L’assedio a Troia si stava prolungando più del consentito, molti guerrieri
erano già vicini alla pensione ( il loro era considerato lavoro usurante )
e temevano che le mogli facessero loro le corna.
Per fortuna l’astuto Ulisse ebbe una idea geniale vedendo un soldato
intagliare un dono per il figlio.
Ad Agamennone spiegò il suo progetto, costruire un enorme cavallo di
legno da lasciare ai troiani.
“sì, ora coccoliamoli pure questi figli di T…” – ruggì imbestialito il Re.
“ma no, ”- lo interruppe Ulisse –“nel cavallo ci sarò io coi miei prodi,
nella notte scenderemo giù e dopo aver ucciso le sentinelle
ti apriremo le porte della città.”
Ci vollero 12 giorni per realizzare il cavallo, poi gli achei salparono con
le loro navi fingendo di tornare in patria..
Credendo che il cavallo di legno abbandonato in spiaggia fosse un dono
dei greci per ingraziarsi gli Dei, i troiani decisero che sarebbe stato carino
portarlo in città come souvenir degli indesiderati campeggiatori.
Qualcuno temeva una trappola, ma Ulisse aveva pensato a tutto,
Silone,un disertore ben istruito persuase i troiani che era solo
un portafortuna.
Così gli assediati portarono il cavallo dentro la città, subito partirono
i festeggiamenti per la liberazione, cibo e vino scorsero a fiumi
tra balli e canti ( “oh bella ciao, bella ciao” in onore di Elena).
All’interno del cavallo nessuno dormiva, il piano prevedeva l’irruzione
alle 5 del mattino, Ulisse chiese di sincronizzare le clessidre,”ma non
si era parlato di meridiane?”- protestò uno.
Verso le quattro però si sparsero gas fortemente nocivi.
“Chi è stato?”
Tutti alzarono la mano, ma diedero la colpa alla zuppa di fagioli.
Ulisse fu costretto ad anticipare l’azione, per fortuna i troiani dormivano già
da un pezzo,così l’esercito greco entrò in città e fece strage dei suoi abitanti.
Prima di ripartire per la Grecia, Agamennone volle omaggiare Ulisse.
“bravo, hai pensato a tutto, chiedimi in premio ciò che vuoi.”
“voglio il tuo cuoco.”
“ per portartelo a Itaca a prepararti i suoi manicaretti?”
“no, per prenderlo a pedate nel culo da qui alla mia isola, l’unica cosa cui
non avevo pensato è l’ aver rischiato la vita per colpa della zuppa di
fagioli di questo incosciente.”
Aveva pensato a tutto
di Marco Fusi