Il murales tridimensionale. A via Ciamarra a Frosinone, nel cuore della città torna a vivere il muro che per anni ha ospitato lo storico murales dedicato a Carlo Ludovico  Bragaglia, uno dei fratelli, figli ”illustri ”della città. Il murales realizzato negli anni 90 fu un fiore all’occhiello della città. Poi si sa l’arte di strada è vulnerabile, mostra i segni di tempo, da anni necessitava di un intervento di restauro ”per salvarla”, ma  Frosinone è la città delle ”chiacchiere”delle divergenze e delle divisioni.

Intervenire sul murales per qualcuno significava ”distruggere la memoria, cancellare la storia”.

Tra una discussione è l’altra, quel murales era diventato ”il muro del pianto”. Inaugurato nel 1994 con la presenza del  Bragaglia. Anni di riunioni, fiumi di parole. Finalmente nel 2017 l’amministrazione comunale decide di affidare al liceo artistico della città ANTON GIULIO BRAGAGLIA quel muro di via Ciamarra. Il liceo artistico con la sezione 5°-C era stato tra i protagonisti di quel murales che aveva visto la partecipazione di giovani artisti.

Nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro tredici studenti delle classi terze e quarte  stanno scrivendo una nuova pagina di storia della città. Rispettando i soggetti raffigurati precedentemente, ma inserendoli in una cornice nuova, la tridimensionalità antiprospettiva. Un murales in ”tre d”. I ragazzi in questo intervento urbano  sono seguiti da alcuni docenti. Il coordinatore è il prof Paolo Culla, docente di architettura e design al liceo, docente all’Accademia di  Belle Arti di Frosinone.

Un architetto che non ha certamente bisogno di presentazioni visto che ha realizzato diverse opere innovative.

Sempre architetto è il prof Claudio Ceccarelli. Docenti di arti figurative invece la giovanissima Laura Quatrini e Mario Casalese. Quest’ultimo è l’unico artista contemporaneo del territorio. Infatti, una sua tela, ”La Resurrezione” si trova nella Cattedrale di Frosinone ed è considerata tra le più importanti pinacoteche della città. Nel gruppo dei docenti ci sono io, con il compito di ”narratrice”. Sono una che gioca con le parole, che i ”colori” sa usarli solo nelle parole.

Il muro di via Ciamarra sta diventando il ”muro della condivisione cittadina” si passa per un saluto di incoraggiamento, un ”bravi, forza” si passa a regalare un caffè, un peccato di gola.