Bruxelles 25/03/2057: Aspettiamo senza avere paura domani.
Così cantava oltre cinquanta anni fa un poeta bolognese, tale Lucio Dalla. Con le parole della sua canzone, intitolata Futura, vogliamo aprire questa seduta straordinaria del Parlamento Europeo, a un secolo dalla fondazione della Comunità Economica Europea, madre della nostra Unione attuale.
Europa.
Non è stato scelto un nome a caso per il nostro continente. Il significato della parola, che oggi indica la nostra patria comune, non è banale o esclusivamente geografico come si potrebbe pensare. Le diverse declinazioni etimologiche spostano il significato da “ben irrigata” a “ampio sguardo” associato alla luna piena o proprio alla Grande Madre, di cui tutti possiamo sentirci figli. Una madre Europa che nel corso della storia ha cresciuto oramai più di trenta figli, educandoli alla condivisione, alla fedeltà e alla pace.
Chissà, chissà domani.
Continuando a citare il poeta.
Il domani, per i nostri padri fondatori, cari compatrioti, cento anni fa sembrava spaventoso. Un domani che per molti denigratori avrebbe fatto fatica ad arrivare. E invece oggi è qui. Il domani è presente, è oggi; e noi siamo con lui per portarlo nel futuro. Noi, Europei, fratelli maggiori e minori – solo per i recenti entrati, abbiamo vissuto con la speranza di un mondo migliore. Ma la speranza non è sempre certezza.
Ci siamo riusciti? Abbiamo realizzato il mondo migliore tra tutti i possibili? Rispetto a quello in cui vivevamo tra mille difficoltà? O il suo nome detto questa notte mette già paura?
Per rispondere a questa domanda abbiamo invitato l’unica persona presente, allora come oggi, ma anche domani. Il nostro ospite d’eccezione la crononauta Aamaal Karlsson. La prima viaggiatrice nel tempo. Come tutti sappiamo dalle cronache recenti, con la sua capsula è riuscita a spostarsi avanti e indietro sui calendari, riuscendo così a studiare i cambiamenti del domani e i fenomeni antropologici della nostra patria, a capire le dinamiche della nostra Unione e a procurarci degli strumenti per non commettere in futuro gli errori del passato. Ma non voglio rubare altro spazio alla nostra eroina. Cedo allora subito la parola ad Aamaal. Ascoltiamo il suo incredibile racconto, nel tempo, nello spazio e nella storia.
Carissimi europei, donne e uomini che calpestate il suolo continentale e delle isole della nostra meravigliosa Europa, innanzitutto un caloroso saluto. Vi porto due abbracci. Uno dai vostri avi e uno dai vostri pronipoti.
Sono molto emozionata.
Credetemi la speranza, di cui parlava poco fa il nostro presidente, ha fatto miracoli nel corso della storia. Ma non da sola. La speranza da sola non basta. Servono azioni concrete. Così è stato decisivo il supporto e la convinzione del popolo, il nostro popolo – che nonostante alcune imponenti derive del post secondo millennio, ha creduto davvero che un’altra Europa, unità, ferma e coalizzata, fosse possibile.
Non voglio tediarvi con questioni puramente politiche che lasceremo solo agli annali come ricordo. Bensì voglio raccontarvi alcune cose che mi stanno a cuore e per le quali ho visto molti europei dare se stessi. In questi anni la nostra Unione ha letteralmente fatto la forza.
Prima però permettetemi due parole sui miei viaggi.
So che tra di voi ci sono degli scettici; credetemi, è giusto che sia così. Dovete sempre mettere in dubbio tutto. Documentatevi prima di fidarvi e prima di fare le vostre scelte. Vi chiedo di giudicare e valutare le mie parole di oggi, solo domani.
I viaggi nel tempo un giorno saranno possibili (vedrete…). L’anno in cui avrei dovuto vivere è il 2100. Quindi spero che molti di voi, tra 43 anni possano essere certi della mia presenza oggi, qui. In quell’anno sarà inventata una capsula positronica in grado di muovere esseri umani non più solo nello spazio, anche se lo spazio avrà un ruolo cruciale. La tecnologia sfrutterà i buchi neri, l’antimateria e la genetica. Anticipo una domanda che so che mi farete (ho vissuto questo giorno anche ieri per prepararmi al meglio!). Per evitare manipolazioni sociali, storiche, economiche è stato condiviso a livello planetario un disciplinare del viaggio nel tempo, redatto all’inizio del progetto Asimov (che appunto ha portato alla creazione della famosa macchina del tempo).
La sua legge fondamentale recita così:
il viaggiatore, che modifica in modo sostanziale la storia dell’umanità, è obbligato moralmente a restare nel presente che sta modificando. Il termine sostanziale è importantissimo. Infatti, la sola presenza dell’essere umano del futuro, nel passato, è già una modifica.
Arrivo adesso dal 2019 e devo dirvi che vedere i vostri amabili visi in questa riunione plenaria mi da sollievo. Ci siamo riusciti. Tutti insieme. I vostri nonni, i vostri genitori, voi e i vostri figli e nipoti. Abbiamo vinto la sfida più grande, credere in questa nostra Unione. Ma devo anche dirvi che abbiamo più e più volte rischiato che tutto si sgretolasse dietro delle ideologie incomprensibili di autarchia e populismo.
Sono passati trentotto anni, eppure molti di voi ricorderanno come fosse ieri il declino che la nostra Unione stava prendendo.
A partire dagli anni sessanta del novecento, si era lottato duramente per abbattere le frontiere – eppure alcuni stati, alcuni uomini, che non giudico, ma che credo senza fondamenta morali, continuavano a creare muri virtuali chiudendo i confini con leggi e con le armi. Dicevano che eravamo pazzi a volere un posto, un luogo, uno spazio libero e aperto. Dicevano che non sarebbe durata, che presto ogni Nazione avrebbe recriminato il proprio perimetro di crosta terrestre.
I fatti li hanno smentiti. L’accoglienza è diventata una leva, un fulcro per l’integrazione e la comunione d’intenti.
Europa è Mediterraneo, mare che bagna tre continenti e che, seppur chiuso rispetto agli Oceani, è diventato, con fatica, un bacino di libertà.
L’Europa è multicultura, diversa per ognuno dei punti cardinali che tocca.
Europa sono le lingue mescolate e influenzate, racchiuse poi in quella della comunicazione universale e globale, l’inglese dalla Gran Bretagna, che resasi conto dei suoi sbagli è stata riaccolta dagli altri fratelli, per il bene comune dell’intero pianeta.
Europa è il milione di chilometri di ferrovia – oggi integrata – pensate nel 2007 erano meno di duecentomila e che oggi ci consentono di goderci viaggi puliti e la varianza del panorama più bello del mondo.
Studenti di tutte le terre hanno potuto condividere l’emozione di lavorare e imparare insieme, grazie alla libera circolazione.
Il progetto Asimov nasce proprio in uno studentato universitario di Lisbona, dove risiedevano le menti più brillanti del vecchio continente, provenienti dall’Austria fino al Kosovo. Davanti ad una pizza italiana, mentre bevevano birra danese e parlavano in inglese, hanno redatto il progetto poi inviato al CERN e realizzato in collaborazione con la Nasa. Negli stessi anni ad Atene un altro gruppo di studiosi inventerà una rete informatizzata totalmente libera che connetterà tutti gli ospedali del mondo.
Ecologicamente. A dispetto dei viaggi extraplanetari che richiedono tonnellate di carburante da pagare in termini di emissioni di CO2; il viaggio nel tempo è ecologico, poiché sfrutta l’antimateria e come vi dicevo proprio i buchi neri, fotografati per la prima volta in quell’Aprile del 2019 alla vigilia delle elezioni per i vostri antenati qui in parlamento. Una tecnologia che voi scienziati dell’oggi e del domani vi divertirete a studiare.
Era impensabile sfruttare ancora la nostra terra.
Quando si parlava di collasso, pensavamo tutti che fosse un ingigantimento del problema. Qualcosa di ancora molto lontano. Credevamo che le risorse fossero illimitate e di poter fare ancora quello che volevamo senza pensarci più di tanto. L’uomo è uno degli esseri più giovani sulla nostra terra, ma rischia anche di essere quello che si estinguerà più velocemente, portandosi dietro molte forme vitali alle quali avremmo detto addio per sempre.
Ma se oggi potete vivere su una terra pulita, dove fa quasi impressione pensare all’utilizzo delle plastiche non riciclate e dove è impensabile parlare ancora di energia fossile, è perché appena trenta anni fa ci siamo resi conto, spronati dai nostri attuali genitori, che non potevamo arrivare al collasso.
Vi ricordate la ragazzina svedese che scioperava il venerdì da scuola?
Ha cominciato da sola. L’hanno seguita gli italiani in massa e poi i tedeschi e dopo i francesi, gli spagnoli, gli olandesi. Il suo sciopero per il clima sembrava un fenomeno momentaneo, una bolla. E invece dopo le quarte pagine dei quotidiani, ha conquistato le copertine e poi le prime serate e poi i parlamenti locali, nazionali e internazionali. Un meccanismo di amplificazione che ci ha destato dal torpore in cui troppo spesso vivevamo e che i mass media cercavano di cavalcare. Ringraziamola, ovunque essa sia adesso. Ci hai detto qualcosa che già sapevamo ma solo quando l’ha sbattuto sul nostro muso, abbiamo preso coscienza che stavamo gettando via il nostro mondo come fosse una cartaccia o un bicchiere di plastica – usa e getta.
Oggi cari miei, sono due le nuove sfide per cui bisogna lottare.
La pulizia del pianeta e dello spazio dai rifiuti che non produciamo più ma che dobbiamo inevitabilmente cominciare a gestire. E la gestione dell’acqua, il nuovo oro.
È necessario investire nel recupero dei materiali dai rifiuti. Non smettete di ricercare forme di energia dalla spazzatura. Solo così avremo, avrete e avranno i nostri figli, davvero la possibilità di godere nuovamente il mare, le montagne e anche i viaggi spaziali che non tarderanno ad arrivare secondo una filosofia totalmente ecocompatibile. Non siamo ancora riusciti a ripulirci delle plastiche che abbiamo sparso ovunque. Dalle cime dei monti alle profondità egli abissi. Sarà davvero dura farlo. Ma dobbiamo iniziare.
Mi preme molto poi parlarvi dell’acqua che ho definito il nuovo oro.
Posso dirvi che i cambiamenti climatici saranno quasi letali, ma li affronteremo con decisione. Già nel duemila si sapeva che l’impoverimento delle falde potabili sarebbe diventato un problema. Cari fratelli, è necessaria una carta che protegga l’acqua. Una carta che sia di ampie vedute. Queste parole, vi supplico, di non prenderle sottogamba. Per questo motivo ho deciso di recarmi proprio qui, oggi. E di rimanere insieme con voi. Per cambiare il presente. A costo di mettere in gioco la mia vita.
Rischiamo una guerra per questo bene, ancora non considerato tale, ancora non considerato prezioso quanto altri materiali che vi assicuro, non serviranno senza acqua. Come vi dicevo i cambiamenti climatici ci hanno sconvolto, per ritornare a uno stato di equilibrio ci vorrà del tempo. E vi assicuro che non sarà facile se non decidiamo tutti, in accordo di lavorare per quello.
Mi auspico che già da domani le cose inizino a cambiare. E lo sapremo presto. Se un giorno il mondo dovesse finire, sono certa che dal futuro verranno a darci una sveglia, a gridarci un allarme. Ancora una volta.
Allora concludo e cito anch’io Lucio Dalla.
Chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro, qui tutto il mondo sembra fatto di vetro e sta cadendo a pezzi.
Prima che sia irreparabile, non voltiamoci indietro e cominciamo a cambiare, senza avere paura del domani.