Mettiamo che non ci stanno più

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mettiamo

Di un bel turchino,

con la stampella

il bambino.

E’ stato colpito

povero orfano,

in un conflitto impazzito,

portate i risparmi,

diceva la maestra,

così che depongano le armi.

Ci ho messo mezzo secolo

per grattare il turchino.

Il tanfo fuoriuscito

è di quelli che da ogni circostanza

traggono profitto.

L’umido dei furbi

ce l’ho addosso

e lo so che fiutandolo

gli storpi mi staneranno.

Mi puntano il dito

per i terreni radioattivi

l’inquinamento idrico

lo stato di povertà

le risorse depredate.

Gli storpi colpiscono nel mucchio.

Bum, bum, bum.

Allora evito luoghi affollati,

preferisco il bus alla metro

scelgo mete sicure.

A volte penso che basterebbe

chiedere scusa,

ammettere l’abuso

e livellare l’offesa

con bonifiche mirate.

Questo basterebbe,

per un futuro turchino,

fra uomini d’onore.