Ricordo di essere cresciuto nell’odio
addestrato in Siria ad uccidere.
Aspirante martire.
Niente gioco, solo pane e kalashnikov.
Gli ebrei sono infedeli
anche i cristiani sono infedeli
Tutti sono apostati,
questo l’insegnamento ricevuto.
Ore 21.00 sono a Parigi al Bataclan,
un teatro dove suona una band inglese:
Gli Eagles of death metal.
Il cuore pulsa, la ragione comanda.
Il gesto è forte, assurdo, ignobile
più della momentanea esitazione.
Sono imbottito di tritolo, non ho paura,
la prospettiva è il paradiso,
parole che rimbombano come un’ eco.
Mi hanno rovesciato addosso verità
che sono diventate realtà distorte
mi hanno indottrinato rubandomi il pensiero …
E’ l’ora del concerto, la musica è forte,
vedo giovani in ascolto ballare
liberi nel loro mondo interiore
senza il rovello dell’odio.
Imbraccio il fucile e sparo
cercando chi colpire senza distinzione
sono tutti bersagli da uccidere.
Il sangue copre ogni cosa,
un altro caricatore da svuotare
cercando ancora chi colpire
la gente scappa cercando riparo
le urla sono eco al dolore.
Il mio odio offusca la ragione,
ma una fede cieca non conosce ragione.
Le urla aumentano.

Arrivano le teste di cuoio
un conflitto armato s’accende.
Sento colpi di kalashnikov poi altri colpi,
un proiettile mi colpisce ferendomi ,
è la fine…mi faccio esplodere.
La mia carne a brandelli
la mia anima a pezzi.
Nel trapasso comprendo…
Rivedo me stesso gridare :Allah è grande…
Ma… non è fede la mia, ma fanatismo
gemella dell’integralismo.
Può essere grande Allah se il tributo è la morte?
Non siamo tutti suoi figli e quindi fratelli?
Ogni proiettile da me sparato è una ferita per Allah
C’è qualcosa che non torna,
la mia carne sempre più a brandelli,
la mia anima sempre più a pezzi.
Ora sono in uno stato di essere finito
dentro un tempo infinito, eterno.
Comprendo l’orrore del mio gesto,
vedo il dolore che ho procurato,
vedo il volto di un Allah diverso
da come gli Imam nelle moschee che frequentavo
me lo hanno da sempre raccontato.
Vedo ogni cosa con una nuova luce .
Non ci sono infedeli ,
ma fratelli di ogni razza e religione.
La luce sempre più lontana,
ma sono io che mi allontano dalla Luce
per la consapevolezza dell’orrore fatto,
ho usato male il Suo amore
ho usato male la mia libertà.
In questo stato rivedo tutta la mia vita
ogni scelta e ogni azione e mi allontano sempre di più.
Cerco un riscatto che non trovo.
Adesso il dolore diventa forte inesauribile, infinito.

Vorrei riparare ma non posso.
Ho giocato le mie carte in vita
imbottito di false verità .
Ora sono divorato dal rimorso e da sensi di colpa.
La Luce lascia al buio la sentenza,
sono solo a scoprire l’amore che potevo dare.
Il buio diventa angoscia,
la mia vita un rovello,
la mia comprensione un dolore che non conosce fine.
Vorrei raccontare che l’Islam non è terrore e morte
che i mussulmani non sono terroristi, ma non posso…
Eravamo solo noi cellule impazzite di falsi ideali
infarciti di una legge coranica distorta
a cercare nel Corano un alibi alle nostre scelte
che vede nell’altro un infedele da uccidere,
ma è una bestemmia uccidere nel nome di Allah.
Ora il buio confina il mio essere in eterno,
il dolore non conosce sosta.
Allah è grande quando nell’altro vedo un fratello
quando mi curvo su di lui per aiutarlo.
Il dolore che ho procurato non conosce perdono
perché uccidere un uomo è uccidere una parte dell’Umanità.
Sono solo a raccontare l’orrore del mio gesto
con un dolore che mi accompagna inestinguibile
e nel buio affogo la mia pena infinita.