La Bella e la Bestia e l’importanza della barba

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Donne, amiche,compagne, non fate le finte tonte! Siamo andate tutte a vedere La Bella e la Bestia, che dico, ci siamo precipitate!

Perché in fondo, molto in fondo, dietro i vari strati di corazza e ciccia che ci siamo faticosamente costruite, siamo delle grandi romanticone. Siamo quelle che riguardano fino alla nausea Pretty Woman e che sognano di affacciarsi al balcone non per stendere i panni (una volta tanto!), ma perché dabbasso c’è Richard Gere che ci chiama a gran voce, con una vagonata di fiori in mano e un macchinone con tanto di autista pronto a partire alla volta dei Caraibi. Tipo. Siamo quelle che ogni anno, su Italia 1, hanno l’appuntamento fisso con Dirty Dancing, e immaginano di fare il solletico a Johnny sotto l’ascella e di piroettare con lui su un tronco d’albero sospeso per aria o su qualsiasi superficie piroettabile.

Detto ciò, non potevamo non andare a vedere La Bella e la Bestia. Difatti io sono andata, con un’amica, non col fidanzato, per carità, con lui solo film di scazzottate volanti, se no che uomo sarebbe.

Già dalla prima scena attaccano a cantare tutti gli abitanti del paese, mentre Belle esce di casa e va a comprare un tozzo di pane poi dritta dritta in biblioteca. Dire biblioteca in realtà è un eufemismo: trattasi di stanza minuscola con altrettanto minuscolo scaffale che conterrà la bellezza di sei o sette libri. E Belle li sa a memoria, che ve lo dico a fare, ma continua a rileggerli fino alla nausea, perchè abita in un paesino del cavolo dove l’unica occupazione di tutti è cantare dalla mattina alla sera; quindi o si legge o ci si può tranquillamente suicidare.

Non ci sono nemmeno ragazzi decenti in giro! L’età media si aggira sui 70-80 anni, e l’unico maschio papabile in circolazione è Gaston. Costui è uno strafigo tutto muscoli con un ciuffo esagerato, roba che ci si potrebbe fare surf o sci d’acqua. Peccato che sia anche un deficiente patentato, che pensa ai libri come a una ottima alternativa alla carta igienica. La povera Belle, insomma, è impallata da morire, e ha urgente bisogno di svago.

La storia la sapete tutti.

Succede che il padre di Belle va a fare commissioni in mezzo a una specie di giungla innevata, capita casualmente in un castello gigantesco abitato da un bestione non meno gigantesco e pieno di soldi e viene sequestrato, mannaggia. A Belle non sembra vero di poter prendere un po’ d’aria e smetterla di cantare, quindi va subito a salvarlo. Avviene lo scambio, il padre di Belle torna al paesello e la ragazza rimane rinchiusa nel castello fighissimo. All’inizio fa la scontrosa (ah, le donne!), poi però si fa due conti: vitto e alloggio sono gratis, c’è una biblioteca da paura e il panorama non è niente male.

Oddio, c’è da dire che i mobili parlano, sono un po’ logorroici e anche loro cantano praticamente tutto il tempo, ma pazienza, poteva andarle peggio. Oltretutto Belle scopre che la Bestia, nonostante tutti quei peli, le zanne e l’abbigliamento ridicolo, ha il suo perchè. Sa ballare bene, legge nel tempo libero ed è anche un giocherellone, tipo quando le lancia la palla di neve da cinque tonnellate che la stende per mezz’ora.

Birichino!

E insomma, poi arriva Gaston a guastare l’atmosfera, insieme a tutto il paese (che continua imperterrito a cantare), c’è un po’ di baruffa ma i mobili hanno la meglio e per farla breve, tutto è bene quel che finisce bene. Siamo rimaste un pochino tutte di stucco nel momento clou, quello che aspettavamo con ansia dall’inizio del film: la trasformazione della Bestia, che grazie all’amore di Belle riprende le sue sembianze umane. Sarà che avevamo fatto gli occhi a Gaston, ma la comparsa di questo capellone imberbe, nasuto e magrolino ci ha un po’ deluse. Molto meglio prima: non so, tutti quei peli e le spalle larghe gli davano quel non so che di selvaggio, come dire.

Secondo me Belle lo preferiva in versione bestiale. Infatti poi, nella scena finale (attenzione, spoiler!), tra un ballo e l’altro, glielo dice, scherzando, ma glielo dice:” Vedi di farti crescere la barba”. A buon intenditor…

E come nelle migliori favole, vissero tutti felici, contenti e ricchi da far schifo.

Ciao Sono Francesca! Ho deciso di aprire questo blog e condividere le mie piccole esperienze quotidiane e le mie ” riflessioni” su argomenti tipicamente femminili, sempre ironizzando su tutto. Il mio intento è divertirmi e divertire, e spero di riuscirci!