L’assillo è tornato per te.

Sarai succube e cadrai,
dritto all’Inferno tornerai.
Ceneri alle ceneri,
polveri alle polveri,
tormenti in grado di toglierti le colpe.
Fuggire non potrai,
spezza la maledizione e forse ne uscirai.

John Wayne Gacy (Chicago, 17 marzo 1942 – Crest Hill, 10 maggio 1994) è stato un serial killer statunitense.

Fu soprannominato “Killer Clown”, per aver intrattenuto i bambini ad alcune feste con costume e trucco da clown facendosi chiamare Pogo il Clown.

Rapì, torturò, sodomizzò e uccise 33 vittime, fra adolescenti e maschi adulti, 27 dei quali seppelliti sotto la sua abitazione o ammassati in cantina, dal 1972 fino alla sua cattura avvenuta nel 1978, in seguito ad un errore nell’occultamento della sua ultima vittima.

In pochi sospettavano che fosse segretamente omosessuale, era sposato e socievole e pareva quindi insospettabile agli occhi dei concittadini.

John nacque a Chicago, Illinois, secondo di tre figli nati da John Stanley Gacy e Marion Elaine Robinson. Da piccolo, John era un bambino sovrappeso che subiva continue molestie fisiche e psicologiche da parte del padre alcolizzato.

Durante l’infanzia, Gacy cercava morbosamente l’approvazione del padre, ricevendola solo in rare occasioni, uno dei suoi primi ricordi era quello di quando, all’età di 4 anni, il padre lo aveva picchiato a lungo con una cinghia di cuoio perché aveva smontato involontariamente un macchinario che il padre stava assemblando.

Subiva da lui stesso atti denigranti, che lo ponevano sempre al di sotto delle sue sorelle, dato che egli era considerato “stupido, grasso ed effeminato”.

All’età di nove anni, Gacy fu molestato sessualmente da un amico di famiglia, ma John non raccontò mai ai genitori quanto era successo per non incappare nell’ira del padre.

A 11 anni, John sbatté violentemente la testa cadendo dall’altalena sulla quale stava giocando e l’incidente gli causò un forte ematoma cranico che non venne diagnosticato fino a quando il ragazzo non compì 16 anni di età. Nel lasso di tempo in attesa della diagnosi, Gacy soffrì spesso di forti mal di testa e di perdita temporanea della memoria. Il ristagno di sangue fu rimosso chirurgicamente e a 17 anni gli venne diagnosticata anche un’insufficienza cardiaca che si sarebbe portato dietro per tutta la vita.

A 18 anni, Gacy iniziò ad interessarsi alla politica, lavorando come assistente del candidato del Partito Democratico del suo quartiere.

Lo stesso anno John divenne membro del Partito Democratico e si candidò alle elezioni comunali. Nel marzo 1964, dopo essersi laureato in economia e commercio ed aver iniziato a lavorare come direttore di un negozio di scarpe a Springfield, iniziando anche a frequentare la giovane Marlynn Myers.

Dopo nove mesi di fidanzamento, la coppia si sposò e sempre nello stesso anno Gacy ebbe la sua prima esperienza omosessuale. Secondo quanto dichiarato da lui stesso, egli diede sfogo ai suoi impulsi quando, invitato a casa di un collega di lavoro, ubriaco insieme a lui sul divano, ebbe un rapporto orale consensuale con il ragazzo.

Nel 1966, il suocero di Gacy gli offrì l’opportunità di dirigere tre ristoranti fast food della catena Kentucky Fried Chicken del quale era proprietario a Waterloo, nello stato dell’Iowa.

Al suono dei 15.000 dollari all’anno più una percentuale sui profitti, Gacy accettò e, dopo aver frequentato un corso manageriale formativo, si trasferì con la moglie a Waterloo, dove si rivelò un ottimo dirigente e, collaborando a diversi progetti di beneficenza, diventò ben presto una figura di spicco della comunità cittadina.

La coppia ebbe due bambini, ma contemporaneamente iniziarono a manifestarsi segnali dell’omosessualità repressa di Gacy, di fatti socializzava soltanto con i dipendenti del suo stesso sesso: fece loro frequenti avance di carattere sessuale, pronto a giustificarle come scherzi se gli interessati le accoglievano con sdegno. Divenne persino un avido consumatore di materiale pornografico omosessuale.

Nell’agosto 1967, Gacy commise la sua prima aggressione a scopo sessuale ai danni di un adolescente; il quindicenne Donald Voorhees, il figlio di un suo amico.

Gacy attirò il ragazzo in casa sua con la promessa di fargli vedere dei film pornografici, poi lo fece ubriacare e lo convinse a praticargli una fellatio. Svariati altri ragazzini furono molestati sessualmente da Gacy nei mesi seguenti, incluso un giovane che incoraggiò a far sesso con sua moglie, prima di costringerlo ad un rapporto orale con lui stesso.

Nel marzo 1968, Donald Voorhees raccontò a suo padre l’accaduto che informò immediatamente la polizia e Gacy venne arrestato ed incriminato per molestie sessuali e sodomia in relazione a Voorhees e al tentato stupro di un sedicenne di nome Edward Lynch.

Gacy negò ogni accusa, proponendosi per il test della macchina della verità, non superandolo.

Continuò tuttavia a negarsi colpevole, insistendo e ipotizzando di essere un perseguitato politico per la sua militanza nel Partito Democratico.

Il 10 maggio 1968, venne comunque incarcerato con l’accusa di sodomia e il 30 agosto, mentre era stato rilasciato in attesa dell’udienza processuale, egli convinse dietro pagamento di 300 $ uno dei suoi impiegati, il diciottenne Russell Schroeder, ad assalire violentemente Donald Voorhees per scoraggiare la testimonianza del ragazzo nel processo.

All’inizio di settembre, Schroeder attirò Voorhees in una zona isolata del parco cittadino e lo pestò selvaggiamente urlandogli di non testimoniare contro Gacy.

Voorhees informò la polizia dell’aggressione subita, identificando Schroeder come esecutore del pestaggio e facendolo arrestare il giorno dopo. Anche se inizialmente egli negò qualsiasi accusa, Schroeder confessò in seguito di avere assalito Voorhees, indicando Gacy come mandante, che alla fine confessò.

Il 3 settembre, Gacy venne sottoposto a una visita psichiatrica alla State University of Iowa: due medici lo esaminarono nel corso di un periodo di osservazione durato 17 giorni arrivando alla conclusione che l’imputato possedeva una “personalità asociale” ma che, essendo sano di mente, avrebbe potuto affrontare il processo.

Durante il processo, tenutosi il 7 novembre 1968, Gacy si dichiarò colpevole dell’accusa di sodomia nei confronti di Donald Voorhees, ma negò qualsiasi altra accusa circa Lynch.

Venne giudicato colpevole del reato di sodomia su un minorenne il 3 dicembre 1968 e condannato a 10 anni di carcere da scontarsi nel penitenziario di Anamosa. Il giorno stesso della condanna, la moglie di Gacy chiese il divorzio e fu licenziato dal suo impiego.

Rivelatosi un detenuto modello, dopo 18 mesi di carcere, il 18 giugno 1970, egli venne liberato sulla parola con dodici mesi di libertà condizionata. Alla scarcerazione espresse il desiderio di tornare a vivere a Chicago con la madre, a seguito della morte di suo padre nel frattempo.

Arrivò a Chicago il 19 giugno seguente ed ottenne un lavoro come aiuto cuoco in un ristorante.

Il 12 febbraio 1971 Gacy venne nuovamente accusato di aver molestato sessualmente un ragazzino che dichiarò essere stato attirato all’interno della sua auto dove avrebbe subito un tentativo di stupro. L’accusa venne in seguito ritirata poiché il testimone non si presentò in aula, Gacy fu rimesso completamente in libertà nell’ottobre 1971.

Con l’aiuto finanziario di sua madre, Gacy comprò una casa al numero 8213 di West Summerdale Avenue nell’agosto 1971, dove si trasferirono. Gacy iniziò a frequentare una donna di nome Carole Hoff, una signora divorziata con due figlie piccole e i due si sposarono il 1º luglio 1972.

Il 22 giugno 1972, Gacy venne ancora fermato dalla polizia con l’accusa di aver molestato un altro giovane, fingendosi un agente di polizia, mostrando un distintivo falso, facendo entrare il giovane nella sua automobile e costringendolo a praticargli una fellatio in auto, ma tutte le accuse vennero ritirate quando Gacy pagò lautamente il silenzio della famiglia del ragazzo.

Nel 1972, Gacy lasciò il lavoro come cuoco e aprì la sua propria impresa edile, la PDM Contractors che si occupava di piccoli lavori di manovalanza e riparazione, ma con il progredire degli affari, il business della società si ampliò fino ad includere progetti ed opere di costruzione vere e proprie. Nel 1973, Gacy ed un suo dipendente si recarono in Florida dove Gacy aveva acquisito una proprietà, ma la prima notte in cui i due rimasero soli, Gacy violentò il ragazzo nella loro stanza d’hotel. Il ragazzo scelse di trascorrere il resto della notte in spiaggia in seguito all’accaduto.

Nel 1975, John aveva ormai apertamente confessato alla moglie la sua bisessualità e nel giorno della festa della mamma, dopo aver fatto l’amore con la moglie, egli informò la donna che non avrebbero mai più fatto sesso insieme. I due divorziarono nel marzo 1976.

Contemporaneamente Gacy divenne molto attivo nel settore sociale della comunità, offrendosi di intrattenere i bambini durante le feste vestito da clown o facendo pulire gratuitamente gli uffici comunali dalla sua impresa. Da onorato e rispettato membro democratico della comunità di Chicago, il 6 maggio 1978 Gacy incontrò e si fece fotografare con l’allora First Lady.

Gacy divenne addirittura membro di un “Jolly Joker Clown Club” i cui membri volontari, tutti mascherati da pagliacci, si esibivano regolarmente senza scopo di lucro in varie manifestazioni di beneficenza e negli ospedali dove davano spettacoli per i bambini malati.

A fine 1975, Gacy creò il suo personale personaggio di “Pogo the Clown”, ideando per sé costumi e trucco.

Il 2 gennaio 1972, Gacy prelevò il quindicenne Timothy Jack McCoy dalla fermata dell’autobus di Greyhound a Chicago, per un giro turistico offrendogli uno stallo per la notte.

Successivamente Gacy disse di essersi svegliato la mattina seguente e di avere trovato McCoy in piedi sulla soglia della sua camera da letto con un coltello in mano. Egli si alzò in maniera brusca dal letto e McCoy si spaventò subito, muovendo scompostamente in aria il coltello e ferendo inavvertitamente Gacy all’avambraccio, la sua cicatrice alla testa ne era la prova.

Gacy lo afferrò, lottando con lui sul pavimento, e finì con l’accoltellarlo ripetutamente al petto, sedendosi a cavalcioni su di lui.

In seguito testimoniò di aver trovato in cucina una confezione di uova aperta e una fetta di pancetta sul tavolo e aveva capito che il ragazzo voleva preparare la colazione per entrambi; purtroppo aveva fatto l’errore di portare il coltello che stava usando quando si era recato a chiamarlo. Gacy seppellì McCoy in cantina e poi coprì le tracce con del calcestruzzo.

Nel corso di un’intervista dopo l’arresto, Gacy asserì che immediatamente dopo aver ucciso McCoy, si era sentito totalmente prosciugato, rendendosi conto di aver avuto un orgasmo completo nell’atto di uccidere il giovane.

Rilasciò un’intervista dichiarando: «Fu allora che realizzai che la morte era l’emozione più grande».

Il secondo omicidio di Gacy avvenne nel gennaio 1974: la vittima fu un adolescente non identificato dai capelli castani, tra i 15 e i 17 anni, che Gacy strangolò prima di rinchiudere il corpo del ragazzo nell’armadio di casa sua. Il cadavere dello sconosciuto fu poi sepolto nel cortile di casa vicino alla zona barbecue.

La maggior parte dei suoi operai era costituita da giovani studenti delle superiori alquanto squattrinati, tra cui il quindicenne Tony Antonucci, assunto da Gacy nel maggio del 1975. A luglio, Gacy si recò a casa del giovane mentre questi era solo, in malattia per un infortunio al piede occorsogli sul lavoro il giorno precedente, lo fece ubriacare lottò per scherzo con lui sul pavimento e gli legò le mani dietro la schiena con un paio di manette. Ma la manetta sul polso destro di Antonucci era però allentata e il ragazzo riuscì a liberarsi appena Gacy lasciò la stanza.

Al suo ritorno riuscì a colpirlo, ammanettandolo a sua volta.

Gacy urlò insulti e imprecazioni, poi si calmò e promise di andarsene e lasciare in pace Antonucci se lui lo avesse liberato. Il giovane acconsentì e Gacy lasciò la casa. Ad una settimana di distanza, il 29 luglio 1975, un altro degli operai di Gacy, il diciassettenne John Butkovitch, scomparve. Il giorno prima della sparizione, Butkovitch aveva chiesto a Gacy il pagamento di due settimane di paga arretrata. Lo invitò nella sua casa, dove lo violentò, lo uccise e poi seppellì il cadavere in garage.

Tra l’aprile e l’agosto 1976 il killer uccise un minimo di otto giovani, due dei quali ancora non identificati.

Sette di questi ragazzi furono seppelliti nella cantina di Gacy, quattro dei quali in una fossa comune sotto il locale lavanderia. l 26 luglio 1976 Gacy spostò la sua attenzione sul suo impiegato di nome David Cram, 18 anni. Con lo stesso Modus operandi lo stordì d’alcool, prima di ammanettarlo. Tenuto prigioniero il ragazzo, Gacy lo informò delle sue intenzioni, ma Cram, che aveva passato un anno nell’esercito e aveva appreso l’autodifesa, diede un calcio in faccia al suo aguzzino e si liberò dalle manette.

Un mese dopo, Gacy tornò ad infastidire Cram con le sue avance ma senza successo.

Cram si licenziò dal lavoro. Altri due giovani non identificati si pensa siano stati uccisi tra agosto e ottobre 1976: uno di questi venne sepolto in una fossa direttamente sul cadavere di William Carroll.

Il 24 ottobre 1976, Gacy adescò ed uccise due teenager di nome Kenneth Parker e Michael Marino: furono violentati, strangolati, e sepolti nella stessa fossa. Due giorni dopo, il diciannovenne operaio della PDM Contractors di nome William Bundy scomparve nel nulla, dopo aver detto alla famiglia che stava per andare a una festa.

Anche Bundy venne sepolto nelle fondamenta della casa.

Nel dicembre 1976, un altro impiegato della PDM, Gregory Godzik, scomparve e quando genitori e la sorella maggiore del ragazzo contattarono Gacy, per averne notizie, riferì che Greg gli avrebbe confidato di voler scappare di casa. Gacy disse anche di aver ricevuto un messaggio sulla segreteria telefonica da parte del ragazzo poco tempo dopo la scomparsa. Quando però la famiglia gli chiese di ascoltare questo messaggio, Gacy affermò di averlo ormai cancellato.

l 20 gennaio 1977 John Szyc, diciannovenne amico di Butkovich, Godzik, e Gacy, scomparve, sepolto accanto al corpo di Godzik.

Tra il dicembre 1976 e il marzo 1977, Gacy uccise un uomo non identificato di circa 25 anni. Nel maggio 1977, Gacy uccise Matthew Bowman, 19 anni, sepolto in cortile con la corda utilizzata per strangolarlo ancora al collo.

Nell’agosto 1977, emerse un indizio circa la sparizione di John Szyc quando l’operaio al quale Gacy aveva venduto l’auto di uno dei giovani uccisi, venne arrestato per furto di benzina da una pompa di rifornimento. Il poliziotto notò la targa del veicolo e risalì fino a Gacy. Interrogato, Gacy disse agli agenti che Szyc gli aveva venduto la macchina a febbraio perché aveva bisogno di denaro per lasciare la città.

La polizia non ritenne di indagare ulteriormente.

Tra settembre e dicembre 1977, Gacy assassinò altri sei giovani uomini di età compresa tra i 16 e i 21 anni inclusi due marines e il figlio di un sergente della polizia di Chicago. Il 30 dicembre 1977, Gacy adescò uno studente diciannovenne di nome Robert Donnelly incontrato presso una fermata d’autobus a Chicago. Lo seviziò allo stesso modo degli altri, ma stranamente, Gacy portò Donnelly sul posto di lavoro, gli slegò le mani, e incredibilmente lo lasciò libero di andarsene. Interrogato dalla polizia circa l’accaduto il 6 gennaio 1978, ammise di aver fatto sesso sadomaso con Donnelly, ma insistette sul fatto che il giovane era consenziente.

Ancora una volta non furono seguite altre indagini.

Il mese seguente, Gacy uccise William Kindred, 19 anni, fu l’ultima vittima di Gacy ad essere sepolta nella sua proprietà. Nel marzo 1978, Gacy diede un passaggio sulla sua auto al ventiseienne Jeffrey Rignall. Appena entrato nell’auto, il ragazzo venne addormentato con del cloroformio e portato a Summerdale, dove fu sodomizzato, e torturato con vari strumenti. Anche Rignall fu poi rilasciato da Gacy.

Il 12 ottobre 1978, il quindicenne Robert Piest scomparve dal luogo di lavoro, una farmacia di Chicago. Prima di sparire però, Piest aveva raccontato a parenti ed amici di aver conosciuto il gioviale titolare della PDM, e che l’uomo gli aveva offerto un posto di lavoro nella sua ditta. Infine aveva precisato che avrebbe dovuto incontrarlo a casa sua la sera della scomparsa.

La polizia si recò quindi a casa di Gacy per interrogarlo e riconobbe immediatamente il tanfo nauseabondo dei corpi in putrefazione, che Gacy tentò di giustificare con la scusa di avere problemi al sistema fognario.

In prigione Gacy tentò di invocare l’infermità mentale incolpando dei delitti il suo alter ego malvagio, tale “Jack”, ma senza riuscire a convincere gli psichiatri. In seguito Gacy confessò alla polizia di aver gettato in totale altri cinque cadaveri di sue vittime giù dal ponte della I-55 nel fiume di Des Plaines nel 1978, prima di essere arrestato definitivamente. Dopo un processo iniziato nel febbraio 1980, il 13 marzo dello stesso anno, John Wayne Gacy venne riconosciuto colpevole di omicidio plurimo e condannato a morte.

Dopo la sentenza di colpevolezza, lo Stato dell’Illinois trasferì Gacy nel Menard Correctional Center di Chester, dove il prigioniero rimase per 14 anni nel braccio della morte.

In prigione, Gacy iniziò a dipingere. I soggetti delle sue opere erano svariati, anche se principalmente ritraevano pagliacci. Molti dei suoi dipinti furono venduti nel corso di varie aste con prezzi oscillanti tra i 200 e i 20.000 dollari.

La Corte Suprema fissò la data dell’esecuzione definitiva per il 10 maggio 1994. John Wayne Gacy venne giustiziato il 10 maggio per mezzo di un’iniezione letale endovenosa, pochi minuti dopo la mezzanotte.

Le ultime parole del condannato prima della morte furono semplicemente: «Baciatemi il culo!».

Le leggende nate in seguito alla morte di Gacy lo videro nei panni del suo stesso personaggio, il pagliaccio Pogo. Molti dei bambini di Chicago affermarono di averlo visto ai bordi delle strade o all’esterno delle proprie abitazioni, in una sorta di apparizione “reale”, in cui Gacy chiedeva loro di giocare.

Il pagliaccio terrorizzerebbe ancora l’intera cittadina a distanza di anni, pur non mietendo vittime.

La versione tramandata dall’assillo lascerebbe invece al di fuori i bambini, puntando alla psiche ancora labile degli adolescenti maschi, nella fase più specifica della loro pubertà.

Proprio perché ormai immuni allo spettro di un pagliaccio senza attrattiva, Gacy si manifesterebbe nell’integrità delle sue passate sembianze, ogni notte ricorrente la data di morte di ogni ragazzo ucciso in vita.

Chiunque osi avvicinarsi all’ex proprietà, teatro di sepoltura indegna di vittime innocenti, sarebbe rincorso dal suo spirito, ancora assetato di purezze e morte, insinuandosi fra gli incubi più ricorrenti, pur non potendo provocare altri supplizi ai nuovi tormentati.

Alcuni ragazzini di Chicago ammisero d’aver sognato in gruppo le vittime, descritte come anime mai trapassate, alla continua veglia per impedire a Gacy di provocare altre stragi.

Sarebbero proprio loro a impedire un nuovo massacro eterno, barattando la luce della quiete eterna per un’eterna caccia al serial killer che sconvolse e continua a sconvolgere migliaia di nuovi adolescenti ogni anno.

In età adulta gli incubi subirebbero un processo di arretramento, secondo le voci colte dall’assillo, proprio a causa di un’età adulta verso la quale Gacy non riusciva a provare una reale “attrazione”.

I bambini temono ancora i pagliacci, mentre gli adolescenti il mostro che si nasconde sotto tutto quel trucco …

Tratto dal libro Racconti & Leggende – Volume 2, di Serena Baldoni