Dalida la diva triste: la sua carriera e le canzoni più belle

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Impossibile non ricordarsi della diva triste, conosciuta da tutti come Dalida. Al secolo Iolanda Cristina Gigliotti, suicidatasi nella sua villa a Montmartre, quartiere di Parigi, nel 1987. Complice una profonda depressione che la spinse al gesto estremo con un’overdose di barbiturici, a distanza di vent’anni da un primo tentativo di suicidio, un mese dopo la morte del cantante italiano Luigi Tenco. Tra i due pare ci fosse anche un rapporto sentimentale.

Dalida ha venduto complessivamente 170 milioni di copie in tutto il Mondo e ancora oggi la sua discografia riscontra un buon mercato. Ebbe anche una discreta esperienza nel Cinema, lei che recitava con charme anche quando cantava con la sua splendida voce. Per una vita fatta di successi ma anche un malessere irrisolto, alimentato da amori infelici e spesso finiti tragicamente. Di seguito ripercorro la carriera di Dalida, mentre alla fine dell’articolo riporto i suoi brani a mio avviso più belli.

La carriera di Dalida e le prime esperienze nel Cinema

Dalida nacque a Choubrah (alle porte del Cairo) il 17 gennaio 1933 da genitori calabresi originari di Serrastretta, in provincia di Catanzaro, seconda di due fratelli: Orlando e Bruno. Il padre, Pietro, era primo violino all’Opera del Cairo. Si suicidò quando era ancora bambina, dopo un periodo di carcere durante il quale subì anche delle torture. Si sottopose a diverse operazioni chirurgiche per rimediare al suo strabismo. A diciassette anni vinse il concorso di bellezza Miss Ondine e, poi, Miss Egitto. Ebbe la sua prima esperienza nel Cinema nel 1954 con La regina delle piramidi, facendo la controfigura di Joan Collins. Nello stesso anno entrò a far parte del cast di altri due film: Le Masque de Toutankhamon e di Sigarah wa kas. Finite le riprese partì per Parigi per sfondare nel Cinema che conta. Nel 1956, ispirandosi al film del 1949 Sansone e Dalila, adottò il nome d’arte Dalila, che cambiò in seguito in Dalida su consiglio dello scrittore Albert Machard.

I primi successi musicali di Dalida negli anni ‘50

Lo stesso anno registrò il suo primo disco su vinile con Madona, versione francese di Barco negro di Amalia Rodrigues, cui seguì Bambino (traduzione della famosissima canzone napoletana Guaglione, portata al successo da Aurelio Fierro), che ebbe grande successo arrivando prima in Francia per 39 settimane nel 1957. Vincendo il suo primo disco d’oro. E ciò la lanciò definitivamente nel mondo della Musica, incidendo tanti brani di successo da lei reinterpretati in francese. Tra cui Dans le bleu du ciel bleu (Nel blu dipinto di blu di Modugno), che arrivò quinta nelle Fiandre, e Du moment qu’on s’aime (Piccolissima serenata di Teddy Reno) nona nelle Fiandre e Romantica (di Renato Rascel) decima nelle Fiandre nel 1960.

Gli anni ’60 della diva triste: tra conferme e primo tentato suicidio

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