ANTONIO CONTILIANO
Nei lontanissimi anni ottanta, un mio collaboratore che presentava poeti italiani in Macedonia, Boris Višinski, capo redattore della rivista “Kulturen život” mi domandò di fare una scelta e tradurre alcuni canti di Antonio Contiliano in lingua macedone. Un poeta originario di Marsala (1942- Sicilia), laureato in Pedagogia presso l’Università di Palermo, collaboratore dell’Istituto Magistrale di Marsala, pubblicato nel suo paese e tradotto in altre lingue, tra cui anche la lingua macedone.
Nel 1986 una nostra delegazione culturale fu invitata a presentare le sue opere in Sicilia.
Tra i presenti non solo politici, ma sopratutto i nostri poeti, musicisti ed altri rappresentanti della vita culturale del nostro paese. Una visita organizzata dall’Onorevole Eugenio Baresi (già deceduto), in quei tempi Console onorario di Malta in Sicilia, e direttore dell’Istituto di Etno-cultura di Palermo.Tra gli ospiti ebbi la gradita opportunità e l’onore di conoscere anche Antonio Contiliano, bravissimo poeta di cui avevo già una opinione molto precisa, in particolare in merito alla sua raccolta “Il Flauto del Fauno” di cui ho già presentato alcuni canti tradotti nella mia lingua.
Ciò che fu fascinante nella sua poesia furono i versi dedicati alla donna che le aveva ispirato, lasciandomi una sensazione molto cristallizzata: che donna, Signora, Musa fu quella che avrebbe incitato, ispirato tanto bei versi? E quando lo conobbi, primo che mi venne in mente era esattamente quello- conoscere la sua Musa che l’aveva tanto elevato per diventare un poeta tanto bravo per provocare anche a me tali sensazioni, e vero anche indimenticabili.
Talvolta siamo molto più agitati da ciò che stiamo leggendo, piuttosto che dal fatto stesso che abbiamo conosciuto le persone che stanno dietro alla creazione dell’opera stessa.
Almeno la mia esperienza fu tale, ma forse a causa dell’enorme impegno che ho avuto lungo l’intera visita: essere interprete per tutti i presenti della delegazione, includendo talvolta anche gli organizzatori che in quei periodi non potevano neanche immaginarsi si potesse ricevere una simile visita.
La raccolta di Contiliano è rimasta nella mia biblioteca, per ricordarmi questo bravo poeta, e le mie prime traduzioni della poesia italiana nella mia madre lingua, che furono subito pubblicate nella rivista “Kulturen život”.
In seguito scoprì che nel 2014 ricevette il Premio Internzionale Letterario e Artistico NAT SCAMMACCA – L’UOMO E IL POETA
Per lettori di “BombaGiù” propongo la lettura di quei tre canti che mi rimasero in memoria a ricordarmi in quanta misura una donna può essere una vera Musa, ispiratrice, spirito muovente non solo di un poeta in crescita, ma di tutte le arti.
CONCERTO
Nuda
sopra un prato di nuvole
distesa
ti bacio la fronte
lascio cadere al vento
dai miei pugni schiusi
raggi di lucce sulla tua pelle
ti penetro profondamente
splendendo laghi di cristallo
privi di tempo
d’estasi fusi mi sprofondo
in un concerto infinito
di storie, di miti
di canti.
LUGANO
Stanotte
i miei desideri navigano
sul lago di Lugano
dove la luce dei lampioni
giocoliera d’immagini
specchia il tuo viso.
La lontanaza mi brucia
donna.
Voglio sentire ancora
il sorriso iridescente degli occhi
il mormorio della pelle d’avorio
quando ubriaco e trasognato
porterò alle labbra incantate
i tuoi frutti biancorosa.
VENERE MIA
Sui brividi delle onde
al calar del silenzio
vedo te
e il fischio del vento
baccante fra i capelli
attorno ali mio castello
aprire nuove stagioni
con canto della vita.
Dolce e triste va la nebbia
coi suoni della luce
e sentieri pieni di fiori
mentre gli occhi già stanchi
si perdono nella notte
sulle orbite planate dei gabbiani
al profumo degli orizzonti sbocciati.
Dalla raccolta “Il Flauto del Fauno” – “Impegno 80”- 1981, Mazara del Vallo.
A cura di Biljana Biljanovska