Oscurità di Sebastiano Impalà

185

Rovisto
fra i miei organi vitali
in cerca di suoni familiari.

Allungo dita, braccia e mani
nell’intento di toccarti
sotto la coltre dell’oscurità.

Calda coperta che mi avvolgi,
lana di pecora pregiata,
sinfisi morbida e suadente,
amami più che puoi
in questo buio dell’insonnia,
in queste crepe dell’esistere.

E se potessi
non ti lascerei
per nulla al mondo,
semplice pensiero dell’amore,
diafana figura
nei miei sensi avvinta,
feticcio evanescente della notte!