Giocando con le citazioni di Maria Lai. 23 dicembre aria di Natale. Il Natale del tempo slabbrato, un Natale che mi vede a “gestire la solitudine”nel mio eremo, convento. Il mio blocco notes urla di tanti incipit presi a via Margutta a casa di Pietra.
Ci sarà un perché questa artista mi ha “legato con i fili” in questo momento e un filo si intreccia nella comunicazione virtuale tra Pietra, Pino che ci ha messo in relazione ed io…Blocco notes l’artista che giocando con i telai costruiva “Geografie”.
Nella casa di Pietra non può mancare una geografia e un libro che ne parla.
L’artista bambina, così veniva definita da molti, per la sua abilità di giocare con l’arte, spingendo chi osserva a immaginare le trame della vita, il destino, i sogni. Cercava nelle luci del cielo tra i meridiani e i paralleli il senso dell’esistenza. Blocco notes Pietra l’arte per lei nasce dalla tragedia e dalla insicurezza del mondo, ma non chiude, si apre alle possibili letture. Ascoltando Pietra parlare dell’infinito di Maria, mi sento microscopica, un granellino di sabbia.
Il mio blocco notes è un tazebao di citazioni di Maria Lai, che in questo tempo slabbrato mi stanno “scrivendo un nuovo dentro”. Sono partita in viaggio con Maria Lai, non lo so cosa troverò alla fine di questo viaggio, al momento conosco le emozioni che sto provando. Tempo slabbrato, il dialogare con Pietra su Maria ha tolto il “preservativo” che avevo messo alle emozioni, un preservativo per proteggermi dalla sempre più diffusa anafettività. La vita diceva Maria, noi ci siamo dentro e siamo affascinati anche se riconosciamo un pochino di paura. Si vive di autoillusioni e mi illudo che la morte sia una cosa bellissima e che non ne possiamo avere idea.
Ascoltando le interviste di Maria Lai diffuse nel web si ha la tentazione di prendere appunti, e allora prendo appunti e trascrivo le frasi su fogliettini. Li attacco nel puzzle surreale che su una parete in cucina raccoglie i fili delle relazioni del mio essere. Maria Lai ha il fascino di una sciamana. Cammino in punta di piedi, mentre la immagino che sia ad ascoltare il silenzio delle montagne. L’opera d’arte, diceva Maria, occupa un piccolo spazio, ma può come l’atomo sconvolgere lo spazio immenso…pieni di enigmi da decifrare mi appaiono alcune scritte, l’opera d’arte diceva non ha un significato, ma può produrlo.
L’uomo ha bisogno di mettere insieme il visibile e l’invisibile, perciò elabora miti, fiabe e leggende.
L’OPERA d’arte è prodotta in solitudine, ma è sedimento di culture accumulate in millenni di esperienze collettive. Blocco notes: mio padre diceva che ero una capretta ansiosa di precipizi, mi si gela il cuore mi sento come quella capretta ansiosa di precipizi e confesso le mie paure a Pietra, tanto da firmare il messaggio Miss Tristezza. Mi viene in soccorso un’altra delle citazioni di Maria Lai “il viaggio è la casa“. Non solo la mia casa, ma quella di tutti noi. Siamo sulla terra che gira trenta chilometri al secondo, in un viaggio che è pur sempre un viaggio speciale, dove non si distingue la partenza dal ritorno. La vera nostalgia non è quella dell’isola.
L’ansia dell’infinito…L’infinito quel groviglio che torna nelle geografie, quell’infinito che torna nei fili che tesse Maria, i fili delle relazioni con cui voleva tessere le persone, inconsapevolmente sono entrata in un filo non so dove mi condurrà questo filo…Messaggio di Pietra continua a scavare…nella sua solitudine però Maria Lai intesseva relazioni poetiche, incrocia anche Elio Pecora con lui realizza “la barca di carta”. Anche sul suo rapporto con il poeta sono stati scritti fiumi di parole in rete