I resti del mio corpo
te li vendo un tanto al chilo
ci puoi fare quello che ti pare
grigliata mista, churrasco
sotto un sole cocente, tipo deserto di Barra da Tijuca
sotto una pioggia scrosciante in una pista di sci montana
senza neve
puoi spararli al cielo come nelle favelas
sventolarli tra mille bandiere tutte uguali
incartarli ancora sanguinolenti
o a fuoco lento cucinarli per benino
se vuoi mostrare coraggio
gratitudine
puoi farlo
ma puoi mostrare indifferenza e rivenderli
giusto per non pensare di aver buttato via il denaro
l’anima, invece, io te la regalo

I resti del mio corpo te li invio
per posta o per email
non occupano nemmeno tanto spazio
lo strazio sarà minimo
ridurrò la sofferenza allo stretto necessario
tu puoi, come corollario, scrivere un pezzo
significativo
puoi indurre alla riflessione
la questione è sempre stata il rapporto con la foresta
questa, ad esempio, mi sembra una frase buona
ad effetto
se vuoi puoi tagliare di netto la testa, le gambe
sentiti a tuo agio
Milano è in fiamme
Rio de Janeiro è il centro del degrado
e della gioia
quella vera, pura, quella mista
di sangue
indio, europeo e africano
se però lo sforzo ti fa paura
puoi nasconderti o metterti al riparo
l’anima, comunque, io te la regalo

Te la regalo perché è gratis
perché vale quanto pesa
perché è spessa come una lastra di ghiaccio ai tropici
efficiente come un tapiro
selvatica come un cortigiano francese prima della rivoluzione borghese

I resti del mio corpo
camminano pieni di desideri
liberi e sinceri
anelano il macello
eterno adolescente, incoerente il mio corpo
ti aspetta al varco, è tuo non è mio,
è tuo il mio corpo
dalla finestra ho appena sentito l’eco di uno sparo
anche la mia anima è tua
e io te la regalo.