Carlos, l’ ultima volta. Regia di Toscanelli alla Garbatella

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Carlos, l’ultima volta. La location è un piccolo teatro alla Garbatella, uno spettacolo teatrale che merita di varcare palcoscenici altisonanti.

Diciamolo subito per me il nome di Toscanelli è sinonimo di garanzia. Uno spettacolo che narra l’ultima volta di Carlos, il grande artista la cui morte è ancora avvolta nel mistero, casualità lo scontro dei veivoli nel cielo, suicidio vendetta del pilota tradito dagli affetti, ombra della mafia. Alfredo, il Toscanelli ama un uomo, uno di quelli amori in cui il cervello prende sotto braccio il cuore e lo invita a fare “minchiate” o il cuore prende sotto braccio il cervello, insomma quegli amori che diventa difficile capire a chi mette il preservativo alle emozioni, a chi non si lancia con il deltaplano nel groviglio degli affetti.

Carlos è il grande assente sulla scena, mentre balli il tango con i dialoghi, monologhi dei due attori, separati da un muro di plastica, che poi diventa un incredibile mantello di Alfredo.

HUAN TRADISCE una amicizia di cui solo tardi forse si pentirà. Un’unica voce femminile non visibile. La mamma è la Colucci, che è la prima maestra di dizione del Toscanelli. Quest’ultimo è regista insieme a EMILIANO METALLI un tango di dialoghi solitari, nel tentativo di dare ordine ai pensieri e alle azioni compiute. Lasciati rapire, cercando di capire chi sia il divoratore e chi il divorato da questa struggente passione, perché in fondo certi amori sono “un guazzabuglio” del cuore, che la mente umana non sa spiegare.

Quegli amori che nascono con la chimica degli elementi che si attraggono e ti conducono sul lettino dello psichiatra.

Quegli amori che di notte prendono una direzione e con la luce del giorno diventano invisibili, tanto che Alfredo reclama il diritto di avere un posto anche con il sole e non con la luna solo. Carlos il grande invisibile sulla scena, narra la leggenda sia stato uno stragista di cuori, che abbia fatto capitolare anche Rodolfo Valentino. Sul fiume di parole viaggiano anche quelle scritte, quelle lettere, che spesso diventano tragedie di ricatti, quando finiscono in mani sbagliate – Nel piccolo teatro Toscanelli e Schifani ti rapiscono e se ti lasci trasportare ed entri nella loro magistrale interpretazione, appena ti alzi in trance cadi per terra, senza sapere il come, Carlos non puoi che portatelo dentro…..