Canto di Natale sottovoce

179

Tre i temi proposti in questa poesia troviamo il Natale, l’amore, il covid. Natale e covid sono massimi antagonisti, parole come convivialità, bacio, carezza, sorriso e abbraccio, naufragano nel gelo fatto scendere dal virus. Non so se il nascituro potrà lenire il nostro disagio, ma ha lasciato un messaggio, che se lo faremo abitare nel cuore, lo combatteremo fino alla sconfitta. Il Natale è la vita, un’esplosione, luci, gioia e colori, che oggi il covid ha reso opaco, sottovoce, triste per i fiori recisi. L’amore è vita che si rigenera continuamente, è qualcosa non costringibile con le parole, l’amore stupisce il gelo caduto.

Abbiamo sempre bisogno di Natale e amore, fuoco di vita.

Ora di più.

Canto di Natale sottovoce

Il Natale urla la sua prestanza di luci e doni,

lui è l’immensità della gioia, squarcio del cielo.

Non so se abbiamo troppo peccato,

o se sono le cose della vita,

ma porteremo con noi i segni

di una festa non sfogata, di un canto sottovoce.

Con noi tronfi nelle nostre certezze, oramai non più tali,

saremo più fragili, vivremo nel limbo di una felicità incrinata.

Che il Natale balli sui sospiri che la vita oggi pretende,

volteggiando sull’insensibilità e l’indifferenza

di chi solo cammina senza guardarsi intorno.

Ballerai con lui, e sbatterai la porta,

non sentirai più peso,

ma solo gradevole follia.

Usciremo da questo Natale sottovoce,

con numerosi segnali di una umanità ritrovata,

che sembrava dissolversi.

Noi generazione ferita e segnata,

ripartiremo perché è il tempo che lo vuole,

lo pretende e lo farà.

Ripartiremo dall’umiltà di una mangiatoia,

dal segno di una stella cometa non più smarrita,

che così, naturalmente,

ci farà ricongiungere, abbracciare,

e piangere chi non ritroviamo.

Ripartiremo,

come sempre avviene nello sconforto,

dall’Amore.

Tutto riponiamo nell’Amore,

che è qualcosa che stupisce il gelo caduto.