Mi ricordo, quand’ero piccina,
per Pasqua mia madre preparava
sempre una buona colazione,
a quell’usanza, mio padre ci teneva tanto,
anche se non era uno stinco di santo,
e neanche un gran pretino,
però quella tradizione gli piaceva rispettare.

Da quando mia nonna non c’era più,
al nostro tavolo s’erano aggiunti
mio zio scapolo con mio nonno Alfredino,
io e mia sorella gli volevamo molto bene.

Per quel giorno mia madre
iniziava già di buon’ora a cucinare,
faceva il ciambellone
che gli veniva molto buono.

La specialità della colazione
era la frittata rognosa,
fatta con le uova e salsicce tutte sbriciolate.

Come metteva a soffriggere le salsicce
nella padella sul fornello,
il profumo si spandeva per tutta la casa,
ti faceva venire l’acquolina in bocca
e noi con quella fame che avevamo,
non vedevamo l’ora di metterci a mangiare.

Mia madre verso le dieci
preparava il tavolo,
con la tovaglia migliore che aveva,
con i piatti più belli,
i bicchieri tutti uguali.

Il vino per risparmiare e prenderlo buono
era andata dal contadino,
ed era speciale.

E quando finalmente
ci mettevamo a mangiare,
c’era sempre tanta allegria.

Dal tavolino ci alzavamo solo
quando cominciavano
a suonare le campane per ricordarci
che a quell’ora Cristo era risorto.

Si faceva tutti il segno della croce,
noi figlie correvamo alla fontanella
che stava davanti casa
per lavarci il viso per devozione.

Poi tutti insieme partivamo
per andare alla Messa.

Quando ritornavamo
c’era già il pranzo pronto.

Non vedevamo l’ora di mangiare
quel buon piatto di brodo,
fatto con il cappone e i tagliolini all’uovo
che aveva fatto a mano mia madre.

Maria Pia Marchetti