che mi resta? Ah già… a volte dimentico (forse perché faccio di tutto per non sembrarlo!!): sono di buona famiglia. Ah che c’è di più importante della famiglia? Dei sani, vecchi, solidi valori! Ecco di che ho bisogno… Famiglia!!

Giusto il tempo di sistemarmi, di dare quel paio di esamini che mi separano dalla vera età adulta, i cui appelli continuamente rimando con le elaborate scuse di cui ho un repertorio presso che inesauribile. Ma sì dài, riattaccati a marsupio sulle solide spalle di mamma e papà, con il menefreghismo di sempre e anche più, zero orgoglio e via!, già risolto il problema portafoglio!

Che a cercarmi un altro lavoro ora come ora non se ne parla.

È da marzo che mi faccio il culo. Due giorni di vacanza sulla mia amata Riviera e poi via, sempre a lavorare, otto, nove, dieci, dodici ore quando mi facevo il doppio. Sti cazzi. E l’ozio dove lo mettiamo?

Facciamo che torno un po’ a casa. Giusto il tempo di schiarirmi le idee. Che mia madre è solo che contenta. Mi gode lei. Sono sempre la sua piccola e lei la mia. Mio padre… bè come sempre incasserà, se rompe il cazzo gli farò pesare i suoi due o tre o quattro errori della crisi dei quaranta, senso di colpa alle stelle e io a culo coperto. Zero orgoglio e mi sistemo il portafoglio. Zero orgoglio e mi sistemo il portafoglio. Zero org… no, davvero, le marchette non le posso fare.

Poi con tutte le malattie che girano, metti si rompe il coso. Poi accoppiarsi magari anche anche, ma niente pompini e niente limoni.

E solo a pecora. E non posso mica insozzare la white room. Dovrei trovarmi un battuage. Ma dove? Cazzo. Quanti problemi per fare marchette, fortuna che è il mestiere più antico del mondo!!

La mia inutile laurea? No… una laurea in Scienze dei Beni Culturali non serve a niente se non a fare la escort.

Sai un po’ di cinema, sai un po’ di arte… quel poco che basta a fare una conversazione base con qualche ricco stronzo che segue la scena solo per massaggiarsi con mignotte altolocate… e io ho gambe da calci di punizione non da accavallamento e le mie mani sembrano quelle di un muratore gnomo, non certo di una escort.

Vediamo un po’, ci sarebbe l’altra… mancano alcuni esamini da dare ed è fatta. Latino. Merda, faccio prima a cercare la lampada di Aladino. Che poi se anche la dovessi trovare, secondo voi, come desideri esprimerei quello di passare latino uno e due?? Seee… Chiederei una labioplastica, ve lo dico io, e poi un allungamento di gambe, e poi un’estensione vocale come quella di Mina. Il cazzo che al Genio gli vado a chiedere di farmi passare latino uno e due. Cioè ci penserei, ma dopo. “Eh però, potevo chiederglielo” penserei. Ma poi mi ritroverei con le labbra e le gambe di Belen e la voce di Mina, e secondo voi di latino uno e due me ne fregherebbe qualcosa??

Fanculo!!! Perché non sono gnocca e basta? Gnocca gnocchissima e senza fisime.

“Una ragazza così sensibile” han sempre detto le maestre a mia madre (oltre che “è intelligente ma non s’impegna” chiaro; ma del resto si è mai sentito dire di un alunno “è scemo, signora è scemo e non ci può far niente!!”), fanculo la sensibilità io volevo solo essere strafiga.

Ecco… tutti sti pensieri minacciano di guastare i miei sogni di gloria. Tra poco lo so che inizierò a pensare al portafogli, ai soldi che ci stavano dentro; al numero di bestemmie deglutite per guadagnarmeli, al fatto che 99 per 100 mi son stati fregati da una troia russa dal cui chihuahua mi sono lasciata irretire; ieri notte, quando ero troppo sbronza e lo ero perché a lavoro mi avevano fatto girare così tanto le palle che ho detto “o mi sbronzo o me ne vado seduta stante, non senza un vaffanculo urlato a pieni polmoni”; e no, non posso permettermi di rovinarmi questa giornata di libertà appena guadagnata. A così caro prezzo.

E quindi penso a ciò che ho… tutto.

Io ho tutto cazzo. Un pugno di amici che mi sopporta, un uomo che mi fa sorridere e che usa il mio bagno quando il suo è rotto o si dimentica di pagare le bollette (spesso quindi), una buona famiglia, gambe forti, molto spirito, poche paranoie e… “hai il culo più bello della terra” mi fa un giovane manzo superandomi e mandandomi un bacio. Ah ah grazie manzo! Non posso darti torto. Hai ragione! HO CULO PER DIANA! Che me lo sono fatto, e me lo farò anche di più; ma soprattutto per natura, per culo… Ho culo!!

Quindi? Quindi niente, continuo a camminare, come ho sempre fatto, che fa bene, che alla fine ciò che conta nella vita… è soltanto avere un importante, resistente, invidiabile ed indiscutibile… culo.

Chiara Cantagalli

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