Che cos’è l’Uranio impoverito e perché miete ancora vittime

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L’uranio impoverito sta facendo più vittime tra i soldati italiani delle missioni stesse in cui sono impegnati. Il bilancio diramato dall’Osservatorio militare è proprio quello di una guerra: 324 vittime e circa 3.700 soldati ammalati. E pensare che molti di questi soldati sono stati impegnati in cosiddette ”missioni di pace”.

Ultima vittima in ordine di tempo è la salernitana Stefania Stellaccio, uccisa da un cancro al cervello causato dall’esposizione all’uranio impoverito. Poco prima di lei erano morti altri due soldati: Gianluca Danise, impegnato a Nassyria e morto a soli 43 anni per un cancro, e Giovanni Passeri, 41 anni, morto ufficialmente per un tumore ai polmoni.

Che cos’é l’uranio impoverito?

Di uranio impoverito abbiamo cominciato a sentire dalla fine degli anni ’90, quando sono iniziate le prime denunce di soldati malati. Molti furono impegnati nella ex Jugoslavia, a punto che si parlò di ”Sindrome dei Balcani”.

Esso è ottenuto come scarto del procedimento di arricchimento dell’uranio. La miscela di 235U e 238U, con arricchimento maggiore in 235U della concentrazione naturale (0,7110%), costituisce l’uranio arricchito utilizzato come combustibile nelle centrali nucleari e come principale elemento detonante nelle armi nucleari.

Il materiale risultante consiste principalmente in 238U, che ha una minore attività specifica dell’uranio naturale. Il termine è una traduzione dall’inglese depleted uranium, che a volte viene tradotto gergalmente con il termine uranio depleto. Il terzo isotopo naturale dell’uranio (234U), si concentra a sua volta nell’uranio arricchito e si disperde nell’uranio impoverito. L’estrazione, a partire dall’uranio contenuto in minerali naturali, avviene in diversi modi, ed il risultato finale è un prodotto in cui la percentuale di 235U è più bassa che nel materiale originale (passa dallo 0,7110% allo 0,25-0,4%).

a 12 kg di uranio naturale si ottengono all’incirca 1 kg di uranio arricchito al 5% di 235U e 11 kg di uranio impoverito. Quasi tutto (circa il 95%) l’uranio impoverito è conservato sotto forma di esafluoruro di uranio (UF6), in cilindri stoccati all’aperto, per evitare il pericolo di accumulo di acido fluoridrico in caso di incidenti.

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