Il muro del pianto

Le Opere più grandi dell’uomo non sono le Piramidi, ne la Muraglia Cinese e neppure il Colosseo, ma un semplice muro per misurarsi con la propria coscienza.

Il Muro Del Pianto a Gerusalemme, fatto costruire da Erode il Grande. Un Re Arabo che Governò la Giudea o Palestina al tempo dei Romani nel secolo antecedente alla venuta di Jesù Cristo sino al 32 d.C. e fu distrutto dai Romani nel 70 d.C. con la sucessiva cacciata degli Ebrei dalla Palestina, per dimostrare che nessuno é superiore a Cesare.

Il Muro rappresenta il monumento più Sacro per l’Ebraismo e per tutte le persone di buona Fede, ed ha lo scopo di guidare l’uomo alla riflessione del proprio comportamento nello svolgimento delle proprie azioni attraverso la coscienza, contrariamente al comportamento dei Romani che distrussero l’essenza della riflessione per eliminare rigurgiti di coscienza e poter fondare l’Impero sul bullismo e sulle ingiustizie nella conquista di popoli più deboli per dominare ed arricchirsi dei beni altrui.

La storia descritta dai vincitori fece apparire Roma come il Grande Impero che poi si sciolse nel nulla, lasciando soltanto colonne per dimostrare il giorno del ricordo.

Sempre i Romani, autori materiali della Crocefissione di Gesù, giocarono di astuzia incolpando la plebe, obbligandola alle scelte fra un delinquente idolo dei poveri di nome “Barabba”, lavandosi le mani e poter condannare alla Crocifissione un innocente, un uomo scomodo al Potere “Gesù di Nazareth“.

La storia che si ripete all’infinito dove il Potere ha sempre ragione.

A distanza di secoli, dopo la guerra del 1967, quando la Palestina con piena approvazione delle Nazioni Unite fu posta sotto la sovranità Israeliana, soltanto allora fu ricostruito il “Muro del Pianto” dove i credenti vanno a meditare e sbattersi il petto liberandosi dalle colpe, con una spianata davanti al Sito, sede di raduni e manifestazioni religiose Ebree, Cristiane e Musulmane, ma ciò non ostante le ingiustizie sui più deboli la fanno da padroni.

Il Popolo di Israele dopo la cacciata avvenuta sotto il dominio dell’Impero Romano, fu costretto ad abbandonare la propria sede di origine, paragonando il fatto esattamente come se l’attuale massiccia presenza dei Musulmani nel nostro paese, intimasse agli Italiani di lasciare l’Italia obbligandoli ad errare per il mondo, bersagliati da tutti esattamente come toccò per secoli al Popolo Ebreo, sino a concludersi con i macabri avvenimenti accaduti durante la seconda guerra mondiale (1939/1945) con l’olocausto degli Ebrei impiccati o condannati in massa ai forni a Gas.

La dispersione degli Ebrei nel mondo antico, dopo le deportazioni in Assiria (721 a.C.) e di Babilonia (586 a.C.), è legata soprattutto a mettere fine a un’entità politica ebraica in Palestina, per eliminare ideologiche di cambiamento per la salvezza dell’uomo incline ad imitare Caino, con la duplice distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani nel 70 a.C. e nel 135 d.C.

Dopo la distruzione della Giudea effettuata dai Romani, il tema del ritorno del popolo Ebreo nella propria terra in Palestina, divenne uno dei più comuni argomenti della letteratura apocalittica e delle aspettative messianiche del giudaismo.

Al tempo dei Pagani i peccatori confessavano i propri peccati nella pubblica piazza e venivano processati pubblicamente secondo la gravità dell’offesa verso la Divinità e verso i propri simili.

Con l’evento delle Religioni che si moltiplicarono dopo l’esempio di Gesù, nel mondo si sviluppò una rivoluzione nel sistema peccatorum quasi a proteggerli nel perseguire nel peccato, confessando i propri peccati in modo riservato ad un altro peccatore il quale assolveva da pregiudizi creati dall’offesa generata dal peccato.

E’ proprio qui che si manifesta l’errato concetto dell’uomo inteso come essere sia al maschile come pure al femminile, trasportato ideologicamente all’uso superficiale della propria coscienza da usare secondo gli interessi del momento.

Ho sempre ritenuto che la Politica adottata in mondo da generare confusione nelle coscienze, per depistare il comportamento malsano di chi gode del potere, sia il vero responsabile delle azioni che condurranno i propri sudditi verso orientamenti di ricchezza o di povertà, nello sviluppo del male o del bene, diminuendo l’importanza della coscienza nell’osservare quelle virtù necessarie di capacità, onorabilità, lealtà e onestà, ma soprattutto di coscienza di chi é preposto a dare il buon esempio alla guida di un popolo.

La coscienza di cui quel Re Arabo molti secoli prima di Gesù Cristo, riteneva che fosse la chiave della vita nell’aprire le varie porte per vivere in piena serenità la Pace verso noi stessi e verso il prossimo.

La coscienza la quale oltretutto rappresenta la nostra vera identità, il nostro io, la nostra persona, nei comportamenti verso gli altri, verso la società, occorrerebbe creare uno strumento che va ben oltre il muro del pianto per misurare le coscienze di chi é preposto al comando di una Nazione.

L’importanza nell’uso della coscienza, mi ricorda il nobile pensiero di un personaggio che ho stimato profondamente, per l’esattezza fu un valoroso Generale Americano del secolo scorso, il Generale Dwight Eisenhower che divenne il 34° Presidente degli Stati Uniti, al quale fu posta una domanda che riguardava il comportamento volubile dell’uomo: alcuni dei quali guidati a diffondere il male.

Il Generale dopo una breve pausa rispose che é una questione di coscienza, riconosciuta come la gloriosa madre dei tempi di Pace.

Per risanare il nostro Paese, bisognerebbe erigere un Muro Del Pianto dentro al Quirinale, uno dentro a Palazzo Chigi ed uno in tutte le Regioni, Provincie, Comuni e Quartieri, mentre per la Pace nel mondo bisognerebbe convertire ogni Chiesa, Moschea e Sinagoga in un “Muro del Pianto” dove i Politici e gli uomini di Potere sarebbero obbligati a sbattersi il petto giornalmente per migliorare l’uomo e la società socialmente ed umanamente con il buon esempio.