Posto che vai Giustizia che trovi. Fra sentenze ridicole e sommarie esecuzioni

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Posto che vai giustizia che trovi. Grazie a Dio..anzi..ai martiri per il progresso civile, ora viviamo in uno Stato di diritto e libertà acquisite, fra cui quella mediatica e d’espressione, per le quali, se si vuole, si sta informati di tutto punto (quasi..) quantomeno sulla cronaca dei fatti.

Posto che vai Giustizia che trovi!

O misfatti quotidiani. Sicché, anche ai più distratti, non può non balzare all’attenzione una certa disomogeneità della Giustizia applicata. Non solo da caso a caso, da procura a procura, e, impropriamente parlando, da una caserma all’altra. L’allusione va a quei poteri decentrati, per cui troppo ancora è concesso all’arbitrarietà dei singoli o di singoli gruppi. E in assenza degli strumenti di controllo auspicabili. Se da una parte dunque, l’intelletto, il buon senso, tentennano di decifrare certi verdetti “impopolari”, ancor meno si può per la ormai sequela delle “morti da Stato” di cui a quanto pare è arduo ottener lumi, quasi quanto soddisfazione.

L’andazzo si porta fin’oltre, a pene comminate. Esempio il caso Aldrovandi: la cosa più triste (che nessun di dovere mise in rilievo…) è CHE LA MADRE DELLO SFORTUNATO SI SIA DOVUTA DIRE SODDISFATTA (A tanto siamo ridotti!) per le RIDICOLE condanne, “LIQUIDATE” ai responsabili poi, peraltro, riammessi al servizio.

(3anni e 6 mesi, di carcere militare..!)

Sbigottimento per la maniera gratuita e folle in cui si consuma il massacro raccontato(oltre che dalle foto) dall’unica testimone ch’ebbe il coraggio d’esporsi fra coloro che, dalle finestre, dovevano pure aver visto. Per l’uccisione di Sara Scazzi invece (minore del diciottenne per solo tre anni) è stato ergastolo. Processo indiziario ci dicono; due donne si, ragionevolmente coinvolte, senza che si possano accertare però i rispettivi ruoli in un fatto di cui da sempre si confessa autore Zio Michele. (Il tam tam televisivo ce lo consegna scritto così). Come non bastasse, un pilastro su cui poggia la teoria vincente è, nientemeno che il SOGNO del famoso fioraio, un visionario se-dicente che a tutt’oggi conferma questo piccolo (!) particolare.

Due adolescenti, le cui esistenze si potevano spezzare precocemente, PER 3 ANNI DI CARCERE MILITARE uno, per quello a vita l’altra.

Come spiegarsi la disparita’ di stima? (E DI SEGUITO TELEVISIVO) Del fatto di Avetrana, certa redazione ha fatto un vero feuilleton a puntate. Come per il caso Rea-Parolisi: pane quotidiano! (Per loro) Per il teleutente minestra riscaldata, riproposta ancor oggi a distanza d’anni, nel nome del diritto di cronaca, ma ostinatamente raschiando il fondo d’un pentolone esauritosi da tempo. Tormentoni settimanali, in cui il racconto viene centellinato con maliziosa parsimonia promettendo sempre novita'(di fatto inesistenti) con le scenette prestabilite dell’ospite che va controcorrente fingendosi indignato per poi successivamente
autosmentirsi. Tutto per occupare teatralmente lo spazio che, altrimenti, sarebbe spettato a casi SCONVENIENTI, tipo quello del ragazzo ferrarese. Pressoché, al confronto, quasi ignorato dalle Tv di regime.

Un interrogativo legittimo è se vi sia qualcuno in Italia CHE VIGILI SU CHI VIGILA e SU CHI DECIDE e SU CHI ESEGUE.

Forse nessuno per come e’ stratificato il Sistema statale, a deleghe sconnesse, in cui il soprastante non può sempre accorgersi di come il sottostante agisce. (Il sistema evidenzia delle falle signor capitano..)(..Zitto e rema!) Ma forse, dinanzi agli interrogativi che il buon senso ci pone, bisognerà riesumare il concetto di Fato. Lo stesso cui si riferiva l’uomo antico, atterrito da fenomeni naturali e avversità. A causa dei quali, si riconosceva in balìa d’un potere imperscrutabile, ineluttabile e in quanto tale (si vorrebbe) da accettare senza remore. Senza remore allora passi che al violento assaltatore di ville, come allo stupratore “vada di lusso” per un FATALE cavillo non lontano da dove giorni prima un tizio qualunque in bicicletta verrà intercettato in infrazione sul marciapiede e, dopo perquisizione domiciliare, positiva a 90gr. d’ hashish, tradotto in caserma ve ne troverà la morte.

Una “stangata” fuori misura, volendo collegare la sorte con la colpa, come purtroppo istintivamente si sarebbe portati a fare.

Qui, chiamare in causa il caso è relativamente utile, anche dato per scontato che sarebbe ancor vivo se fosse passato di là magari il giorno prima o ad altro orario. Non è per nulla certo, infatti, che la persona non fosse già attenzionata, per cui il fermo sarebbe stato solo questione di ore, con altra banalissima motivazione. (Cliccare: “Quel pomeriggio,a via Campagnole..” L.Facchini).

In generale, a chi però se non al caso, far risalire il determinarsi d’ogni evenienza inattesa, favorevole o meno? Esso soltanto, E NON GLI UOMINI, colpisce in modo non voluto e impersonale, o meglio PRESENZIA. Non essendo altro che il risultato dell’incrociarsi d’innumerevoli tensioni, originate da lontane profondità cosmiche. Forze che ci modellano, e risuonano fin nell’ultimo stelo, e cellula, indirizzando la vita a strutturarsi nei molteplici modi che conosciamo. Il nostro Dio patriarcale, già revisionato in piu’ maniere dai Concilii, non potrebbe certo rimanere a guardare i soprusi di massa, figurarsi poi quelli particolari di cui stiamo trattando. FATALITA’ allora,se consulenti finanziari girano per strada con la stessa libertà con cui prosciugarono i conti dei propri concittadini, anche DALL’INTERNO DI ISTITUTI DI CREDITO, senza che ALCUNO se ne avvedesse.

Insondabili Misteri del Fato e della Legge.

Quella stessa che, attraverso le proprie propaggini, per un giovane dal passato irreprensibile si traduce, ad Avola, in sonore percosse ed umiliazione finale. Situazione guarda caso conclusasi con l’autoimpiccagione, come per il ciclista di cui sopra, ed altri precedenti rintracciabili sul web. Nasce tutto da un’orinazione in strada beccata in flagranza di reato. (Alzi la mano chi l’ha fatto una volta, fermandosi di notte con l’auto). Come il nostro ,che poteva anche cavarsela con solo(!) 300 0€ di multa, come già accaduto a Bologna, Bergamo, Brescia dove (ping-pong..) quel famoso consulente rovinafamiglie di cui prima se ne gira indisturbato, senza aver pagato un euro! Evidentemente il Genius Loci, nelle vesti della P.S., per Sebastiano Caruso aveva in mente qualcos’altro quella sera.

E ancora di diverso avviso, lo Spirito che invece sovrintende un certo Tribunale di Roma dove, in luogo di pisciatina beffarda, ed aggressione con mancato omicidio (per un pelo) ai danni d’un padre di famiglia (sciocco moralista!) al BALORDO di turno, è toccato invece un semplicissimo FOGLIO DI VIA. Ora: sorte avversa o favorevole, il cumulo dei paradossi sta divenendo superiore alle umane, residue, possibilità di comprensione. Ma tant’è, ormai i fattori per cavarsela o meno (oltre ad un connaturato foro baricentrico) sono questi:

  1. Ambito del fatto.
  2. Chi ne sia vittima.
  3. Il non ritrovamento dell’eventuale corpo.

E su tutto: L’ATTENZIONE O LA NONCURANZA MEDIATICA raccolte. Poi, per le “sentenze di fatto”sommariamente eseguite, conta la contingente presenza e lo stato d”animo delle forze in gioco. (Dell’ordine..)

In questi casi, è come se tensione e rabbia represse, chiamassero entità extraumane ad aprire squarci paradimensionali, in cui la furia dell’Inferno irrompe al di qua con l’esito, finalmente catartico, d’andare a scaricarsi, ciecamente, sulla prima vittima disponibile.

Ping pong. Pensiamo ora, alla scomparsa di Denise Pipitone. Ha messo in luce un esempio tipico di enclave dell’Incomprensibile in terra d’Italia, ove possono verificarsi, a quanto pare, fenomeni altrettanto misteriosi ed inspiegabili così quanto quelli del Triangolo delle Bermuda! Indagini svolte “all’acqua di rose” con errori marchiani, ad opera di chi, per di più, sia in relazione intima con un’amica delle inquisite. In questi vacui, l’Istituzione assume un volto modellabile, ora in luogo di sonnacchiosa indifferenza (come per il caso citato) ora d’ultraterrena belva, risvegliatasi di soprassalto. Eppur capace di paradossale imbelligeranza, qualora incappi in un suo simile.

Tutte le vittime dei “pestaggi di Stato” hanno infatti una caratteristica in comune: L’EVIDENTE INNOCUITA’, GIÀ NELL’ASPETTO FISICO a partire da Cucchi, in giù.

E’ come se, annusandone la comune discendenza, e non riconoscendolo diverso da sé, la ferina violenza si contenga, quando incontri gente possente e cattiva, alla Kabobo per intendersi. (il furioso “picconatore” di Milano) Aspettando così a scegliersi opportune vittime sacrificali, fra i tanti coglioni incensurati, o meno, che girano per le strade come se si fosse in una nazione di diritto, pacificata APPUNTO dalle conquiste civili e dal benessere. (Ma ancora per quanto..?) In certa chiave di lettura, la discrepanza è quasi comprensibile secondo natura; infatti, in caso di fame estrema (..!) voi chi mangereste, i vostri figli o piuttosto quelli del vostro vicino, cosi’ antipatico, perché tanto diverso da voi?! —

Vuoi vedere che. alla fine, queste vicende sono riassumibili in una guerra di contrapposizioni para-ideologiche? Posto che vai giustizia che trovi!

L’intransigente muscolarismo giustizialista destrorso contro il garantismo lassista di certa magistratura di sinistra. In mezzo ai due estremi il La Qualunque di turno, estratto/a alla lotteria del Fato! Puo’ essere?

Se ritenuto opportuno, altri potrebbero sviluppare delle proprie riflessioni.