Se mi avvicino voglio guardare i tuoi occhi disegnare lembi di terra infiniti, Se trattengo le mie paure e le mie timidezze non reggo l’attimo di una lacrima che vola via, e se stringo le mie parole e perché forse blaterando rovinerei questo e altri attimi, Se ti guardo forse perché voglio vederti comunicare con grazia e leggiadria i tuoi movimenti dell’anima, Se inseguiamo le nostre debolezze è perché in fondo quante bello esser fragili in fronte all’amore, Se ti va puoi anche considerarli inimitabili scack holliwodyani.
In questo mondo in cui tutto procede verso un binario noi come uomini soli con mille rompicampi ci interroghiamo sul domani e non quello delle idealizzazioni che vive di romantiche frustrazioni e spera in una dose di ilarità e uno sguardo più prossimo alla felicità.
Ci doniamo lunghissimi atti di consapevolezza tratteggiati da piccoli dolci momenti di insicurezza forse vivendo le emozioni in modo un po’ troppo forte ed esternalizzando al massimo ogni concezione di vita. In quell’ombra di luce apparisti tu come figura mistica.
Non cesserei di fissarti ogni attimo di contare ogni tuo battito, non vorrei vederti spaventata o timorosa, ma proteggerti con la mia figura imponente. In fronte a te l’impotenza regna sovrana e la vera forza risiede nell’illuminarsi dell’incrocio di due tratti di un foglio in cui si incanalano per caso le nostre anime tu cosi bambina e dolce in ogni tuo aspetto, capace di accarezzare con lo spostamento delle tue palpebre l’anima e candida come una nevicata.
Fermarmi a pensarti dona ristoro al mio cuore ed esso pulsa onde di vitalità. In altura le vertigine e le gambe sembrano tremar ancora di meno e si arrendono in gioco tu mi rubi il cuore e mi porti via l’anima conducendolo per lidi che sono bagnati da prosopopee inedite e nuovi risvolti e alla fine schiaffeggiandolo metaforicamente con la tua immensa dolcezza me la ridoni in guanti di velluto.
So che in amore non c’è spazio per i sogni e per le metafore e di questi tempi chiede solo concretezza, ma almeno ora lasciamo sognare udendo l’ultimo vento che segna di sponda il tuo viso facendo attorcigliare i tuoi lisci capelli
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